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Il Diavolo amplia il cast per il suo «Moneyball»

Wes Beuvink dal 1. aprile è entrato a far parte dello staff di scouting del Milan: ha 25 anni e non ha alle spalle un passato da calciatore professionista – Ecco la storia della sua insolita carriera
Il protagonista del film, Billy Beane, attualmente consigliere di Cardinale. ©Reuters/Ross Cameron
Alex Isenburg
03.04.2024 06:00

Capelli biondi, un viso pulito e degli occhiali da studente modello. Si presenta così, Wes Beuvink. Il nuovo volto del Milan, che per alcuni tifosi rossoneri appare come una sorta di déjà-vu. In effetti, la somiglianza fisica con il centrocampista Tommaso Pobega non è indifferente. Il ruolo, però, sarà tutt’altra cosa. Beuvink – a partire dal 1. aprile - è entrato a far parte dello staff di scouting della società italiana. Fin qui, nulla di particolare. Quello che stupisce, invece, è la giovane età dell’olandese e, soprattutto, la sua curiosa storia.

Come può un 25.enne - che non ha alle spalle un passato da calciatore professionista – diventare uno scout per una delle squadre più blasonate del pianeta? Grazie a passione e dedizione – per il calcio e per i numeri - nel caso di Beuvink.

Una carriera insolita

Il suo percorso è iniziato nel 2019 con il FC Groningen, squadra che militava nella massima lega olandese, l’Eredivisie. Il club era intento a ridisegnare il proprio sistema di osservatori e decise di affidarsi a lui, fornendogli un incarico di prestigio e ingaggiandolo in qualità di video scout. Seppur solo 20.enne, Beuvink aveva già collaborato per 4 anni con SciSports. Una società di consulenza, che attraverso una serie di dati analizza in maniera minuziosa i giocatori e garantisce dei rapporti specializzati, fruibili sia per club sia per gli agenti.

Per fornire un esempio, la stessa agenzia balzò agli onori della cronaca per il ruolo fondamentale che svolse nel celebre addio di Memphis Depay dal Manchester United. Il talento formatosi nel PSV doveva decidere la sua destinazione futura e si avvalse proprio di un software. Quest’ultimo – in base a una serie di parametri – indicò l’Olympique Lione come la squadra ideale per rilanciarsi e con i francesi Depay tornò effettivamente ai suoi più fulgidi albori.

Tornando a Beuvink, va inoltre evidenziato che per diversi anni ha scritto per un sito web, chiamato Tussen de linies. Anche in quel contesto, non disdegnava affatto utilizzare le statistiche. Anzi, ne usufruiva per raccontare storie e aneddoti sui calciatori. Questi, quindi, furono i primi passi che lo avvicinarono al calcio professionistico e gli bastarono per garantirsi la fiducia del Groningen. Inizialmente, per l’appunto, come video scout. Poi – dopo 12 mesi - la sua parabola prese un’altra traiettoria, tanto da salire di grado e divenire addirittura responsabile del reparto scouting.

L’esperienza Groningen

Dopo quasi 4 anni di lavoro trascorsi con questa carica, Beuvink si è guadagnato la prestigiosa e irrinunciabile chiamata del Milan. Giunta dopo grandi risultati? Non proprio, a dire il vero. L’anno scorso - dopo 23 stagioni giocate tutte nella massima divisone – per il Groningen si è materializzato lo spettro della retrocessione. Allo stesso Beuvink, ovviamente, non sono state lesinate critiche rispetto ad alcuni acquisti e alla costruzione della rosa.

Va anche precisato, però, che la compagine olandese è attualmente in lotta per tornare nell’Eredivisie e che, soprattutto, l’ultimo posto della stagione 22/23 è arrivato in seguito a delle cessioni considerevoli e pesanti. I pezzi più pregiati avevano salutato i biancoverdi con delle cifre «monstre», considerando la loro realtà. Beuvink, in questo senso, ha svolto un lavoro egregio. Principalmente, con Jørgen Stran Larsen, attaccante norvegese pescato nel campionato di casa sua e valorizzato poi a tal punto da rivenderlo per più di 12 milioni di euro al Celta Vigo. Un incasso da record, per il Groningen.

