In più di 3.000 alla Valascia? «Ecco com’è stato possibile»

Piccolo colpo di scena in casa Ambrì Piotta. A poco più di una settimana dall’inizio della stagione, il club ha reso noto il numero di spettatori che - Cantone permettendo - potranno assistere alle partite casalinghe. Ebbene: a dispetto delle previsioni iniziali, alla Valascia saranno ammesse sino a 3.100 persone. Proprio così, un numero più importante e interessante sul piano economico per una società che - a detta del presidente Filippo Lombardi - avrebbe subito più di tutte le altre la soglia dei due terzi di posti a sedere decisa dal Consiglio federale. E ciò alla luce della configurazione della pista biancoblù. A margine delle limitazioni al pubblico annunciate a Berna a inizio mese, gli stessi dirigenti leventinesi avevano parlato di un’occupazione massima che non avrebbe superato le 2.500 unità. E allora, come è stato possibile compiere un simile balzo avanti?
Un vincolo in meno
A chiarire la genesi del piano di protezione sottoposto all’autorità competente è il direttore generale dell’HCAP Nicola Mona. «A fare stato, come per altro confermatoci dal Cantone, è la capienza massima possibile di posti a sedere all’interno dell’impianto. Partendo da questo presupposto, abbiamo quindi svolto un esercizio virtuale. Attraverso una sorta di disegno digitale, siamo andati a riempire di seggiolini tutta la curva e tutta la zona rettilineo. Ovunque. In questo modo, e considerando dei sedili larghi 45 cm cadauno, ci siamo accorti di aver sottostimato il potenziale degli spalti. Inoltre le stime iniziali erano state elaborate ragionando sull’occupazione di un seggiolino sì e uno no. Tale restrizione è però stata eliminata dall’ordinanza».
Già, dai nuovi calcoli sono così scaturiti oltre 4.400 posti seduti complessivi per tutta la Valascia. Una cifra, questa, comprensiva anche degli spazi destinati all’hospitality e alla stampa. E sottraendone il 33% si è giunti a quota 3.100.
Cambiano le vie d’uscita
Sin qui il nocciolo della questione. Mona tiene comunque a precisare un aspetto: «Laddove monteremo le nuove tribunette vi saranno degli spazi liberi. E dunque dei posti costruiti ad hoc ma non occupati». Non sarà tuttavia necessario andare a riempire in modo effettivo tutti gli spazi potenzialmente (e virtualmente) disponibili. «Anche nelle tribune - aggiunge il dg - verranno eliminati alcuni seggiolini per favorire i flussi unidirezionali previsti dal piano di protezione». Proprio quest’ultimo provvedimento comporterà alcune novità per quanto concerne l’ingresso alla pista e l’uscita a fine match. «Ad esempio - spiega Mona - l’accesso all’area VIP e hospitality sarà modificato, prevedendo l’entrata dal settore ospiti. Stesso discorso per la zona spalti, che manterrà la medesima rampa d’accesso ma per la quale sono state poi concepite due vie di uscita: sopra la curva e sotto l’area ospiti».
Questo per dire che le abitudini dei tifosi leventinesi dovranno giocoforza cambiare. Ma quanti sono, a oggi, quelli che hanno rinnovato l’abbonamento? «2.800. E tutti avranno un posto garantito» indica il dg biancoblù. Qualora venisse accolto, il nuovo piano di protezione consentirebbe anzi alla società di gestire e mettere in vendita un piccolo contingente di biglietti. «Il nostro obiettivo - puntualizza Mona - è però quello di convertire il maggior numero di posti liberi in abbonamenti. Più si può contare su frequentatori assidui meno si complicano le operazioni di tracciamento». E a proposito di risposte. Settimana scorsa è stata presa d’assalto la via prioritaria aperta agli abbonati per scegliere - previo il versamento di un contributo di solidarietà - il proprio posto nelle nuove tribunette in zona curva e rettilineo. «Mi scuso a nome del club per i problemi di tecnica informatica emersi successivamente» evidenzia Mona. Per poi aggiungere: «Le criticità sono state risolte e proprio in queste ore stiamo finendo di evadere tutte le richieste».
Giù i muri negli spogliatoi
La vita degli appassionati di hockey, dicevamo, sarà in parte stravolta. Posti nominali, mascherine obbligatorie, cibo e bevande solo da seduti ed emozioni in parte mitigate. Anche la squadra di Luca Cereda, tuttavia, dovrà riprendere le misure di casa. Dopo aver svolto buona parte della preparazione a Biasca, ieri l’Ambrì è infatti tornato ad allenarsi sul ghiaccio della Valascia. E per giocatori e staff tecnico qualcosa è mutato. Ancora Mona: «Per rispettare il piano di protezione della Lega, e in particolare le misure sul distanziamento sociale, è stato necessario intervenire sugli spogliatoi riservati alla prima squadra, agli ospiti e agli U20. Abbattendo alcune pareti si è passati da 6 a 3 locali». Un’altra voce di spesa legata alle misure anti-COVID 19, per un investimento globale che si avvicina ai 250.000 franchi.