Otto anni di squalifica per Alex Schwazer

RIO DE JANEIRO - Addio alle Olimpiadi di Rio e 8 anni di squalifica. È la mazzata con cui il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) ha stroncato ogni speranza di Alex Schwazer di correre ai Giochi, scrivendo di fatto anche la parola fine sulla sua carriera.
Il marciatore altoatesino, già fermato per Epo alla vigilia di Londra 2012, paga un prezzo altissimo per la seconda positività riscontrata nel controllo fuori competizione effettuato il primo gennaio a Racines. Un caso, quest'ultimo, ancora avvolto da molti interrogativi e che ha fatto gridare al complotto Sandro Donati, l'allenatore guru dell'antidoping che ha seguito Schwazer durante il suo percorso di riabilitazione sportiva.
Il 31.enne atleta bolzanino aveva presentato ricorso al Tas contro la decisione della la federazione internazionale di atletica (Iaaf), di sospenderlo e negargli quindi la possibilità di gareggiare alle Olimpiadi. Schwazer, accompagnato dai suoi legali e da Donati, era volato a Rio per la discussione del ricorso davanti al panel del Tas presieduto da Michael Geistingler. Dopo l'udienza fiume di lunedì scorso, durata circa 8 ore e alla quale ha assistito anche il capo dell'antidoping della Iaaf Thomas Capdeville, Schwazer ha continuato ad allenarsi sul lungomare di Copacabana restando fiducioso di vedere riconosciute le sue ragioni e poter tornare a gareggiare, già in tempo per la 20 chilometri di venerdì.
Dopo quasi due giorni di camera di consiglio, il Tas ha invece accolto in pieno la richiesta di stop avanzata dalla Iaaf. "Abbiamo visto Schwazer sereno, motivato e determinato come prima di una gara. E di solito le gare le vince, speriamo vinca anche questa", avevano detto i suoi legali dopo l'udienza. Stavolta, invece, il marciatore incassa una sconfitta pesante come un macigno. Dopo aver conosciuto la sentenza, Schwazer ha dichiarato: "Sono distrutto". Sono state le sue uniche parole, poi - fa sapere il suo entourage - si è chiuso in un silenzio di 45 minuti.
L'atleta è stato poi immortalato da alcuni fotografi, solo, con lo sguardo perso nel vuoto e totalmente ammutolito, all'interno di un bar, dove è rimasto seduto per ore senza proferire parola. Quando un giornalista ha provato ad avvicinarlo, l'atleta avrebbe dichiarato: "Ci vuole rispetto per le persone", facendo capire di non avere nessuna intenzione di tornare sulla vicenda.