Calcio

Nella ghiacciaia del Tourbillon, il Lugano scalda subito il cuore

Pazzo ritorno in campo per i bianconeri, riacciuffati due volte dal Sion ma infine vittoriosi grazie a una rete di Celar - Decisivo, con un assist magistrale, anche Macek - Croci-Torti: «Roman meritava un’invasione di campo così»
La gioia dei bianconeri, nell’occasione in maglia rossa, usciti vittoriosi dal Tourbillon. © Keystone/Valentin Flauraud
Massimo Solari
22.01.2023 19:33

Si sussurra che Reto Ziegler abbia lasciato il Lugano anche perché stufo di fare il terzino. Già. A Sion, per la ripresa del campionato e complici alcune assenze, il neoallenatore Fabio Celestini non ha però avuto altra scelta. Schierando l’ex difensore della nazionale sull’out di sinistra. «E qualche suo difetto, beh, lo conosco» aveva ammesso alla vigilia il tecnico del Lugano Mattia Croci-Torti. Detto, fatto. Su quella corsia i bianconeri hanno costruito il primo successo del 2023. Un successo clamoroso. Una storia bellissima, anche, considerati i suoi protagonisti e il lieto fine scritto a un amen dal triplice fischio conclusivo. Quando il 2-2, ammette lo stesso Crus, «sarebbe stato un risultato corretto e soddisfacente».

Il fattore Ziegler

A scaldare i cuori bianconeri, nella ghiacciaia del Tourbillon, ci hanno pensato in tanti. Spesso e volentieri, suggerivamo, sfruttando esitazioni e spazi concessi dal vecchio compagno di spogliatoio. Il primo ad abbattersi su Ziegler è stato Amoura: l’algerino ha firmato il vantaggio, prendendo il tempo al numero 3 del Sion, per poi scappare via pure al 33’ e gettare le basi per il raddoppio di Steffen. Con i vallesani rientrati due volte in partita e paradossalmente candidati più accreditati al successo in rimonta, a credere che qualcosa di speciale sarebbe potuto di nuovo accadere lì, sulla destra, è quindi stato Roman Macek. Sì, il centrocampista ceco si è inventato una giocata spettacolare. Un suggerimento con il goniometro per bomber Celar. E di chi, se non dell’iceman della squadra, doveva essere la rete decisiva del match con il termometro a segnare oramai i cinque gradi sotto lo zero? «È stato un bellissimo momento» ammette da parte sua colui che ha reso possibile tutto questo. Macek, appunto. «Mi sono girato e l’intera panchina mi si è fiondata addosso. Non ho capito più nulla». È stato mister Croci-Torti a guidare l’ammucchiata bianconera. «Perché Macek, in questi anni, ha sofferto tanto e se lo meritava» sottolinea l’allenatore del Lugano. «Vedergli fare quell’assist - di altissimo livello - mi ha riempito il cuore di gioia. So quanto Roman tiene a essere un giocatore importante per il club. E l’invasione di campo è stata dettata più dall’enorme stima nei suoi confronti che dal peso della vittoria».

«Gli altri? No, bravo io»

L’eroe del Tourbillon, tuttavia, non vuole parlare di rivincita personale. «È vero, nel recente passato ho vissuto dei brutti momenti a Cornaredo: e non mi riferisco al grave infortunio rimediato nell’autunno del 2021». No, Macek allude all’esclusione dalla rosa bianconera vissuta la scorsa stagione. «Ma non ho mai smesso di crederci. Se lo avessi fatto, non mi sarei ritrovato in campo a esultare per il successo sul Sion. Ho lavorato duro con l’obiettivo di giocarmi le mie carte a Lugano, rinunciando a diverse opportunità per trasferirmi altrove, dimostrando di tenere tantissimo al club. Naturalmente ho bisogno di fiducia e minuti per impormi definitivamente. Per riuscirci, tuttavia, devo restare tranquillo». Occhi di ghiaccio e un contratto valido sino al giugno del 2025, Macek assapora il momento. Giustamente. «Lungo questo percorso complicato sono state importanti tante persone, certo. Ma prima di tutti metto me stesso. E la mia forza di volontà. Credo sia giusto».

Tre infortuni da gestire

Più giusto, dicevamo, sarebbe stato anche il pareggio tra Sion e Lugano. «D’altronde abbiamo dovuto gestire tre infortuni a partita in corso» ricorda Croci-Torti, menzionando le sostituzioni premature di Mai, Amoura e Hajdari. «Amoura, sabato sera, aveva addirittura 38,9 di febbre. Mentre Lukas, all’arrivo in Vallese, ha dovuto convivere con emicrania e vomito. Abbiamo deciso comunque di rischiarli, ma è evidente che sono scesi in campo deboli. Speriamo di non pagare più in là i rispettivi risentimenti muscolari». L’algerino, in 45 minuti, è comunque riuscito a fare la differenza. «Volevamo isolare gli esterni, creare uno contro uno e, sì, Ziegler ha sofferto Amoura. Ma vista l’attuale gamba di Mohammed, penso che tutti i difensori - non solo Reto - avrebbero faticato». E a proposito: pure la retroguardia bianconera non è parsa sempre registrata. «Dopo tutto Espinoza, Hajrizi, Daprelà e Arigoni a sinistra non li avevo mai provati assieme» osserva il Crus, snocciolando il quartetto che ha chiuso la sfida. «Qualche sbandamento, va da sé, era inevitabile». A fronte per altro di note positive: «Soprattutto il primo tempo mi ha soddisfatto. Ho visto tranquillità, un Bottani a centrocampo in grado di far girare alla grande la squadra e il piano partita seguito molto bene». L’oro, il tecnico del Lugano, lo ha tuttavia scovato in panchina e nei minuti finali. «E sono certo che questa vittoria ci darà tanto entusiasmo per il prosieguo del campionato».

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