Calcio

«Occhio a vendere la pelle del Baden»: parola del suo agente immobiliare

Davide Giampà è il bomber degli argoviesi, venerdì avversari del Bellinzona nella sfida che potrebbe chiudere i giochi sul fondo della classifica - L’attaccante di origini calabresi ha preferito un lavoro sicuro alla fragilità del professionismo in Challenge League: «Amo il calcio, ma ora c’è anche altro»
© Keystone/Manuel Geisser
Massimo Solari
18.04.2024 06:00

Si gioca di venerdì. E per il Bellinzona, forse, è un bene. Sì, perché la sfida che potrebbe chiudere anzitempo i giochi sul fondo della Challenge League vedrà quale protagonista pure il Baden. Una squadra in cui professionisti e «dopolavoristi» si completano. «I calciatori al 100% compongono circa la metà della rosa» precisa Davide Giampà, bomber degli argoviesi e però anche agente immobiliare. «Le trasferte prima del weekend non sono mai ottimali per la nostra squadra» spiega, alludendo al match di domani sera (ore 19.30) contro i granata. «Per me e diversi compagni si tratta di cambiare modalità e testa nel giro di qualche ora di bus: fino a mezzogiorno abbiamo portato avanti le nostre attività professionali, entro sera - e magari con le gambe appesantite dal viaggio - dobbiamo invece essere nella condizione di competere sul campo».

L’attaccante del Baden, comunque, non cerca scuse. «A decidere l’incontro del Comunale sarà solo la nostra prestazione. E, no, non vogliamo arrenderci. Il discorso salvezza rimane aperto e il Baden vuole vendere cara la sua pelle. A dividerci da Bellinzona e Sciaffusa sono 7 punti. Di qui l’importanza e il peso del match di domani. Un match forse decisivo. Ultimamente abbiamo sbagliato troppi scontri diretti e non intendiamo speculare sui risultati negativi delle nostre concorrenti. Insomma, ora ci servono vittorie e punti. Poco importa se non saremo la squadra con il maggior possesso palla o le statistiche offensive migliori. Non è quello che conta in questo periodo».

Il perfetto equilibrio

I numeri di Giampà, comunque, sono tutto fuorché banali. Con nove reti all’attivo, il centravanti di origini calabresi è il terzo miglior marcatore della Challenge League. Mica male, appunto, per uno che non trascorre la giornata ad affinare conclusioni e movimenti sotto porta, ma a vendere case e appartamenti. «Sono un agente immobiliare a tempo pieno da quasi due anni. E devo dire che si è venuta a creare una situazione perfetta. Amo il calcio, posso continuare a praticarlo ad alto livello, ma nella mia vita c’è anche altro». Giampà, che proprio ieri ha festeggiato i 31 anni, ragiona con maturità. «Ai miei occhi non aveva più senso perseverare con la carriera professionistica senza disporre di uno stipendio sufficiente per condurla. A Wohlen, tra il 2014 e il 2017, ho avuto la fortuna di poter fare il calciatore vero. Ed è stato bellissimo. Dopodiché, non più giovanissimo, ho imparato a conciliare l’attività sportiva e quella lavorativa. E ora, a meno che non si presenti un’offerta irrinunciabile, non sono più disposto a sacrificare i vantaggi del mio lavoro per ripartire da zero».

A 31 anni non sono più disposto a sacrificare i vantaggi della mia professione per ripartire da zero
Davide Giampà, attaccante Baden

«Un ambiente familiare»

Considerata la classifica del Baden, vien dunque da chiedersi se una retrocessione allontanerebbe definitivamente Davide Giampà dai piani nobili del calcio svizzero. A maggior ragione alla luce di un contratto in scadenza. «La società, per ovvie ragioni, ha iniziato a pianificare i due possibili scenari per la prossima stagione. E, di riflesso, a trattare con le pedine che ritiene più importanti per costruire il prossimo futuro. Al momento, per quanto mi riguarda, non vi sono novità di rilievo. Ma non è mia intenzione speculare con il club. Anzi. Qualora la dirigenza riuscisse a trattenere una serie di giocatori chiave, non avrei alcun problema a rimanere in Promotion League. Ripeto: qui mi trovo molto bene e posso coniugare la mia più grande passione con altri interessi». E come Giampà, dicevamo, sono in molti a poterselo permettere. «Sul campo siamo tutti uguali. Dopo 7-8 ore di lavoro, però, si affrontano gli allenamenti con un entusiasmo particolare. E soprattutto senza aver trascorso la giornata a pensare al calcio. Trovo che a Baden si sia creato un bel mix. E un ambiente molto familiare nel quale esprimersi. Poi è chiaro: se si punta a mantenere la categoria per più anni, infrastrutture e condizioni contrattuali dovranno tendere sempre più al professionismo».

La rincorsa continua

Grande tifoso del Milan, Giampà ha inseguito a sua volta il vertice. Il soffitto della Challenge League, però, non è mai stato infranto. Perché? «Quando sei un giovane calciatore, giocare e mostrarti è cruciale. E io, purtroppo, in questi momenti decisivi per lo sviluppo di una carriera ho subito alcuni gravi infortuni. Dalla rottura dei legamenti crociati del ginocchio, alla frattura del menisco, sino alla pubalgia. Questi problemi mi hanno fatto tornare più volte alla casella di partenza e messo anche una certa pressione. In frangenti così delicati si ha spesso la sensazione di essere sorpassati da tutti. Viene così a mancare la fiducia in te stesso, la serenità, quando però c’è magari un nuovo contratto da strappare. Dagli infortuni, dunque, sono nate delle dinamiche psicologiche che mi hanno in parte frenato».

A 31 anni la situazione si è capovolta. «Ora che non sono più un professionista la tensione è svanita e, complice una maggiore attenzione, pure gli infortuni» osserva Giampà: «Sì, a Baden ho trovato il modo di giocare a mente libera e con tutt’altra consapevolezza. Ho inoltre beneficiato del ritorno in attacco. In carriera ho fatto di tutto: difensore centrale, terzino, numero 6, anche se a livello giovanile ho sempre ricoperto il ruolo di centravanti». Il Bellinzona, bucato già due volte in stagione dal bomber degli argoviesi, è avvisato.

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