Lara in ginocchio, «ma c'è ancora speranza»

Questa volta è diverso. Eccome se lo è. Perché rimettersi sugli sci, tornando a impressionare e a vincere, non sarebbe più possibile. Insomma, non è il 2009 e non è il 2017. È l’anno delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Quello che Lara Gut-Behrami aveva selezionato con cura e piena consapevolezza per far tramontare la sua sensazionale carriera. Addetti ai lavori, Swiss-Ski, rivali e appassionati: tutti erano stati preparati al commiato di una delle atlete più forti nella storia del Circo bianco. Sì, eravamo pronti. Ma non a quanto successo a Copper Mountain, Colorado, teatro di un infortunio che potrebbe escludere anzitempo dai giochi la campionessa ticinese.
Il fido chirurgo è pessimista
Uno strappo violento, dunque, come quello che rischia di aver lacerato il legamento crociato anteriore e il menisco del ginocchio sinistro di Lara. La 34.enne si stava allenando in superG, in vista delle prime prove veloci della stagione in agenda tra tre settimane a St. Moritz. Come riferito dal Blick, che ha interpellato pure Rainer Salzgeber, responsabile corse del marchio Head che la equipaggia, Gut-Behrami è stata vittima di una brutta caduta. «Ho visto un video, la dinamica è stata violenta». La due volte vincitrice della generale di Coppa del Mondo avrebbe agganciato una porta con il braccio, per poi venire sbalzata e subire una torsione in aria. Tutto fuorché rassicuranti i primi accertamenti, poi tramutati in una doccia gelata da Olivier Siegrist. Contattato da Le Nouvelliste, il chirurgo che aveva già operato Lara al ginocchio nel 2017, non ha potuto celare il personale pessimismo. A maggior ragione dopo aver potuto parlare direttamente con Gut-Behrami. «Mi ha chiamato e mi ha detto che voleva vedermi perché conosco il suo ginocchio. Il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale sono lacerati. Lara presenta pure una lesione al menisco». Praticamente una sentenza. Amara, amarissima, e in anticipo su un destino che si sperava glorioso.
Domenica il rientro in Svizzera
A margine dello slalom di Gurgl, in programma domani, a riaccendere la speranza è però stato il responsabile del settore femminile di Swiss-Ski Beat Tschuor: «Lara soffre di una lieve commozione cerebrale. E il suo ginocchio sinistro ha subito un problema, la cui entità non è affatto chiara. Tutto ciò che si legge in queste ore, quindi, sono solo speculazioni».
Ai microfoni di SRF e del Blick, il tecnico grigionese ha rimandato qualsivoglia verdetto. «I medici sul posto ci hanno fornito delle prime, chiare indicazioni, mentre mi limito a osservare che il dottor Siegrist non ha visitato l’atleta. Ho parlato a più riprese con Lara e posso precisare che la prossima settimana verrà sottoposta a ulteriori esami a Ginevra. Dopodiché ne sapremo di più». Ed è a questo punto che Tschuor ha affermato di nutrire ancore speranze circa un’evoluzione positiva del quadro clinico di Gut-Behrami, il cui rientro in Svizzera avverrà domenica.
I Giochi come finale perfetto
Il 2025-26, dicevamo, avrebbe dovuto sublimare l’immensa carriera di Lara. O, nel peggiore dei casi, accompagnarla verso gli applausi finali e un trasversale sentimento di pura riconoscenza. La Coppa del Mondo, in ogni caso, si era aperta con l’ennesima conferma che la ticinese avrebbe reso difficile la vita a tutte le avversarie. Il terzo posto ottenuto nel gigante inaugurale di Sölden, invece, potrebbe aver rappresentato la chiusura del cerchio. Nel bene e nel male. In Austria, infatti, Lara aveva eguagliato i 101 podi di un’altra regina dello sci svizzero: Vreni Schneider. Ed è come se il grave infortunio appena subito negli Stati Uniti avesse in qualche modo voluto cristallizzare questa convivenza leggendaria. La riflessione, di certo, non consolerà la 34.enne di Comano, che all’inverno alle porte e - appunto - ai Giochi 2026 intendeva consegnare ambizioni concrete. Quelle che, per 15 anni, non hanno mai smesso di accompagnarla e renderla vincente.
Rischio sempre gestito bene
A Copper Mountain, leggiamo, la visibilità era scarsa. Di nuovo, già. Anche nel febbraio del 2017 a St. Moritz, mentre preparava la manche di slalom della combinata iridata, a tradire Lara e il suo ginocchio sinistro fu la nebbia. Da allora, la ticinese ha sempre saputo gestire con grande lucidità e maturità il fattore rischio. Basti pensare a quanto accadde al debutto della scorsa stagione, sempre a Sölden, dove decise di farsi da parte all’ultimo, spiegando di non sentirsi al 100%. Non solo. Nelle ultime 165 prove disputate, l’asso rossocrociato ha conosciuto una sola vera caduta. E osservarla domare i pendii più spigolosi, con classe e intuito, non ha mai generato cattivi presentimenti, persino paura, come per esempio accade guardando le discese di una Sofia Goggia. Perciò non eravamo preparati a tanto. A un serio infortunio che potrebbe trasformarsi in un distacco brutale. Il condizionale è d’obbligo, e per alcuni giorni ad esso sarà ancora consentito aggrapparsi.


