Mondiali

La dura vita del tifoso che sogna Qatar 2022

Seguire la squadra del cuore al prossimo Mondiale sarà più complicato del solito – Gli alloggi sono pochi e cari e in assenza di biglietto non verrà concesso il visto d’entrata – Antonio Gambardella, della Travelclub: «Ai tifosi svizzeri proporremo anche Dubai e la crociera»
Massimo Solari
05.04.2022 06:00

«Richiesta vacanze - Fine novembre e inizio dicembre». E-mail con questo oggetto stanno intasando le caselle di posta elettronica di migliaia e migliaia di datori di lavoro. Insospettiti e disorientati, a fronte di un periodo solitamente negletto dai collaboratori assetati di ferie. Il 2022, però, è un anno eccezionale. Come la prima Coppa del mondo della storia organizzata al tramonto dell’autunno. Già, i tifosi di mezzo mondo in queste ore sono in fibrillazione. Molti di loro si sono già mossi - poco più di 804 mila per la precisione - aggredendo la prima fase di vendita dei biglietti promossa dalla FIFA. Oggi, alle 12 di Doha, 11 svizzere, scatta invece il secondo round. Inevitabilmente più carico di aspettative e ragionato, dal momento che il sorteggio di venerdì scorso ha dato un’anima al torneo in Qatar. Gironi, date, stadi. Sì, adesso è tutto chiaro. All’appello mancano giusto tre selezioni. I sostenitori delle altre 29, loro, possono per contro pianificare. Sognare, anche, Doha, con le sue tiepide temperature, gli stadi climatizzati, i grattacieli. Tutto molto bello ed esotico. O forse no? La realtà, per numerosi fedelissimi delle grandi competizioni per nazionali, rischia di essere molto più prosaica. Per non dire scoraggiante.

48 ore per lasciare il Paese

Il coefficiente di difficoltà per seguire il prossimo Mondiale dal vivo, in effetti, sembra elevato. E a lanciare l’allarme, negli scorsi giorni, è stato un membro degli «Irrésistibles Français», la più grande associazione di tifosi al seguito della Francia. «In Russia, 4 anni fa, eravamo in 600. Mentre in Qatar, purtroppo, solo poche decine saranno presenti» la sua amara constatazione a L’Équipe. Le criticità sono molteplici. E non solo di natura pratica. Fra coloro che non si recheranno nel Paese arabo, ad esempio, c’è anche chi non accetta le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate in loco, in primis per quanto concerne i lavoratori impegnati nei cantieri degli impianti di gioco. A differenza dell’estate, suggerivamo in apertura, liberarsi dai propri impegni professionali potrebbe poi essere più arduo. A scoraggiare la maggior parte dei fan, tuttavia, potrebbero essere i prezzi (dei biglietti e dell’alloggio), così come le regole severe previste per l’entrata in Qatar. Per dire: le autorità locali hanno deciso che solo i possessori di un biglietto potranno mettere piede nello regno dell’emiro Al Thani. Nello specifico attraverso la «FanID» e la carta «Hayya», il visto rilasciato ai viaggiatori in provenienza dall’estero. Tradotto: scordatevi lo scenario del turismo mordi e fuggi, così, tanto per respirare l’aria del Mondiale qatariota e magari fare l’affarone con il «bagarino» di turno. No, il «come va, va» non è contemplato. E nemmeno i soggiorni prolungati a margine dell’eliminazione della squadra del cuore. In questo caso, entro 48 dall’uscita di scena dei propri beniamini bisognerà lasciare Doha. Poco importa se l’hotel in cui alloggiate contemplava altre due notti o se la modifica della data del volo di rientro implicherà maggiori costi.

