Le reazioni dei protagonisti del derby

Il Lugano vince meritatamente il derby più importante degli ultimi 17 anni e continua a correre verso i pre-playoff. Il destino è nelle sue mani, grazie al sorpasso sul Kloten. Sabato alla Cornèr Arena arriverà il Bienne. L’Ambrì Piotta, invece, è già matematicamente e tristemente in vacanza.
Qui Ambrì
Luca Cereda non si nasconde: «I pre-playoff erano uno dei nostri obiettivi dichiarati e lo abbiamo fallito. Sapevamo che non sarebbe stato scontato, ma il 10. posto era nelle nostre corde». La condanna è arrivata in un derby che ha certificato anche la 7. sconfitta casalinga consecutiva: «È stata una gara equilibrata, in cui entrambe le squadre hanno giocato per vincere, tirando più di 40 volte. Il Lugano è stato molto più bravo nelle piccole cose: davanti alla porta, in uscita di zona, nel forecheck. Ha commesso meno errori individuali. E ha quindi meritato di vincere».
A chi gli chiede di un suo possibile futuro lontano da Ambrì, il «Cere» risponde così: «Ci resta una partita, ho voglia di giocarla per onorare il campionato e la nostra maglia. Poi, visto che la nostra stagione finirà presto, avremo tutto il tempo per analizzare cosa abbiamo fatto bene e cosa abbiamo sbagliato. A quel punto tireremo la riga e trarremo le nostre conclusioni. Anche per capire come mai nel momento clou della stagione abbiamo perso sette volte in casa».
Al coach ticinese non hanno di certo fatto piacere i fischi arrivati dalle tribune già durante il primo power-play, con la gara ancora tutta da vivere: «Non è la prima volta che succede. Mi ero già espresso qualche mese fa e pure il tifo organizzato della GBB aveva preso posizione con un comunicato. Chi ha voluto capire lo ha fatto, chi non ha voluto capire non capirà mai».
«Sentire il pubblico rumoreggiare e spazientirsi non è stato bello», conferma Zaccheo Dotti. «Avevo la sensazione che stessimo dando tutto. I tifosi hanno diritto di essere nervosi e di vivere le emozioni alla loro maniera, non possiamo mica incolparli, ma siamo abituati ad averli sempre dalla nostra parte, pronti a spingerci in qualsiasi situazione». Il difensore commenta così la sconfitta: «La vittoria di Davos ci aveva dato una speranza e avevamo ben altre aspettative. Il primo gol ha sbloccato il Lugano, che ha gestito meglio il nervosismo. C’è amarezza».
Qui Lugano
Sì, il Lugano ha il destino nelle sue mani. «È una bella sensazione», afferma Luca Gianinazzi. «Ci resta una partita da vincere e sappiamo che il Bienne non ci farà regali perché vuole chiudere al primo posto. Ma noi vogliamo fortemente i pre-playoff. Sarà una guerra. Prepariamoci bene». Nel derby più importante degli ultimi 17 anni, il Lugano non ha tremato: «Nei primi minuti eravamo un po’ troppo tesi, ma poi abbiamo alzato il livello», spiega l’allenatore. «Nel periodo centrale abbiamo giocato estremamente bene, meritavamo forse più di due reti di vantaggio. Il gol di Bürgler a 30’’ dalla fine del secondo tempo mi ha fatto arrabbiare e avrebbe potuto farci male, ma abbiamo dimostrato carattere. Nel terzo ci siamo difesi con ordine, concedendo poco».
La scelta di schierare Koskinen si è rivelata ancora vincente: «Quando Mikko gioca al suo miglior livello, può sempre fare la differenza. Ha anche tanta esperienza, è abituato a palcoscenici importanti e a sfide decisive. Quando la partita conta, si esalta. È sempre stato così nella sua carriera. Davanti a lui abbiamo svolto un buon lavoro. Ad eccezione della rete del 2-1». Il «Giana» spende anche qualche parola per Giovanni Morini, autore del 3-1: «Gli piace segnare reti importanti, se vuole continuare così per me va benissimo. Sono anche contento per il 2-0 di Zanetti. Un gol incredibile, gli ho chiesto da dove lo ha tirato fuori. Bravo anche Bennett, autore dell’1-0. È arrivato da noi senza proclami, ma è un professionista eccellente e mangia sempre il ghiaccio».
Lo specialista
Come detto, «Gigio» Morini si sta specializzando in gol pesanti: «Ogni gol di questo derby è stato fondamentale», ci dice l’attaccante comasco. «Lo stesso vale per ogni parata di Mikko e per ogni tiro bloccato. Ogni dettaglio ha fatto la differenza. La tensione all’inizio era palpabile. Normale in un derby che metteva così tanto sul piatto. Abbiamo incanalato meglio le emozioni rispetto all’Ambrì. Soprattutto nel secondo tempo, nel quale abbiamo giocato ottimamente. Nel terzo abbiamo anche cercato di difendere il risultato. Era una finale per entrambe le squadre e adesso ne abbiamo un’altra da vincere contro il Bienne, una delle migliori compagini della lega. Sarà difficile, dovremo giocare al nostro meglio».
Così Julian Walker: «Quando giochiamo in modo semplice, siamo forti. Ad inizio partita c’era un po’ di nervosismo, ma poi abbiamo trovato la chiave per imporci. Sono tre punti fondamentali. Domani contro i seeländer servirà ancora uno sforzo collettivo, in ogni singolo cambio».