Soldi, polemiche ed esperimenti: ecco il nuovo Mondiale per club

Annunciato in pompa magna, il tanto rinnovato quanto discusso Mondiale per club è pronto ad aprire i battenti. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, lo ha celebrato in lungo e in largo, a tal punto da definire la manifestazione: «L’inizio di una nuova era nella storia del calcio internazionale». Insomma, le aspettative, di fronte a un torneo del genere - catalogato pure come «l’unico vero esempio di solidarietà e inclusione genuine nel panorama mondiale del calcio per club» - sono, o erano, altissime. Già, perché il periodo di avvicinamento è stato piuttosto turbolento e ha di fatto scisso in due l’opinione pubblica: da una parte uno spicchio di appassionati che non vedono l’ora di assistere a un evento di indubbia portata, economica e infrastrutturale; mentre dall’altra si staglia un gruppo altrettanto nutrito, ma scettico a proposito della riuscita della competizione.
Un miliardo di buone ragioni
La sobria, e anonima, formula in voga fino alla stagione 2023-24 - che prevedeva, alla fine del mese di dicembre, appena 7 squadre partecipanti - ha lasciato spazio a una kermesse coast to coast negli Stati Uniti. Una sorta di mastodontica prova generale - in salsa americana e in linea con la grandeur «infantiniana» - in vista dei Mondiali del 2026. A cominciare da questa notte - quando all'Hard Rock Stadium di Miami, alle 2.00, si sfideranno gli egiziani dell’Al Ahly e i padroni di casa dell'Inter Miami di Lionel Messi - le 32 compagini in lizza cercheranno di approfittare di questa opportunità. Monetaria, soprattutto, considerando il miliardo di euro stanziato dalla FIFA, che sarà diviso tra gettoni di partecipazione (pari a un ammontare di 525 milioni) e un montepremi da frazionare in base ai risultati (475 milioni). Dinanzi a cifre del genere, da capogiro, garantire - come auspicato da Infantino - il massimo impegno, diventa una logica conseguenza.
Non è un caso, allora, che diverse società attualmente escluse abbiano chiesto di allargare la competizione, quadriennale, in vista della prossima edizione, quella del 2029. Perdersi la festa, infatti, significa non poter prendere parte alla spartizione di questa ghiottissima torta. Le condizioni di accesso, in particolare le limitazioni relative ai singoli Paesi, stonano con le dichiarazioni di Infantino, secondo il quale: «A prendere parte alla più grande, inclusiva e meritocratica competizione per club su scala globale saranno i 32 migliori club del mondo». Tanto per fare un esempio, coloro che si sono laureati campioni in Inghilterra, Italia, Spagna e Portogallo non saranno presenti. Qualcosa, dunque, andrebbe effettivamente rivisto. Lo spettacolo, in particolare una volta iniziata la fase a eliminazione diretta, dovrebbe essere comunque garantito. Eppure, almeno sinora, la risposta del pubblico è stata poca calorosa, tanto che il prezzo dei biglietti è stato man mano ridotto e, malgrado ciò, gli stadi rischiano di essere lo stesso semi-vuoti.
A rischio la salute dei giocatori
La durata e la collocazione dell’evento, inoltre, hanno fatto storcere il naso a molti. Le partite, infatti, sono spalmate su un lasso temporale ampio - di quasi un mese - con l’ultimo atto previsto il 13 luglio. Il periodo, poi, è quello estivo, in cui solitamente i calciatori si dedicano - in seguito a una serie estenuante di appuntamenti - al recupero delle energie residue, fisiche e mentali. In questo modo, invece, la stagione è divenuta ancor più logorante e questo ulteriore sovraccarico di impegni rischia di gravare sulla salute dei giocatori.
A tutela dei propri assistiti, è quindi giunto il sindacato mondiale dei calciatori (FIFPro), che - verosimilmente in risposta all’inizio del torneo - di recente ha chiesto l’istituzione di 12 misure di sicurezza che «non sono oggetto di dibattito o negoziazione». In modo specifico, secondo uno studio condotto da 70 esperti, ossia degli specialisti che lavorano per squadre di club e nazionali, va assolutamente introdotta una pausa di otto settimane - quattro di vacanza seguite da altre quattro di recupero - tra una stagione e quella successiva.
