Calcio

Svizzera, l’ora della verità si avvicina e Yakin rimescola un po’ le carte

In vista del trittico che determinerà se gli elvetici voleranno o meno in Germania per Euro 2024, il ct ha in parte sorpreso con le sue convocazioni - Gli acciacchi di Akanji e Rodriguez hanno spinto Murat a sacrificare Sow e Itten - Il 49.enne: «Volevo delle alternative - Il gruppo? L’atmosfera è eccellente»
Lunedì sera il ct elvetico ha perso sua madre, Emine Yakin, spentasi all’ospedale di Basilea all’età di 89 anni. © Keystone/Anthony Anex
Nicola Martinetti
10.11.2023 18:13

La ferita è ancora fresca. E Murat Yakin, per quanto focalizzato su ciò che lo attenderà nei prossimi giorni, non nasconde il suo dolore. «È un momento triste», afferma in occasione della conferenza stampa dedicata alle convocazioni in vista dei prossimi, cruciali impegni della Nazionale. Sua madre Emine, lo ricordiamo, si è spenta lunedì sera all’ospedale di Basilea all’età di 89 anni. «Lei significava tanto per me, era una persona importantissima - afferma al proposito il 49.enne renano -. Non era solo mia mamma, era anche la mia più grande tifosa. Ha cresciuto una famiglia forte e numerosa, e per questo, oltre alla tristezza, provo anche un profondo senso di gratitudine. Da lei abbiamo imparato tanto. Anche che la vita, nonostante le difficoltà, va avanti. Per questo devo concentrarmi sul futuro, e sulle prossime partite della Nazionale».

«Dovremo cercare il risultato»

Il ct insomma, al netto del lutto sul piano personale, ci tiene a mantenere il focus sul campo. Su ciò che attenderà la sua Svizzera nei prossimi dodici giorni. Da qui al 21 novembre, infatti, i rossocrociati si giocheranno molto. Anzi, tutto. Tre partite, le ultime nell’ambito delle qualificazioni agli Europei del prossimo anno, e un biglietto per la Germania. Senza dimenticare che lì, tra le pieghe di questo insidioso trittico, giace peraltro pure il futuro dello stesso Yakin sulla panchina della Nazionale. La posizione di «Muri», già indebolita dalle rimonte incassate in extremis contro Kosovo e Romania, si è fatta ancora più fragile in occasione dell’ultima uscita di Xhaka e compagni, il clamoroso pareggio interno contro la Bielorussia. Le critiche, va da sé, non hanno risparmiato l’ex allenatore dello Sciaffusa. «A me però interessa ciò che accade sul campo. E a questo proposito, ovviamente, ci siamo chinati su quanto avvenuto a San Gallo. Sì, abbiamo effettuato un’analisi approfondita, parlando pure con il nostro capitano Granit Xhaka. Abbiamo individuato alcuni errori, ma anche degli aspetti positivi. Nel secondo tempo ci siamo sentiti troppo sicuri, e alla fine abbiamo pagato dazio sia in fase difensiva, sia in fase di transizione. Abbiamo sbagliato, avremmo dovuto giocare per il risultato. Tuttavia, come suggerivo, vi sono pure state delle note liete. Abbiamo vissuto diversi momenti positivi, che dovremo sfruttare nei prossimi giorni, perché non avremo molto tempo per preparare la sfida contro Israele. In vista del trittico che ci attende l’obiettivo è chiaro: dobbiamo assicurarci la qualificazione agli Europei, giocando per il risultato. Anche se non è sempre bello». Yakin, a precisa domanda, ha poi respinto l’idea che il suo rapporto con il gruppo, alla luce dei recenti risultati, possa essersi incrinato, a tal punto da addirittura rompersi. «Non capisco da dove arrivino queste voci. La squadra si diverte a giocare a calcio. Se i risultati non sono buoni, è chiaro che sopraggiungono le critiche. Io però ho sempre avvertito la fiducia dei miei capi, peraltro di recente ribadita anche pubblicamente (pure sulle nostre pagine, vedi intervista al presidente dell’ASF Dominique Blanc nell’edizione di mercoledì 8 dicembre, ndr). E l’atmosfera in squadra, ci tengo a sottolinearlo, è comunque eccellente. L’attenzione di tutti è ora posta sul delicato incontro con Israele. La partita contro il Kosovo, al momento, non è ancora nei nostri pensieri».

«Benito ci darà una mano»

A proposito di squadra, peraltro, in vista delle decisive sfide contro Israele, Kosovo e Romania, il condottiero rossocrociato ha deciso di cambiare parzialmente volto al suo collettivo. Rimescolando un po’ le carte. Rispetto alle recenti uscite, infatti, Yakin ha deciso di non convocare il centrocampista Djibril Sow e l’attaccante Cedric Itten, «sacrificati» sull’altare di una difesa un po’ acciaccata. «Lotomba e Widmer non sono arruolabili, mentre Akanji e Rodriguez dovrebbero rientrare nei ranghi dei rispettivi club già questo weekend, ma vista la loro condizione ci tenevo ad avere più alternative». Per questo motivo, oltre ai rientranti Elvedi, Okafor e Vargas, nonché il debuttante Ugrinic, il ct elvetico ha deciso di convocare pure il difensore dell’YB Loris Benito, assente in Nazionale dal 2021. «Può giocare sia da terzino sia da centrale, inoltre comunica bene. Ci darà una mano». In ottica FC Lugano invece, torna a vestire la maglia rossocrociata Renato Steffen, mentre Uran Bislimi è di picchetto.