National League

Tanta voglia di hockey, tra sorprese e volti nuovi

Ambrì Piotta e Lugano hanno ricevuto il primo abbraccio dei loro tifosi – Abbiamo raccolto le reazioni di alcuni protagonisti
Fernando Lavezzo
01.08.2022 17:15

L’abbraccio dei tifosi, le foto, gli autografi. E anche due partitelle in famiglia. Bianchi contro Blu ieri pomeriggio ad Ambrì, Bianchi contro Neri questa mattina a Lugano. Siamo ancora nel bel mezzo dell’estate e di una nuova ondata canicolare, ma sugli spalti c’è già chi immagina le linee d’attacco che verranno. Spacek con Chlapik? Granlund con Carr? Sì, l’hockey è nell’aria. E la stagione promette scintille.

Biancoblù con sette stranieri

Per la tradizionale festa di presentazione, la prima nella nuova pista (che continuerà a chiamarsi Gottardo Arena), il club leventinese ha fatto il pieno di passione e pubblico. Filippo Lombardi si è preso la scena a suon di regali. Un Babbo Natale in anticipo di cinque mesi. Nonostante qualche tensione con i tifosi della curva, più volte invitati (con scarso successo) a fare silenzio per lasciare spazio agli annunci, le sorprese del presidente hanno avuto successo. Boato per il rinnovo fino al 2025 di André Heim, applausi convinti per l’ingaggio del centro statunitense Nick Shore e tripudio per la conferma del canadese Brandon McMillan. Sì, l’Ambrì Piotta 2022-23 potrà contare su sette stranieri. «Abbiamo inserito in rosa diversi giovani e a conti fatti il budget ci ha permesso questa mossa», ha spiegato il ds Paolo Duca. «Per noi è importante, considerando l’infortunio di Dominic Zwerger – con le sue tempistiche ancora incerte – e anche il fatto di avere un portiere straniero come Janne Juvonen. Quando giocherà Benjamin Conz, il cui valore non è mai stato in discussione, potremo schierare sei ‘‘import’’ di movimento».

Tornare ad Ambrì era la mia prima opzione, il mio sogno
Brandon McMillan

La gioia di McMillan e Heim

«Tornare ad Ambrì era la mia prima opzione, il mio sogno. Ho amato ogni cosa del mio primo anno qui e lo stesso vale per la mia famiglia», ci dice Brandon McMillan. «Ci è voluto un po’ di tempo, ma io e Duca non abbiamo mai smesso di parlare dalla fine della scorsa stagione. L’accoglienza riservatami dai tifosi è stata incredibile e anche inattesa, mi è venuta la pelle d’oca. Significa che l’anno scorso abbiamo fatto qualcosa di speciale».

André Heim, il cui contratto sarebbe scaduto a fine campionato, ha rinnovato in anticipo per ulteriori due stagioni: «Qui sono felice, non c’era motivo per cambiare e non ho sprecato neanche un secondo per sondare il mercato. Ad Ambrì ho tutto quello che mi serve per diventare un giocatore e una persona migliore. Quando Lombardi ha annunciato il mio rinnovo i tifosi hanno reagito in maniera eccezionale, è bello sapere che mi sostengono. Insieme punteremo almeno ai pre-playoff. Abbiamo una gran bella squadra e io voglio fare un ulteriore passo in avanti in termini realizzativi e anche di coinvolgimento».

La casa di Andersson

Entusiasmo anche alla Cornèr Arena, dove la mattinata odierna si è aperta con il salmo svizzero per celebrare la Festa nazionale. Un migliaio di persone ha assistito al primo allenamento ufficiale dei bianconeri sotto la guida di un sorridente Chris McSorley. Il coach canadese si è dato daffare anche nell’organizzare la fotografia dei nuovi arrivati, tra i quali spicca il trio finlandese formato dal portiere Koskinen, dal difensore Kaski e dall’attaccante Granlund. Ma a far sognare i tifosi dell’HCL ci sono anche due innesti svizzeri: Marco Müller, fresco campione con lo Zugo, e Calle Andersson, tornato a Lugano dopo sette anni e due titoli vinti con il Berna. «È bello essere di nuovo qui», racconta lo svedese con licenza svizzera, figlio dell’indimenticato Peter, difensore bianconero dal 1997 al 2001. «Io a Lugano ci sono quasi nato», racconta Calle, classe 1994. «Con questa maglia ho già disputato una stagione da professionista nel 2014-15 e adesso mi sembra davvero di essere di nuovo a casa».

