Eric Landry: «Per me e René è un bell'attestato di fiducia, entrambi vogliamo il bene dell'Ambrì»

Poco dopo la conferma sulla panchina dell'Ambrì Piotta insieme a René Matte, abbiamo raggiunto Eric Landry. Come imposto dal protocollo dell'HCAP per le interviste, abbiamo potuto parlare solo di aspetti tecnici e sportivi.
Eric, come hai preso questa conferma da parte del club?
«È un bell'attestato di fiducia. Per me e René, si tratterà di continuare il lavoro in maniera un po' diversa. Io e lui ci intendiamo bene, tra di noi la comunicazione è buona. Sarà una bella sfida, ma la raccogliamo volentieri».
Dopo un weekend da sei punti, questa conferma era attesa?
«In questa decisione, io e René potevamo controllare ben poco. Negli ultimi sei giorni abbiamo semplicemente pensato a svolgere al meglio il nostro lavoro, facendo tutto il possibile per il bene della squadra. La cosa più importante, per noi, era aiutare i ragazzi e sostenerli nell'affrontare la situazione in cui ci siamo venuti a trovare».
Non ci sono head coach e assistente, ma due allenatori alla pari. È meglio anche per voi?
«Come ho detto, io e René ci intendiamo alla perfezione. Viaggiamo insieme ogni giorno per andare alla pista, e ogni volta abbiamo a disposizione mezz'ora per chiacchierare di hockey e preparare al meglio il lavoro che ci aspetta».
Contro Ajoie e Zurigo avete schierato praticamente lo stesso line-up dell'ultima partita diretta da Cereda, puntando quindi sulla continuità. Perché?
«La verità è che secondo noi, pur perdendo, con questo assetto avevamo comunque giocato una buona gara contro il Davos. I giocatori avevano risposto in maniera positiva. E infatti si è dimostrata una buona decisione».


A livello tattico, dobbiamo aspettarci qualcosa di nuovo nelle prossime partite?
«La stagione è già entrata nel vivo, abbiamo 14 partite alle spalle, e penso che in questo momento sia molto più importante continuare a giocare nel modo giusto, senza mettersi a cambiare tutto. Si tratta di curare al meglio i dettagli e di dare fiducia ai ragazzi».
Continuare a giocare nel modo giusto significa replicare l'ottima prestazione di sabato a Zurigo? È quello l'Ambrì che vorreste sempre vedere?
«Siamo effettivamente molto contenti di quanto abbiamo visto alla SwissLife Arena. I giocatori sono stati eccezionali nel loro sforzo, nell'impegno. Tutti hanno dato il massimo, c'è stata una bella complicità di squadra».
Come spiegare questo match quasi perfetto dal primo all'ultimo minuto? La consideri una reazione «normale» da parte dei giocatori, dopo quanto è successo, o c'è qualcosa di più profondo?
«Credo che abbiano contribuito più fattori insieme: l'effetto del cambiamento, l'aria nuova e la voglia di performare al meglio. Tutti i ragazzi sono stati capaci di alzare il loro livello di gioco».
Ora la sfida dello staff tecnico sarà anche quella di far sentire tutti coinvolti, compreso un giocatore come Petan rimasto in tribuna nelle ultime partite. È così? Cercherete di rilanciare anche lui?
«Prima della prossima partita, in programma venerdì in casa contro il Langnau, abbiamo ancora qualche giorno di allenamenti a disposizione. Il nostro obiettivo è di tenere in forma l'intero gruppo e di tenere alta l'intensità e l'esecuzione negli allenamenti. Io e René osserveremo tutti e poi decideremo chi far giocare».
Una domanda, infine, sul primo gol in biancoblù e in National League di tuo figlio Lukas, decisivo sabato a Zurigo con la rete del 2-1. Un'emozione supplementare per il padre in panchina...
«È stato molto speciale, non lo nego, soprattutto perché quella rete ci ha permesso di ottenere una grande vittoria. Lukas si è fatto trovare nel posto giusto al momento giusto, deviando un tiro di Heim. Ero contento io, era contentissimo Lukas, ma tutta la squadra ha assaporato quel momento».