Ambrì Piotta

Rocco Pezzullo: «Un mese fa mi sentivo a terra, ora sto tornando»

Il giovane difensore biancoblù ha subito due commozioni cerebrali in due mesi - Negli scorsi giorni è tornato ad allenarsi in gruppo, ma i momenti difficili non sono mancati
Fernando Lavezzo
25.11.2022 06:00

Due commozioni cerebrali in due mesi. La prima a fine agosto in amichevole, la seconda quattro settimane fa in campionato. Da qualche giorno, Rocco Pezzullo ha ripreso ad allenarsi con i compagni, seppur in maglia rossa per evitare i contrasti. Sul volto del giovane difensore biancoblù è tornato il sorriso. Ma i momenti difficili non sono mancati.

«Dopo l’ultima botta ho temuto di dover restare fermo molto più a lungo, ma a quanto pare ho la testa allenata», racconta Rocco. È sereno, ha voglia di scherzare. Un mese fa la situazione era ben diversa. Il morale sotto i piedi. L’ultima botta, come la chiama lui, risale al 28 ottobre contro l’Ajoie. Una partita maledetta per i leventinesi. Dopo pochi cambi si fa male André Heim, colpito da una discata. Frattura al pollice e due mesi di stop. Al 17’44’’ tocca a Pezzullo, centrato alla testa da Fabio Arnold, 190 centimetri per 94 chili. Un autotreno che lo travolge nello slot. Il 21.enne ticinese lascia il ghiaccio barcollando, sostenuto da alcuni compagni. Gli arbitri non intervengono, il pubblico della Gottardo Arena fischia. «Ma non era neanche fallo», dice Rocco. «Ho riguardato quelle immagini diverse volte: sono uscito con il disco davanti alla porta e con l’occhio destro, quello debole, ho visto arrivare un avversario. Ho creduto che fosse più lontano. Dopo aver passato il disco a sinistra, non mi son fatto trovare pronto all’impatto. E così è successo quello che è successo».

Combattere la bestiaccia

Essendoci già passato, Rocco riconosce immediatamente quella sensazione di stordimento: «Ho subito pensato a un’altra commozione cerebrale», racconta. Una diagnosi poi confermata dai medici. «Dopo la botta fisica, è arrivata quella al morale. Nei giorni seguenti ho avuto paura. Due infortuni del genere nel giro di due mesi spaventerebbero chiunque. I sintomi possono variare da persona a persona. Io ho avuto soprattutto problemi visivi, nella messa a fuoco, e di concentrazione. Oltre al mal di testa. Ho anche perso fiducia e sicurezza, ma con il sostegno di medici e fisioterapisti sono riuscito a combattere questa bestiaccia. Per recuperare così in fretta mi hanno aiutato gli esercizi per riabituare la testa a certi stimoli, per ricalibrare il movimento degli occhi, la stabilità, l’equilibrio, la coordinazione. Quando stai bene non pensi mai a queste cose. Le dai per scontate. Ma quando subisci un duro colpo alla testa le cose cambiano. Eccome se cambiano».

Sul più bello

In estate, il 27 agosto, Rocco ha rimediato una prima commozione cerebrale in amichevole contro il Berlino. «Con il senno di poi, posso dire che fisicamente era stata più tosta. Aveva richiesto più tempo. Ma moralmente l’avevo presa meglio di quest’ultima. Una commozione può capitare a tutti, speri di evitarla, ma la metti in conto. La seconda nel giro di due mesi, però, mi ha proprio buttato giù, perché stavo finalmente tornando in forma».

Una forma ritrovata a piccoli passi. Dopo una prima partita di prova disputata con i Ticino Rockets il 24 settembre, tre giorni dopo Pezzullo giocò il primo derby stagionale contro il Lugano, in una difesa priva di Tim Heed e Isacco Dotti. Un rientro prematuro, tant’è che l’ex Nazionale Under 20 non giocherà più fino all’11 ottobre, quando torna a dar man forte ai Rockets. Stavolta Pezzullo resta con i biaschesi per altre cinque partite, fino all’occasione contro l’Ajoie. «Ero finalmente tornato nel line-up dell’Ambrì, felicissimo di poter giocare davanti ai nostri tifosi. Neanche il tempo di arrivare alla prima sirena e mi sono nuovamente ritrovato disteso sul ghiaccio».

Di nuovo in pista

Nonostante il morale a terra, appena gli è stato possibile Rocco è tornato alla Gottardo Arena per assistere agli allenamenti dei compagni e vivere l’atmosfera dello spogliatoio. «In quei casi ognuno deve fare quello che si sente, senza forzare, ascoltando la pancia. Quando si tratta di tornare sul ghiaccio, devi aspettare finché non sei sicuro di essere pronto a quello che ti sta per accadere. Io sono tornato a pattinare con gli altri già settimana scorsa, senza forzare. Una ventina di minuti e nulla più. Ho visto che la testa reagiva bene, quindi sono andato avanti. Quello di ieri è stato il mio secondo allenamento completo e mi sento molto bene. Sto ritrovando la fiducia e la sicurezza sul ghiaccio. Sono certo che nelle prossime settimane potrò tornare a giocare. È ancora prematuro dire quando, stiamo valutando le mie condizioni giorno per giorno. Dovrò sottopormi agli ultimi esami medici per capire se sono davvero abile al 100%. A quel punto sarà solo questione di ritrovare la forma fisica. La paura se n’è già andata». La bestiaccia ha perso ancora.

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