Andando a curiosare tra le recenti mosse di mercato, compaiono inoltre un paio di nomi interessanti che attualmente si stanno imponendo nella Serie A italiana. A spiccare sono in particolar modo Cyrill Ngonge e Tomas Suslov, entrambi individuati dal club olandese in giovane età e venduti all’Hellas Verona. Il belga – dopo un brillante inizio di stagione – è stato ceduto al Napoli in cambio di ben 18 milioni, mentre il valore di Suslov è salito vorticosamente grazie alle qualità del suo piede mancino. Viste le loro buone prestazioni, potrebbero essere stati anche questi, dunque, i colpi che hanno convinto il Milan a portare Beuvink nel Bel Paese.

L’evoluzione del mestiere

L’arte dello scouting è intricata, lo scopo è uno solo: arrivare in anticipo sulla concorrenza. Scovare un prospetto sconosciuto prima che questo si possa imporre altrove. E le modalità per farlo sono diverse. Si possono individuare i giocatori dal vivo, oppure tramite i video o ancora, per l’appunto, con l’ausilio dei dati. Wes Beuvink, in questo senso, incarna in maniera ottimale l’archetipo dello scout moderno.

Il tradizionale modo di valutare e acquisire i giocatori nel mondo dello sport è cambiato e per metterlo in evidenza si può ricorre anche al cinema, con Moneyball. Il film - dedicato al baseball - permette di intuire al meglio l’evoluzione del mestiere di talent-scout. Nella celebre pellicola - basata sull’omonimo libro di Michael Lewis – il protagonista interpretato da Brad Pitt rivoluziona i suoi metodi, applicando un modello statistico per reclutare i giocatori sottovalutati.

La menzione di Moneyball non è affatto casuale, soprattutto quando si parla di Milan. Il racconto, infatti, è incentrato sulla vera storia di Billy Beane, che attualmente ricopre la figura di consigliere e consulente di Gerry Cardinale. Quest’ultimo è nientepopodimeno che il proprietario del club meneghino, in quanto fondatore e managing partner di RedBird Capital, il fondo di investimento che ha acquisito la società rossonera nel 2022. Ed ecco che, in questo modo, il cerchio si chiude.

La figura di Moncada

Il Milan, quindi, ha palesemente improntato la propria struttura di scouting su un modello incentrato su numeri ed algoritmi, sulla falsa riga di quanto proposto da Billy Beane quando era il general manager degli Oakland Athletics.

Il pilastro a Milanello, in questo senso, è Geoffrey Moncada - direttore tecnico del club dal 2023 – già da diversi anni operativo con analisi dei dati e sviluppo dei calciatori. Il suo nome è diventato celebre in Francia – e non solo - per aver notato qualche anno fa un promettentissimo giovane di soli 12 anni. Il suo nome? Kylian Mbappé.

Per Wes Beuvink, Moncada sarà una figura di riferimento estremamente importante. I due, peraltro, condividono un percorso per certi versi molto simile. Anche il francese arrivò ai vertici del calcio mondiale ancora in tenera età. Lui, scalò le gerarchie nel Monaco diventando capo scout a soli 29 anni. Nel 2018, invece, l'arrivo al Milan. Con il trasferimento al Diavolo è diventato capo dell'area scouting ed era andato ad affiancare la coppia - ormai partita - formata da Maldini e Massara.

Da quando è in Italia, Moncada ha agito lontano dai riflettori, ma ha ispirato le strategie di mercato del club, suggerendo diversi dei talenti attualmente in rosa. Beuvink, dunque, sembra avere a sua disposizione il maestro ideale e un contesto adatto alle sue caratteristiche. I presupposti per una brillante carriera ci sono tutti. Il rapporto tra il Milan e gli olandesi, d’altra parte, è da sempre stato molto proficuo. Parafrasando un famoso detto, se son tulipani fioriranno…

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