Novità di mercato e di campo
Di novità, legate al Mondiale per club, d’altra parte se ne sono già viste. A cominciare, naturalmente, dall’apertura di una finestra di mercato eccezionale, che ha permesso ad esempio, nel caso probabilmente più eclatante, al Real Madrid di inserire già nella lista della competizione il neo-acquisto Trent Alexander-Arnold. A proposito della composizione delle varie rose, ricordiamo che a causa di possibili trasferimenti o mancati rinnovi il regolamento prevede - nel corso del torneo, tra il 27 giugno e il 3 luglio - fino a un massimo di sei modifiche.
Per quanto riguarda gli aspetti puramente di campo, la FIFA ha annunciato anche di voler parzialmente innovare il settore arbitrale. I direttori di gara saranno muniti di bodycam - già oggetti di sperimentazioni in passato e capaci di offrire immagini in diretta tramite una prospettiva unica sulla partita - senza dimenticare l’introduzione di un sistema avanzato di rilevamento del fuorigioco semi-automatico, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale. Nella ricerca di una maggior trasparenza possibile, peraltro, gli spettatori avranno la possibilità di vedere sui maxischermi ciò che gli arbitri intendono controllare durante le revisioni al video. Nell’ambito di «una ricerca volta a migliorare il calcio - ha spiegato il segretario generale della FIFA Mattias Grafström - questi accorgimenti dovrebbero rendere il gioco più fluido e ottimizzare le decisioni arbitrali». Infine - oltre ai tablet destinati a segnalare le sostituzioni e a migliorare le modalità di comunicazione - vi sarà una novità concernente le perdite di tempo. Per contrastarne una parte, verrà fischiato un calcio d’angolo a favore degli avversari nel caso in cui il portiere dovesse tenere la palla tra le mani per più di 8 secondi.
L'influenza sul prossimo Pallone d'Oro
Può, il Mondiale per club, diventare decisivo per le sorti del Pallone d’Oro? La risposta, allo stato attuale, pende dalla parte del «no». In futuro, però, chissà. Si tratta pur sempre di una competizione internazionale inserita nel periodo di riferimento preso in esame per l’assegnazione dell’ambito trofeo. Tuttavia, bisogna tener conto del fatto che quella che sta per iniziare negli USA è la prima edizione, quantomeno con un formato del genere. Trattandosi di un evento poco frequente - è a scadenza quadriennale - il tempo potrebbe conferirgli maggior prestigio.
E dire che, prima della conclusione della Champions League, era pressoché impossibile azzardare un pronostico sul vincitore del Pallone d’Oro. In seguito allo storico triplete raggiunto dal Paris Saint-Germain, però, è molto probabile che lunedì 22 settembre, al Théatre du Châtalet, sarà uno dei giocatori di Luis Enrique a festeggiare. Vitinha e Nuno Mendes, in seguito all’ulteriore trionfo collezionato con la maglia del Portogallo in Nations League, hanno visto aumentare le proprie quotazioni. Favorito su tutti, comunque, resta Ousmane Dembélé, autore di una stagione straordinaria. Per tutti loro, il Mondiale per club sarà un ulteriore palcoscenico in cui mettersi in mostra, mentre i rivali considerati più accreditati - leggasi Yamal, Raphinha e Salah - non saranno presenti a causa della mancata partecipazione di Barcellona e Liverpool.
Chi altri, allora, potrebbe insediare Dembélé e compagni? Nessuno. Almeno stando a quanto dichiarato recentemente da Cristiano Ronaldo, premiato in ben cinque circostanze dal premio ideato da France Football. Per il portoghese, secondo il quale il riconoscimento ha perso una certa credibilità, «chi si distingue vincendo la Champions League dovrebbe essere premiato anche con i premi individuali».
Si augurano altrimenti, logicamente, Kylian Mbappé e i tifosi del Real Madrid. Il francese, forse l’unico altro pretendente abbastanza credibile, al Mondiale per club ci sarà eccome. Malgrado una stagione brillante dal punto di vista personale - ha segnato la bellezza di 45 reti in 62 partite - le difficoltà avute dai Blancos rischiano di avergli precluso ogni possibilità di fronte ai successi targati PSG.