La pausa riporta il Lugano ai pasticci di un mesetto fa

Solitamente le pause fermano il tempo. Ma a volte lo riavvolgono, riportando tutto indietro. È successo al Lugano, tornato a balbettare hockey come faceva un mese fa, prima di spiccare il volo e vincere sei gare di fila. Una serie interrottasi bruscamente ieri, dopo la sosta per le Nazionali, in casa della bestia nera Langnau, avversario che Fazzini e compagni non battono da sei partite. La squadra di Tomas Mitell si è presentata alla Ilfis senza due punti di riferimento importanti come Thürkauf (che potrebbe rientrare nel weekend) e Omark (che non tornerà più). Ma pur conservando intatte tre linee su quattro, non è mai riuscita a trovare fluidità e precisione, ad immagine del rientrante Sgarbossa. Al 9’ il canadese ha fallito l’occasione per portare i suoi in vantaggio, 20 secondi prima dell’1-0 di Bachofner. Poi ha trascorso il resto della serata a scontrarsi con i compagni. Dopo il rinnovo del contratto, ha pasticciato anche Schlegel, che ha regalato il raddoppio allo stesso Bachofner sul finire del periodo centrale. Poco dopo, il 3-0 in power-play di Flavio Schmutz (all’esordio stagionale) ha tagliato le gambe agli irriconoscibili bianconeri. Nel terzo tempo, il Lugano non ci ha neanche provato, mostrandosi rassegnato. E gli special team - disastrosi - non hanno di certo aiutato.
Serata storta?
«Dopo questa prestazione, potremmo dire che la pausa ci ha fatto male, ma non vogliamo focalizzarci su una sola partita», dice Dario Simion. «Preferisco pensare che si tratti semplicemente di una serata storta e che da qui alla prossima sfida (domani a Kloten, ndr.) avremo tempo per riprenderci». Di sicuro, è stato un Lugano da dimenticare: «Ci è mancato un po’ tutto», ammette Simion. «Eravamo lenti e poco lucidi, abbiamo perso dischi e duelli a ripetizione e incassato penalità evitabili. Anche in superiorità numerica non siamo stati all’altezza. Non trovando le reti in 5 contro 5, le nostre mancanze in power-play sono pesate più del solito. La partenza di Linus e l’assenza di Calvin non sono una scusa, cambiare terzetti fa parte dell’hockey e bisogna adattarsi in fretta. La mia nuova linea, completata da Sgarbossa e dal giovane Henry, non ha giocato bene, ma neppure le altre. Dovremo ritrovare l’equilibrio il più velocemente possibile». In futuro, poi, bisognerà pure trovare un modo per battere questo maledetto Langnau: «Loro giocano molto bene difensivamente», conclude l’attaccante ticinese. «Quando non riesci a creare opportunità in attacco, finisci per spazientirti, per perdere la testa, permettendo così all’avversario di prendere il sopravvento.

