Motori

L’essenza della performance si fa forma: abbiamo scoperto in anteprima la nuova Maserati MCPURA

Dalla MC20 nasce un’evoluzione radicale: più stile, più sostanza e una visione estrema della purezza meccanica firmata Tridente - Abbiamo assistito alla sua prima mondiale
Mattia Sacchi
10.07.2025 12:00

La Maserati MC20 cambia pelle, ma non cambia anima. Si chiama MCPURA la sua nuova incarnazione, svelata in anteprima mondiale nel corso di una conferenza online, a pochi giorni dal debutto dal vivo al Goodwood Festival of Speed 2025. Una trasformazione che è molto più di un rebranding: è una dichiarazione di intenti. MCPURA rappresenta l’evoluzione consapevole di un modello che ha segnato il rilancio sportivo del Tridente, ma anche l’inizio di una nuova visione: più lucida, più essenziale, più autentica.

«Non è un semplice aggiornamento, è la seconda generazione della MC20», ha chiarito sin da subito Giovanni Perosino, Chief Marketing Officer Maserati, rispondendo alla prima domanda dei giornalisti. «Abbiamo affinato tutto: dinamica, interni, aerodinamica, tecnologia. Il cuore, il motore Nettuno, non aveva bisogno di cambiamenti. Era già perfetto. Tutto il resto, invece, meritava di diventare ancora più puro».

Non a caso, il claim scelto per il lancio gioca con l’equazione più nota della fisica moderna: E = MC PURA. Un calembour che fonde fisica e filosofia del marchio, trasformando l’auto in un concetto. MCPURA è energia, lusso, prestazione. Una Maserati elevata a se stessa.

Una bellezza che nasce dal gesto tecnico

Il design della nuova MCPURA nasce al Centro Stile Maserati di Torino, sotto la guida di Klaus Busse. Le proporzioni restano quelle della MC20, ma tutto è stato levigato, teso, chiarito. Il frontale presenta un «shark nose» ancora più definito, mentre il posteriore è stato alleggerito e scolpito con maggiore decisione. Le appendici aerodinamiche, come sempre in Maserati, sono ridotte al minimo: ogni funzione è integrata nella forma.

Busse ha raccontato un dettaglio rivelatore: «Abbiamo passato giorni a studiare come integrare i radar di parcheggio nel paraurti senza compromettere la linea. Sembrano dettagli minori, ma sono questi a fare la differenza tra una supercar urlata e un oggetto che respira equilibrio».

La luce, per Busse, è uno strumento di design: «Abbiamo lavorato per ottenere superfici che rispondano ai raggi solari in modo dinamico. L’effetto è quasi scultoreo: l’auto cambia aspetto a seconda dell’ora del giorno».

Tra le novità cromatiche spiccano il Devil Orange – un omaggio a Maria Teresa De Filippis, prima donna in Formula 1 con Maserati – e l’Ai Aqua Rainbow, tinta di lancio iridescente che muta con la luce, passando dal verde acqua all’oro e al viola.

MCPURA Cielo: il tetto che scompare, la linea che resta

La gamma MCPURA prevede anche la versione Cielo, dotata di un tetto retrattile in vetro elettrocromatico. In 12 secondi l’auto passa da coupé a cabriolet, senza perdere tensione estetica. Non è solo un esercizio tecnico: è una scelta precisa di coerenza.

Alla domanda se non sarebbe stato più semplice progettare un unico modello con tetto apribile Davide Danesin, responsabile dell’ingegneria dei veicoli Maserati, ha risposto: «Sarebbe stato un compromesso. Abbiamo invece creato due scocche con identica architettura ma diversa stratificazione del carbonio. Il risultato? Solo 12 kg di differenza tra le due versioni, e rigidità torsionale da riferimento».

Le due «gobbe» dietro i sedili posteriori della Cielo non sono un vezzo: servono a contenere il meccanismo del tetto e, al tempo stesso, a migliorare la penetrazione aerodinamica. Il gesto tecnico, ancora una volta, diventa estetica.

