Il ricordo

Philipp Peter: «Niki Lauda amava a fondo la vita»

Il pilota ticinese ha conosciuto molto bene l’asso austriaco della Formula uno perché era un amico di lunga data del padre
Philipp Peter il 13 marzo del 2014 quando annunciò il suo addio alle corse. (Foro Archivio CdT)
Nicola Bottani
Nicola Bottani
21.05.2019 11:57

LUGANO - C’è un pilota ticinese - lo consideriamo ancora tale pur se ha dato l’addio alle gare nel 2014 - che Niki Lauda l’ha conosciuto bene. Anzi, benissimo. È Philipp Peter, classe 1969 e che in carriera, nelle più disparate categorie dell’automobilismo da competizione, ha disputato oltre 400 corse, vincendone almeno una trentina e salendo sul podio un centinaio di volte. Tra risultati più brillanti firmati da Philipp spicca indubbiamente il terzo posto assoluto colto alla 24 Ore di Le Mans nel 2002, nei panni di pilota ufficiale della Audi e con i tedeschi Michael Krumm e Marco Werner quali compagni di equipaggio.

«Niki Lauda lo conosco (e qui Philipp usa proprio il presente, ndr.) da quando sono nato. Anzi, è lui che mi conosce da quando sono nato. Era molto amico di mio padre Peter, che adesso ha 76 anni e con il quale in anni ormai lontani Niki aveva gareggiato in auto insieme, anche in campionati importanti, di livello mondiale. Tra loro si vendevano e rivendevano anche le auto da corsa e sono stati sempre molto legati», racconta innanzitutto Philipp, nato a Vienna e poi trasferitosi in Ticino quando aveva otto anni.

Pure il debutto di Philipp Peter nell’automobilismo da competizione è legato a doppio filo con l’amicizia nata fra lui e Lauda: «La mia famiglia non aveva grandi mezzi finanziari e quando mi sono messo in testa di correre in auto, Niki mi fece conoscere a Giorgio Pianta, storico pilota italiano e direttore sportivo dell’Alfa Romeo che mi diede una mano facendomi avere due motori e contatti con sponsor grazie ai quali ho potuto debuttare in Formula 3. E da lì via a correre come professionista del volante sono andato avanti per vent’anni. Un altro ricordo che serberò sempre è la possibilità che mi diede Niki di presentare la mia macchina di Formula 3 davanti alla sede della Lauda Air a Vienna».

Dopo di che Philipp racconta di Lauda con queste parole: «È stato sempre un grande lottatore, determinato come non mai nel ricorrere le vittorie in pista e molto abile anche sul piano del business puro. Non certo è cosa da tutti fondare una compagnia aerea come la Lauda Air e portarla in alto come ha fatto lui. E Niki ha lottato sempre e comunque anche dopo l’incidente del 1976 al Nürburgring in cui solo per un soffio non aveva perso la vita. Infatti, era sì tornato alle gare dopo una quarantina di giorni, ma per tutto il resto della sua vita ha sempre dovuto lottare contro i problemi di salute che sono stati la conseguenza permanente di quel giorno al Nürburgring. Ciò che non gli ha comunque impedito di andare a caccia e di conquistare il suo terzo titolo mondiale di Formula uno nel 1984».

Il pilota ticinese racconta poi di una caratteristica che ha sempre contraddistinto l’asso austriaco: «Era uno che le cose non le ha mai mandate a dire, pure a costo di apparire scomodo e magari anche antipatico. Però, se riteneva di avere ragione la sua la diceva sempre e comunque, che piacesse o meno agli interlocutori di turno o ai destinatari delle sue parole».

Andando più sul piano personale, cosa può dirci ancora Philipp Peter di Niki Lauda? «È uno uomo che amava a fondo la vita e non perdeva occasione di viverla in tutte le sue sfaccettature. Amava scherzare e fare scherzi, e parlare anche di molte altre cose che non riguardavano l’automobilismo e le corse. Insomma, un uomo davvero piacevole e insieme al quale era piacevole stare, una fortuna che a me è toccata più e più volte grazie a quella grande amicizia che era nata tra Niki e mio padre».