La corrispondenza

Napoli e quel dispetto aritmetico

La matematica non è un'opinione e ha reso coriandoli gli spartiti napoletani — La città dovrà attendere... Domani? Un altro giorno, ma non quello previsto
Gianfranco Coppola
30.04.2023 20:15

Strega cattiva, l'aritmetica ha reso coriandoli gli spartiti napoletani: un popolo di santi, navigatori, poeti, musicisti e che avrebbe voluto aggiungere anche di campioni d'Italia del pallone. Ma non è così, la matematica non è un'opinione. Certo, un dettaglio solo statistico ma come pensare di poter reinterpretare una via della pazza folla che aveva inquietato al punto da aver predisposto un piano sicurezza manco fosse in calendario un ribollente G20? Ospedali da campo, esercito e forze dell'ordine in assetto antisommossa, monumenti presidiati, droni ed elicotteri occhi volanti per controllare tutto. Il popolo più folcloristico e divertente visto come un potenziale carico di esplosivo: timori per infiltrati? Non lo sapremo mai. Di sicuro è tutto rinviato e nessuno ritira chilometri di striscioni, migliaia di bandiere, triangoli tricolori di ogni misura con un bel 3 al centro e la rituale snocciolante serie di battute fulminanti: dal cosa vi siete persi al cimitero a lo spettacolo siete voi affisso davanti ad un teatro ma riferito a Spalletti e i suoi ragazzi. Certo il destino ha voluto che a 54 km da Napoli, a Salerno, prendesse corpo una sera all'improvviso una festa solo desiderata con tanto di corteo strombazzante e accoglienza da grande giorno. E dall'incubo granata, una scottatura come quando vai alle Maldive ed eviti la protezione, riecco per alcune ore rispuntare La Vecchia Signora immortale. A prescindere dalla sfida col Bologna in notturna, nell'amarezza del post pareggio che la Salernitana ha cercato e trovato con un coraggioso finale e una zampata di Dia mentre gli azzurri hanno confermato l'appannamento di Kvara e la tensione per una gara affrontata in un clima di entusiasmo, si è aggiunto il rompicapo dell'anno: calcoli per una classifica ad elastico e calendario ancora da rimodellare con possibili anticipi, orari coincidenti nel bel mezzo di un turno infrasettimanale. Lazio sconfitta di fatto è solo l'aritmetica che deve suggellare la meritatissima impresa azzurra ma riecco spuntare la Juve: e se diventa seconda? Come un fantasma, una sorta di Strega cattiva, Madama si è incuneata tra i vicoli coi festoni, il lungomare diventato letto per una fiumana di gente d'azzurro vestita, quartieri popolari e costosi con facce appese per la delusione di quello che è solo un dispetto da calcolatrice. La Juve, e che vuless fa? Domanda ricorrente nel post derby a conferma di una irriducibilità che in fondo contraddistingue la squadra che ha vinto più scudetti in Italia: dura a morire. Con un torneo da nervi troppo tesi, peggio di Allegri con il ditino ad indicare un solo scudetto, forse perché l'intelligente tecnico bianconero era davvero sotto pressione, peggio di Allegri ribadiamo ha fatto Landucci, il suo vice, che da buon toscano ha rieditato in chiave pallonara la storia del conte Ugolino e dell'arcivescovo Ruggiero promettendo a Spalletti di mangiargli la pelata. La Tristina Commedia in chiave pallonara. C'è comunque un regista occulto che si diverte a scrivere trame di sport e di rivalità. Il derby Napoli-Salernitana è diventato incandescente dal 1994 allorquando la tifoseria ufficiale azzurra manifestò la volontà di appoggiare la Juve Stabia dell'ex presidente Fiore nello spareggio promozione contro i granata previsto all'allora San Paolo. E il calendario ha fissato proprio nel giorno dello scontro più sentito dalle due squadre di A della Campania il termine aritmetico decisivo. Ora si tornano a fare calcoli mentre il circo delle tv del mondo monta e smonta set tra le location più significative della cartolina che è Napoli. La Vecchia Signora dalla polvere all'altare di una giornata infernale. Domani è un altro giorno ma non quello previsto. Voleranno spinti dal maestrale coriandoli di pensieri sparsi ma in fondo è proprio vero: solo un dispetto aritmetico però...  

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