La rinascita di Spacek nel mese più importante
Sarà addio? Ci stupirebbe il contrario. Ma per il suo ultimo ballo in biancoblù, Michael Spacek ha deciso di fare le cose in grande. Non di sorridere a 32 denti, per carità. E neppure di rilasciare dichiarazioni a cuore aperto. No, il centro ceco spera di essere ricordato (e forse rimpianto) per ciò che solitamente gli riesce meglio: gol e assist. Dopo la lunghissima fase di appannamento vissuta tra il 15 ottobre e il 20 gennaio, con 2 sole reti segnate in 26 partite, il 26.enne ha ritrovato le migliori sensazioni a partire dal derby casalingo del 26 gennaio. In quella vittoria per 2 a 1, il casco giallo dell’Ambrì Piotta ha firmato un assist e soprattutto il gol decisivo all’overtime. Da allora è finito sul tabellino dei marcatori per 9 gare di fila, fermato solo dall’influenza che gli ha impedito di scendere in pista venerdì scorso a Losanna. In questa striscia positiva di 9 partite, Spacek ha totalizzato 8 gol e 6 assist, per una media folle di 1,55 punti e 0,88 gol a match. Bersagliato dalle critiche nel momento più complicato, ultimamente Spacek è stato più volte osannato dal pubblico della Gottardo Arena.
Un anno dopo
Sull’arco dell’intera stagione, «Spacio» sta confermando le cifre del 2022-23, viaggiando alla media di un punto a partita: 16 gol e 28 assist nelle 45 gare di questa annata; 14 gol e 36 assist nelle 50 della scorsa stagione, trascorsa al fianco del grande amico Filip Chlapik. La partenza del connazionale, che ha sciolto con un anno d’anticipo il contratto che lo legava all’HCAP, ha influito sull’umore di Spacek, ma non sulle sue statistiche. Con 44 punti, oggi il topscorer leventinese è 6. nella classifica marcatori di National League, non lontano da Wallmark (45), Joly (47) e Kahun (49). Solo Sörensen (58) e Thürkauf (57) hanno avuto un altro passo. Nel 2022-23, Spacek aveva chiuso la regular season al 7. posto, a 3 punti dal 3. rango di DiDomenico (53).
Meglio senza Alex
Spacek ha cambiato marcia quando l’Ambrì Piotta ne ha avuto più bisogno. Quella del 26 gennaio contro il Lugano, infatti, è stata la prima gara del «dopo Formenton». Con l’improvvisa partenza del canadese per le note vicende giudiziarie, i biancoblù si sono ritrovati senza il loro attaccante più in forma. Ebbene, il centro ceco - seppur con un ruolo e delle caratteristiche diverse - ha saputo colmare il vuoto, ritrovando le migliori sensazioni in fase realizzativa. Curiosamente, in questa stagione la produttività di Spacek è molto peggiorata con la presenza in squadra di Formenton. Lungi da noi ipotizzare spiegazioni, ma questi sono i dati: dal 15 settembre al 6 ottobre, prima del ritorno in Leventina del canadese, Spacek ha totalizzato 4 gol e 7 assist in 10 partite, con una media di 1,10 punti a incontro. Tra il 14 ottobre e il 20 gennaio, con Formenton in rosa, il ceco ha firmato 4 gol e 14 assist in 27 partite, per una media di 0,66 punti a incontro. Dopo la partenza di Alex, come detto, Michael ha siglato 8 gol e 6 assist in 9 partite, per una media di 1,55 punti a incontro. Complessivamente, nelle 19 gare senza Formenton in rosa, Spacek ha viaggiato a 1,31 punti di media a incontro. Con Formenton, ha reso meno della metà (0,66, appunto).
L’impatto di Laurent
Dopo l’addio di Formenton, Cereda ha dovuto ridisegnare il line-up. Da qui l’intuizione di schierare Laurent Dauphin all’ala di Spacek, in una prima linea completata da Inti Pestoni (il compagno più fedele di Michael con 28 gare al suo fianco). La chimica ha funzionato alla grande e a trarne vantaggio, oltre a Spacek, è stato lo stesso Dauphin: nelle ultime 7 partite, il nativo di Montréal ha totalizzato 3 gol e 6 assist. Non male per chi era reduce da 6 gare senza punti. Dopo l’infortunio di Pestoni, è poi stato De Luca a trovarsi a meraviglia al fianco di Spacek. Un’intesa, quella tra il ceco e il 19.enne italiano, che era già emersa in novembre. Ma quando «Spacio» è in fiducia, tutta la squadra ne trae vantaggio.