Il personaggio

L'animo del Crus e quel mezzo sorriso sotto il cappellino

Nonostante la sconfitta, Mattia Croci-Torti può dirsi soddisfatto: al di là del risultato, sa che il suo Lugano ha messo in campo cuore e qualità
© CdT/Gabriele Putzu
Maddalena Buila
04.06.2023 23:30

Mattia Croci-Torti si appropinqua alla sala stampa del Wankdorf con passo pesante. Ciononostante, sotto il cappellino, si intravede un mezzo sorriso. Aspetto comportamentale che si rispecchia poi nei primi concetti espressi dal tecnico bianconero: «C’è tanta delusione. Ci credevamo davvero. È dunque inevitabile che questa sconfitta faccia male. Al contempo, però, dobbiamo essere orgogliosi. Abbiamo dimostrato di saper reagire alla grande». Una reazione resasi assolutamente necessaria dopo che i bianconeri si sono ritrovati sotto di due gol al termine del primo tempo. «La verità è che abbiamo impacchettato all’YB due enormi regali che, in una finale, non si possono concedere. Loro, nei nostri confronti, non ne hanno fatti. Anche noi abbiamo però avuto diverse belle occasioni. Penso a quelle giunte sui piedi di Steffen o Arigoni. Abbiamo peccato di troppa timidezza nei primi minuti? Probabile, ma non è evidente approcciare diversamente un match di questo tipo al Wankdorf, dimostrandosi aggressivi sin da subito. Abbiamo preso due gol in momenti delicati. Questo è forse l’unico rimpianto che ho». Già, il 2-0, per esempio, sarebbe stato meglio evitarlo. «Saipi ha commesso un errore, è vero. Ma poi ha fatto una super parata su Elia. Dunque non penso si debba puntare il dito».

Un match dai due volti, quello inscenato da Sabbatini e compagni, capaci di approcciare la ripresa con tutt’altro piglio rispetto a quanto visto nei primi 45 minuti. «Sarebbe però troppo facile, col senno di poi, pensare a come avrei potuto interpretare diversamente il match – prosegue il tecnico momò –. Piuttosto ritengo che la nostra grande pecca siano stati i contrasti aerei, vinti sempre dall’YB. I gialloneri, d’altronde, oggi non hanno giocato a calcio. Tutti i palloni venivano lanciati in avanti, smazzati poi accuratamente da Nsame. Ecco, nel primo tempo abbiamo pagando sul piano atletico, cambiando poi radicalmente nella ripresa. Peccato, avevo un piano chiaro in testa. Ma, in una finale, per forza qualcuno deve perdere. E oggi è toccato a noi. Non dobbiamo cercare troppe scuse».

Un deluso Mattia Croci-Torti acclamato, però, da pubblico e giocatori bernesi. «Un aspetto che mi interessa poco. Piuttosto preferisco ricordare il modo in cui la mia squadra è stata applaudita dalla tifoseria bianconera. Ce l’abbiamo messa tutta, guardando l’YB negli occhi per 96’ e mettendo in campo - nel secondo tempo - una delle migliori prestazioni degli ultimi due anni. Quel gol al 48’ poteva ammazzarci, invece abbiamo reagito alla perfezione».

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