Nettuno: il motore che non ha bisogno di discolparsi

Il cuore resta il V6 Nettuno, 3.0 litri biturbo con 630 cavalli e 730 Nm di coppia. Un motore interamente sviluppato da Maserati, con camera di combustione a precamera e doppia accensione, ispirata alla Formula 1. Nessuna modifica nella configurazione meccanica, ma un lavoro intenso di ricalibrazione.

«Non volevamo più potenza, volevamo più sensazione», ha spiegato Danesin. «Abbiamo migliorato l’erogazione, la reattività, la progressione. Ora MCPURA risponde come una creatura viva. È un motore che parla al piede e alla testa».

Alla domanda se sia prevista una variante elettrica, la risposta è stata netta: «No. La MC20 Folgore era in programma, ma il mercato dei BEV ad alte prestazioni è in stallo. MCPURA è un’ode alla combustione interna. Finché potremo, continueremo a costruire motori così».

Dentro, un salotto tecnico e sartoriale

Gli interni sono stati completamente ripensati. La pelle lascia spazio all’Alcantara: più leggera, più resistente, più coerente con lo spirito sportivo dell’auto. I sedili sono incisi al laser, con backing cangiante, mentre il volante si presenta in due versioni: standard e racing, quest’ultima in fibra di carbonio con LED di cambiata integrati.

«L’Alcantara non è un vezzo, è un materiale da corsa», ha precisato Busse. «Ha grip, non si scalda, non riflette. E ci consente lavorazioni decorative impensabili con altri materiali. Le incisioni laser sono il nostro tocco sartoriale».

La plancia ospita due schermi da 10,25«, completamente rinnovati nel software e nella resa visiva. MCPURA introduce la nuova interfaccia MIA con performance pages, comandi minimali e aggiornamenti over-the-air.

Un cliente che cerca esperienza, non spettacolo

Chi acquisterà una MCPURA? La risposta, più che demografica, è psicologica. «È un cliente maturo, curioso, che ha già avuto Porsche, Ferrari, Aston Martin», ha spiegato Perosino. «Ma cerca qualcosa di diverso. Non vuole solo correre: vuole sentire. MCPURA è pensata per chi non ha bisogno di dimostrare nulla. È un’auto per chi ama il silenzio più del rumore».

Anche la produzione riflette questa filosofia. MCPURA non sarà a tiratura limitata, ma prodotta su ordinazione. «Non vogliamo creare scarsità artificiale, ma rispetto per il tempo di chi la sceglie. È una supercar, non un NFT», ha commentato con ironia un dirigente.

Telaio, sospensioni, aerodinamica: l’arte dell’equilibrio

Il telaio in fibra di carbonio è prodotto da TTA Adler e progettato con Dallara. L’architettura resta invariata, ma ogni dettaglio è stato ottimizzato: nuovi supporti, riviste le sospensioni attive, migliorata la risposta dello sterzo.

L’aerodinamica lavora sotto pelle. Non ci sono alettoni vistosi, ma un fondo piatto con estrattore attivo e canalizzazioni invisibili. Il risultato è una deportanza efficace, silenziosa, funzionale.

«Il miglior carico aerodinamico è quello che non vedi», ha detto Danesin. «Abbiamo fatto oltre 2000 ore in galleria del vento. MCPURA vola bassa, ma senza farsi notare».

Il suono delle emozioni

L’impianto audio di serie è a 6 altoparlanti, ma chi cerca l’eccellenza può optare per il Sonus Faber a 12 canali. È stato progettato in sinergia con l’abitacolo, usando materiali naturali e griglie acustiche che non interferiscono con l’estetica.

Eppure, il vero suono resta quello del Nettuno. «È il nostro inno», ha detto Busse. «L’audio è meraviglioso, ma il rombo del V6 è musica concreta».

La linea è tracciata. Il futuro resta puro.

La produzione inizierà a settembre. Le prime consegne avverranno in autunno. Dopo Goodwood, MCPURA sarà protagonista anche a Pebble Beach. Ma è già entrata nel cuore degli appassionati.

In un mondo che rincorre l’elettrificazione, le interfacce e l’automazione, Maserati ha scelto una strada diversa: quella della purezza. MCPURA non è una supercar urlata. È un gesto silenzioso e consapevole. Una dichiarazione di stile. Un’auto che non deve convincere nessuno – solo accendere qualcosa, dentro.

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