Dopo la tripletta, anche lo spogliatoio impazzisce per «Büehli»

Mezz’ora abbondante di sbadigli, poi tanti, tantissimi gol. La Svizzera strapazza l’Ungheria per 10 a 0, giocando con le mani in tasca, e mette a nudo i difetti di questo Mondiale, tra squadre improponibili e spalti deserti. Non è ovviamente colpa della nostra Nazionale, che fa il suo dovere fino in fondo, permettendosi il lusso di lasciare a riposo Siegenthaler, Malgin e Andrighetto. Anche al termine di una serata così, l’hockey rossocrociato riesce a scrivere una bellissima pagina di storia. Quella dell’eterno Andres Ambühl, che a 41 anni, negli ultimi giorni della sua incredibile carriera, firma la sua prima tripletta in Nazionale. Come al solito, lui non si scompone più di tanto: «Segnare fa sempre piacere, ma i tre punti sono più importanti delle mie reti». Una volta rientrato negli spogliatoi, il grigionese è stato travolto dalle urla dei compagni, che gli hanno riservato un’ovazione da brividi: «Büehli! Büehli!». Unico.
Sei parate per Genoni
Con soli undici attaccanti e Leonardo Genoni tra i pali, la squadra di Patrick Fischer ha messo subito le cose in chiaro (2-0 al 7’25’’), poi ha giochicchiato fino a metà del periodo centrale. Dopo la mezz’ora, altre tre reti in quattro minuti hanno definitivamente chiuso una partita a senso unico. Nella terza frazione, la Svizzera ha poi dilagato. Oltre all’hat-trick di Ambühl vanno sottolineate le doppiette di Egli e Meier. Quest’ultimo si è finalmente sbloccato, così come Fiala, autore del 10-0. Lo «shutout» di Genoni, chiamato ad intervenire soltanto 6 volte, è stato il più facile in carriera.
Motivazioni
La Svizzera vuole crescere di partita in partita, per arrivare pronta alla fase decisiva del torneo. Ma il calendario di certo non l’aiuta a tenere alta la soglia dell’attenzione contro avversari dai pochi argomenti: venerdì la Norvegia, oggi l’Ungheria e martedì il Kazakistan, capace di perdere con gli stessi magiari. «Restare concentrati e rimanere sempre sul pezzo è una questione mentale e noi ci stiamo riuscendo molto bene», ci dice Gregory Hofmann. «Queste partite non sono le più facili da affrontare a livello motivazionale, è vero, ma noi vogliamo continuare a fare il nostro gioco, senza cali di tensione. Sappiamo quanto sia importante la settimana che ci attende e non possiamo rilassarci». L’impressione è che nel corso del match contro l’Ungheria, i rossocrociati si siano posti dei piccoli obiettivi intermedi per trovare maggiori stimoli. Arrivare a 10 gol, ad esempio. O permettere ad Ambühl di segnare più reti possibili e a Fiala di sbloccare il suo contatore personale: «Dopo la doppietta di Büehli, in effetti, abbiamo capito che avrebbe potuto segnare ancora un gol e la squadra lo ha messo in condizione di tirare il più possibile», afferma Hofmann. «Siamo ovviamente contenti per lui, che non smette mai di regalare all’hockey svizzero momenti davvero speciali. Al di là delle reti, mi piace però sottolineare la solidità avuta per 60 minuti. In queste gare hai più possesso del disco rispetto al solito, ma devi essere bravo a limitare gli errori e a conservare la disciplina. Con 6 soli tiri in porta subiti, possiamo dire di aver svolto un buon lavoro».
Aspettando Nino
In attesa di sfidare il Kazakistan, la Svizzera spera ora di accogliere Nino Niederreiter, eliminato dai playoff NHL con Winnipeg. Niente di ufficiale, ma si percepisce ottimismo.