Steffen: «Ritenersi soddisfatti, adesso, è difficile»

L’Aspmyra Stadion è un impianto pittoresco. Vi convivono più anime per buona parte della giornata. Quando arriva il turno del Bodø/Glimt, e dei rigidi funzionari UEFA, si tratta però di fare un passo indietro. Lasciando che il calcio si prenda la scena. I locali destinati ai media, per dire, vengono ricavati dalle aule di una scuola elementare che si affacciano sul terreno da gioco. E così, mentre si calcolano minuziosamente i tempi d’uscita al gelo, capita di preparare formazione e appunti a fianco di filastrocche e poster che spiegano la geografia continentale. La sua lezione di europeismo il Lugano se l’è vista impartire ieri sera. Quando fantasia e velleità hanno dovuto fare spazio all’amara realtà. La Conference League, in questo senso, si è rivelata una sorta d’illusione. Coraggio e buone intenzioni vanificate dalla malizia e la spietatezza degli avversari. È successo anche in Norvegia. E Renato Steffen non fatica a riconoscerlo. «L’incapacità di sfruttare le occasioni create ci ha accompagnato durante l’intera campagna» sottolinea il nazionale rossocrociato. «A questi livelli le ingenuità si pagano a caro prezzo. E noi ingenui lo siamo stati».
Non c’è tempo per fermarsi
Le attenuanti non mancano. All’appuntamento con la storia i bianconeri si sono presentati senza granitiche certezze. Figuriamoci una volta perse per strada alcune pedine importanti. «Per molti di noi – osserva Steffen – si trattava della prima esperienza internazionale. Il bilancio di questa Conference deve quindi ammettere l’esistenza di un processo d’apprendimento». Resta da capire quanto e quando i frutti dell’esperienza – a tratti brutale – verranno colti. Di tempo per fermarsi a riflettere, in effetti, non ce n’è. No, il campionato non aspetta, così come il gruppetto che guida la classifica. Domenica a Cornaredo arriva il Lucerna, che in caso di vittoria potrebbe scappare. «Le squadre affrontate in Europa ci hanno mostrato cosa serve per trasformare dei traguardi auspicati in traguardi raggiunti».
A margine del 5-2 di Bodø, il tecnico Mattia Croci-Torti ha posto l’accento sulla cura dei dettagli. Ce ne vengono in mente per ogni gara gettata alle ortiche. Dagli errori sotto porta di Celar (all’esordio contro i norvegesi), ai blackout individuali al cospetto del Bruges (Saipi al Letzigrund, Belhadj in Belgio), sino al buio dell’Aspmyra Stadium: con le clamorose chance fallite in avvio e la prima rete regalata ai norvegesi. «Dirsi soddisfatti di questo percorso europeo risulta dunque difficile: in fondo i “se” e i “ma” hanno accompagnato il Lugano dal debutto nel girone» evidenzia Steffen. La Super League sarà forse meno bacchettona, ma i margini d’errore – da qui a Natale – rimangono esigui.