Kevin Fiala e la reazione a catena

Oltre a dimostrare un attaccamento alla maglia rossocrociata commovente, contro gli USA Kevin Fiala è stato protagonista di una partita spettacolare. Ha colpito il palo che ha cambiato l’inerzia del primo tempo, ha propiziato il raddoppio di Siegenthaler e ha deliziato il pubblico della Jyske Bank Boxen di Herning con un campionario infinito di finte meravigliose. A pagare dazio, stavolta, sono stati gli americani. Sulle piste europee, più grandi di quelle di NHL, la star dei Los Angeles Kings diventa incontenibile. Del resto, ne avevamo già avuto la dimostrazione un anno fa a Praga, dove il sangallese fu eletto miglior giocatore del torneo. Le premesse per un altro Mondiale da supereroe ci sono tutte. Ma il suo impatto sulla squadra rossocrociata va al di là del suo apporto in prima linea e in power-play. Il suo inserimento ha infatti generato una reazione a catena che ha reso più forte e profonda tutta la squadra. Oggi Fischer non dispone soltanto di un’arma letale in più in attacco, ma anche di un «bottom six» più affidabile, solido e completo. Riat, separato dalla coppia Malgin-Andrighetto per far spazio a Timo Meier, è andato a dare sostanza a una terza linea tutta nuova, completata dal suo compagno losannese Jäger e dall’intraprendente Knak. A farne le spese è stato Hofmann, apparso un po’ in difficoltà, soprattutto a livello fisico, nelle prime due uscite, e ieri finito in tribuna. Ma ad entrare in una nuova dimensione è stata soprattutto la quarta linea. Non più interamente composta da giovani debuttanti, ma rinforzata dal «coltellino svizzero» per eccellenza, quel Christoph Bertschy capace di mettere la sua esperienza e le sue qualità a tutta pista al servizio dei promettenti ma ancora acerbi Schmid e Baechler. E mentre Ambühl si mette a disposizione come e quando serve, da perfetto 13. attaccante, si attendono novità sull’infortunio di Marti. Ieri la difesa ha reagito bene alla sua assenza, ma alla lunga potrebbe pesare.