Oggi Calle è un giocatore più maturo: «Ho firmato per quattro anni e questo significa una cosa sola: voglio essere un pezzo importante di questa squadra e aiutarla a tornare nuovamente vincente. Ringrazio il Berna per gli anni trascorsi e per i successi. Nella capitale ho capito cosa occorre per conquistare un titolo nazionale. Avevo ancora un anno di contratto, ma gli Orsi hanno deciso di cambiare alcune cose e io ero una di queste. Per me va benissimo così: sono a Lugano, in un grande club. Sentivo che prima o poi il destino mi avrebbe riportato qui. Ho chiesto a mio papà se potessi rispolverare un’altra volta il suo numero 55 e mi ha detto di sì. Da piccolo, quando lo vedevo giocare alla Resega, mi dicevo che un giorno avrei portato la sua stessa maglia».

A Zugo ho vissuto un anno molto bello, ma ora sono contento di iniziare questa nuova storia in Ticino
Marco Müller

Marco vuole vincere ancora

Anche Marco Müller sa come vincere (due titoli a Berna, uno a Zugo) e vuole provarci ancora: «Chi mi conosce, sa quanto io sia competitivo», racconta l’ex biancoblù. «A Zugo ho vissuto un anno molto bello, ma ora sono contento di iniziare questa nuova storia in Ticino, una regione alla quale sono molto legato e di cui apprezzo lo stile di vita e la mentalità».

Centro o ala? Quale sarà il ruolo di Marco nel Lugano? «Con McSorley ne abbiamo già discusso, ma vogliamo prenderci il tempo per vedere come vanno le cose. Ci sono tanti giocatori nuovi e la squadra deve trovare i suoi equilibri. La preparazione estiva servirà anche a questo. La squadra è molto forte, non ci resta che trovare il feeling da qui a settembre». Buon lavoro a tutti.

Nick Shore: «I tifosi biancoblù non si aspettavano di vedermi, è stato divertente»

Nel 2021, quando vinse il titolo con lo Zugo (35 partite, 9 gol, 26 assist), Nick Shore affrontò tre volte l’Ambrì, ma mai alla Valascia: «Arrivai a campionato iniziato e contro i biancoblù giocammo tre volte di fila in casa», ricorda il centro statunitense. «Peccato, sarebbe stata una bella esperienza, ne ho sentite tante sulla vecchia pista. In questi giorni andrò a vedere ciò che ne resta».

Reduce da un’annata da 26 punti in 49 partite in KHL con il Sibir Novosibirsk («Me ne sono andato quando è iniziata la guerra»), Shore ha firmato con i leventinesi per una stagione: «Domenica nessuno si aspettava di vedermi in pista, è stato divertente osservare la reazione del pubblico. Non vedo l’ora di giocare davanti a questi tifosi. Sarà una stagione interessante, la squadra ha un bel potenziale. A Zugo ho avuto buone statistiche, ma non mi concentro mai sui punti. Voglio giocare bene, trovare la chimica con i compagni, lavorare sodo. Reti e assist saranno solo una conseguenza».

Draftato nel 2011 dai Los Angeles Kings, il 29.enne ha esordito in NHL nel 2014-15 con i californiani. Nella sua carriera oltreoceano ha vestito anche le maglie degli Ottawa Senators, dei Calgary Flames, dei Toronto Maple Leafs e dei Winnipeg Jets, per un totale di 304 partite, 18 gol e 41 assist. In due stagioni di AHL con i Manchester Monarchs ha firmato 38 gol e 61 assist, conquistando la Calder Cup nel 2015. Nel 2018-19 il ragazzo di Denver si è trasferito in Europa, prima in KHL con il Metallurg (43 partite, 5 gol, 16 assist) poi a Zugo, con una breve parentesi in Slovacchia nel Dukla Trencin.