Letti in acciaio, per 80 franchi

A proposito di soldi. Credere di poter godere del Mondiale 2022 senza spendere chissà che è un concetto clamorosamente ossimorico. Se è vero che il prezzo dei biglietti più economici - quelli della categoria 3 - sono stati abbassati del 33% nei gironi e dell’18% allo stadio degli ottavi di finale, dai quarti in poi l’incremento va dal 20% sino al 40% in finale. Di più: i posti che rientrano nella citata categoria 3 sono stati ridotti. Nel complesso, dunque, seguire tutte le partite della propria nazionale potrebbe richiedere un investimento finanziario doppio rispetto all’ultimo Mondiale. Da 1.165 a 2.362 franchi circa, in caso di impossibilità di bloccare un tagliando economico nella finestra di acquisto denominata «il primo che arriva, prima viene servito».

Oddio, per i più coraggiosi, affamati di calcio, non di relax e lusso, una soluzione viene pur sempre proposta. A circa 80 franchi a notte. Avete in mente i casermoni della scuola reclute, con le camerate per 10-15 soldati?Ecco: l’agenzia qatariota che si occupa degli alloggi offre anche dei letti singoli, in acciaio, all’interno di campus e con la cucina in comune. Ma si parla anche di strutture nel deserto, lontane insomma dalle scintillanti nuove costruzioni capitale.Qui, all’opposto, sono consigliate altresì ville a cinque stelle, per quasi 1.000 franchi a notte. Bene. Peccato che in Qatar, 3 milioni di abitanti e un territorio di 10.000 km quadrati sempre più cementificato, la stanza desiderata potrebbe anche non essere costruita. L’alternativa, che stanno sondando in molti, è dunque la trasferta nella trasferta. Soggiornare, cioè, a Dubai, Abu Dhabi o in Bahrein e volare su Doha il giorno della partita.

Un torneo in mare aperto

Come detto, gli irriducibili tifosi della Francia non l’hanno presa benissimo. Così come piuttosto preoccupati sono i tifosi inglesi, invero depressi per le stringenti normative legate all’alcol. Birra e superalcolici, infatti, saranno accessibili solo in determinati luoghi: grandi hotel, fan zone e poco altro. E i tifosi della Nazionale svizzera? Loro, come si stanno comportando? «Sin qui abbiamo ricevuto alcune centinaia di richieste e contiamo di proporre i nostri pacchetti entro fine aprile» precisa Antonio Gambardella. Il direttore della Travelclub, storica agenzia nel mondo dell’intrattenimento sportivo e partner dell’ASF dal 1999, è rientrato dal Qatar proprio nelle scorse ore. «Le sfide, per questo Mondiale, non mancheranno» ammette. «Il numero limitato di alberghi e camere complica il tutto, è vero. Allo stesso tempo, però, osservo delle opportunità. Per la prima volta il Mondiale sarà a portata di mano. Quattro stadi a Doha e gli altri a meno di un’ora di macchina. Per noi, come agenzia, si tratta quindi di ragionare su pacchetti misti. Non per forza solo Svizzera-Brasile, ma - perché no - anche altre gare di rilievo. Un soggiorno di 6 notti, in tal senso, è sicuramente qualcosa di sensato e sostenibile». A orientare la squadra di Gambardella, va da sé, sarà il mercato. «Per quanto concerne l’alloggio, l’aspetto maggiormente delicato, intendiamo muoverci su tre terreni. A partire dall’offerta in loco, con degli hotel in Qatar. C’è poi l’opzione di Dubai, sicuramente più vantaggiosa in termini di prezzi per camera d’hotel, con voli di 45-50 minuti per Doha il giorno delle gare. L’ultima proposta, sulla quale vorremmo spingere, fa invece rima con MSC crociere». Sì, avete capito bene: un Mondiale in mare aperto. «Questo è un prodotto molto interessante, in particolare per chi ama e ha già sperimentato i viaggi in crociera» osserva Gambardella. In totale dovrebbero essere disponibili 4.000 cabine, a tariffe medio-alte (le basi vengono 170 franchi a notte circa). «Per questo Mondiale particolare spendere un po’ più del solito è inevitabile» conclude Gambardella, riconoscendo - alla luce di quanto indicato sopra - come «la concorrenza dei tifosi individualisti, capaci di organizzare sarà senza appigli esterni il viaggio mondiale, per forza di cose sarà minore». Nel dubbio, migliaia di e-mail ai datori di lavoro stanno comunque partendo.

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