Hockey

Il Ginevra e una festa infinita: «Ma nessun tuffo nel lago»

Il club romando ha celebrato in grande stile la storica conquista della Champions League – L’attaccante Eliot Berthon: «Certi momenti vanno assaporati appieno, perché sono rari»
Il 31.enne francese, ex Ambrì Piotta, qui ritratto mentre solleva la coppa davanti al suo pubblico. © Keystone/Cyril Zingaro
Nicola Martinetti
21.02.2024 20:45

La voce è impastata. E, va da sé, tradisce una nottata densa di festeggiamenti. Eliot Berthon, tuttavia, ha voglia di parlare. Di tornare - ancora e ancora - su un successo che rimarrà per sempre impresso nella sua memoria. Così come negli annali dell’hockey e dello sport svizzero. «Credo che non abbiamo ancora realizzato appieno la portata di questa impresa - ci dice il 31.enne francese con licenza elvetica -. Sì, fa ancora strano pensare di essere campioni d’Europa. Certo, il trionfo delle Vernets e il cammino percorso per arrivare in vetta sono incisi nelle menti di ognuno di noi. Abbiamo battuto i campioni tedeschi, quelli svedesi e tante altre compagini molto forti. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per assimilare il traguardo nella sua interezza. Di una cosa sono però certo e grato: è stato splendido poter coronare questo sogno a casa nostra, davanti al nostro pubblico. È stata la classica ciliegina sulla torta».

La rivincita più bella

A lanciare la volata granata verso l’apoteosi, peraltro, è stato lo stesso Berthon, che dopo appena cinque minuti ha indirizzato l’ultimo atto sui giusti binari aprendo le marcature. «È stato il gol più importante della mia carriera, ça va sans dire - prosegue l’ex Ambrì Piotta -. Quando ho visto il disco entrare in porta, ho avuto la sensazione che il tempo si fosse fermato per qualche secondo. Non sentivo più niente e al tempo stesso dentro di me ho avvertito mille emozioni. La scorsa stagione, conclusa con il titolo svizzero, è stata infatti molto complicata sul piano personale. Ho dovuto affrontare diversi momenti difficili, tra gli infortuni e il prestito al La Chaux-de-Fonds. Certo, in fondo so che quel successo è stato in parte anche mio. Ma non vi avevo contribuito in maniera così tangibile, non quanto avrei voluto. Aver posto la mia firma su questo nuovo trionfo, in tal senso, mi ha ripagato per tutti gli sforzi e i sacrifici. È stata un po’ la mia personale rivincita e ne sono molto fiero».

Dalle lacrime ai bagordi

Solitamente istrionico e inesauribile fonte di allegria, al momento di festeggiare la vittoria sul ghiaccio delle Vernets l’attaccante transalpino si è asciugato più di una lacrima. «Ho abbracciato mia moglie, che è in dolce attesa per la seconda volta. Ma anche mio padre. E ho pensato tanto al resto della mia famiglia: mia mamma, mia sorella e mio fratello. Tutti loro mi sono sempre stati accanto in questo magnifico viaggio e li ho sentiti tutti al mio fianco in quel momento così importante». Ricompostosi piuttosto in fretta, Berthon è comunque tornato presto a sguazzare nel suo elemento naturale. Il video che lo ritrae mentre fuma il sigaro e beve birra dalla coppa, al proposito, è già virale. Così come quelli sulla balconata delle Vernets, mentre incita la folla durante i bagordi. «Abbiamo festeggiato alla grande, non lo nascondo - ci dice sorridendo il nativo di Lione -. Volevamo assolutamente assaporare ogni singolo istante, perché occasioni come queste si presentano poche, pochissime volte nell’arco di una carriera. Ed è bello viverle con dei compagni che di fatto sono come dei fratelli. Abbiamo celebrato con i nostri tifosi, poi siamo andati a bere e a ballare. Posso tuttavia confermare con assoluta certezza che la serata non si è conclusa con un pazzo tuffo nel lago Lemano. Per fortuna, aggiungerei (ride, ndr)». E a chi dice che la Champions Hockey League non è una competizione così rilevante, cosa risponde Berthon? «Che probabilmente si tratta di persone che nutrono della gelosia - commenta ridendo -. Come suggerivo in precedenza, abbiamo davvero dovuto superare diversi ostacoli per arrivare fino in fondo, dando sempre il massimo. E al netto dei discorsi legati ai guadagni economici o all’assenza delle compagini di KHL, la concorrenza in questa manifestazione è sempre e comunque agguerritissima. Questo, ai miei occhi, non può che dare ancora più valore a quanto abbiamo realizzato».

Una spinta decisiva verso il bis

Per i romandi, attuali campioni in carica in National League, si tratta del secondo titolo in meno di un anno. Il gruppo guidato da Jan Cadieux, detto altrimenti, sta scrivendo la storia del club dando vita a un’epoca d’oro. Ma cosa si cela dietro a questi trionfi? Qual è il segreto di Noah Rod e compagni? «A mio avviso il vero motivo per cui siamo riusciti a smarcarci dal passato, sino ad arrivare a sbloccarci, è il cambio di mentalità che ha investito l’intero club nel corso degli ultimi anni. La voglia di tagliare determinati traguardi e puntare dritti ai trionfi, nelle ultime stagioni, si è fatta sempre più intensa. Poi certo, va da sé che tutti gli altri pezzi hanno finito con l’incastrarsi perfettamente, dando vita a un dipinto vivacissimo. C’è il talento di un gruppo fortissimo e coeso. E c’è l’importante lavoro svolto dall’allenatore e il suo staff tecnico. Non da ultimo, poi, va sottolineato l’apporto della piazza, che in ogni istante - dentro e fuori dalle Vernets - ci sostiene trasmettendoci calore. L’insieme di tutti questi fattori è il motivo per cui in così poco tempo sono arrivati questi due trofei». La volontà, annunciata, è quella di provare ad aggiungerne un terzo nel corso delle prossime settimane, puntando a uno storico «back to back». Sin qui tuttavia la regular season delle Aquile non è stata impeccabile, tanto che l’accesso diretto ai playoff potrebbe sfuggire loro di mano. «È difficile definire perché stiamo faticando così tanto in campionato - chiosa Berthon -. Non credo che sia una questione di appagamento o di “pancia piena”. Semplicemente in più occasioni non siamo riusciti a esprimerci con costanza. Né tra una partita e l’altra, né all’interno delle stesse. L’auspicio, allora, è che questo titolo continentale possa darci la spallata necessaria per svoltare in positivo la nostra stagione. Del resto sono fermamente convinto che abbiamo tutte le carte in regola per andare a caccia di uno storico bis».