Qatar 2022

Telecronista turco cita Hakan Sükür e scompare nell'intervallo

Alper Bakircigil ha detto di essere stato sostituito e licenziato a metà del match tra Marocco e Canada, trasmesso in diretta dalla TV di stato turca TRT
© KEYSTONE/AP Photo/Murad Sezer
Jenny Covelli
03.12.2022 17:01

«Telecronista turco licenziato per avere pronunciato un nome vietato». Titola più o meno così ovunque la notizia ripresa da molti siti internazionali, soprattutto di calcio, in merito al licenziamento istantaneo di un giornalista sportivo turco durante i Mondiali in Qatar. Si tratta di Alper Bakircigil, che giovedì si è occupato della telecronaca (o meglio, di metà) della partita tra Marocco e Canada trasmessa in diretta dalla TV di stato turca, la TRT. Che lo avrebbe cacciato seduta stante.

Cosa è successo

Immaginate di guardare una partita. Dopo la pausa di fine primo tempo, alla ripresa del match la voce è diversa. Non ci sono più Armando Ceroni o Severino Piacquadio. Il telecronista è cambiato. Strano. Ma ancora più sconcertante sarebbe scoprire che il proprietario della voce precedente è stato licenziato durante l'intervallo. Cose che accadono, a quanto pare, durante Qatar 2022. Non a Doha, ma in Turchia. Cosa è successo?

Durante l'ultima partita del girone F, il Marocco si è guadagnato il primo posto, davanti alla Croazia. La Nazionale africana ha battuto il Canada 2-1, qualificandosi agli ottavi di finale dei Mondiali per la seconda volta nella sua storia. Il match è stato trasmesso in diretta da TRT, che detiene i diritti. Al microfono c'era Alper Bakircigil. Quando, al 4', Hakim Ziyech ha portato in vantaggio il Marocco, il commentatore ha rifilato al pubblico una pillola statistica: il gol più veloce della storia dei Mondiali. Nel 2002, nella finale terzo-quarto posto tra Turchia e Corea del Sud, Hakan Sükür è riuscito a trovare il goal dopo appena 11 secondi. 10,8, per l'esattezza. Sükür , vent'anni fa, è riuscito a battere il record di Vaclav Masek, arrivato nel 1962: in maglia Repubblica Ceca, l'ex attaccante dello Sparta Praga aveva segnato in semifinale dopo 16 secondi contro la Jugoslavia.

Un record celebratissimo

Quella ricordata giovedì da Bakircigil è una chicca conosciutissima. Addirittura la FIFA inserisce il gol di Hakan Sükür nella classifica «100 tra i più grandi momenti nella storia della Coppa del Mondo». Hakan Sükür era arrivato fino alle semifinali della Coppa del Mondo FIFA 2002 Corea/Giappone. Ma nonostante avesse giocato dall'inizio tutte le prime sei partite della sua squadra, arrivò alla settima senza aver trovato la rete. Ma aveva un'ultima chance nel torneo, quando giocò contro la Corea del Sud, padrona di casa, nello spareggio per il terzo posto. È stato allora che Sükür ha finalmente colpito, scrivendo il suo nome nei libri di storia con il gol più veloce della Coppa del Mondo. La Corea ha battuto il calcio d'inizio, passando con calma il pallone alla difesa, ma Sükür e il suo compagno Ilhan Mansiz li hanno inseguiti e loro hanno commesso un errore. In un attimo, il numero 9 della Turchia si è ritrovato con la palla al limite dell'area e il gol nel mirino. Sükür si è portato avanti con il piede destro e poi ha premuto il grilletto con il sinistro, mandando la palla bassa e forte in rete. La sua rete ha segnato l'inizio di una frenesia di gol, con Mansiz che ha realizzato una doppietta. Alla fine la Turchia ha vinto 3-2 per chiudere in bellezza una Coppa del Mondo memorabile, che era solo la sua seconda apparizione alla rassegna mondiale. «Il gol è arrivato tardi, ho dovuto aspettare fino ad oggi - ha dichiarato -. Ci sono state partite che ho giocato e partite in cui sono stato molto sfortunato. Il nostro popolo merita molto, anche se è arrivato tardi. Abbiamo dato loro qualcosa per cui esultare».

Un nome (molto) scomodo

Nulla di strano, direte voi. Ma torniamo a quello che è successo giovedì. Alper Bakircigil ha fatto la telecronaca di Canada-Marocco solo per un tempo. Nell'intervallo, infatti, è stato licenziato. Nominare Hakan Sükür gli è stato fatale. Licenziato in tronco. Ha dovuto lasciare la postazione e il suo posto è stato preso da un collega. È stato lo stesso commentatore a rivelare, a caldo, quanto gli era appena accaduto, tramite un post su Twitter: «Sono stato fatto fuori dalla TRT, dove ho lavorato con orgoglio per molti anni, dopo l'evento che ha avuto luogo oggi. La separazione fa parte dell'amore. Spero di vedervi di nuovo. Arrivederci…». Il post è stato poi rimosso ma, cosa ancora più allarmante, il profilo di Bakircigil è scomparso dal social network. Che le ripercussioni da parte del governo turco siano pure più ampie del licenziamento?

Ancora non vi abbiamo spiegato dove sta il problema. Ve lo riassumiamo in pochissime parole: l’ex bomber turco del Galatasaray, visto anche con le maglie di Torino, Inter e Parma, qualche anno fa è finito nel mirino di Reçep Erdogan. E così, da uomo simbolo di un Paese è diventato una persona non gradita. Un «terrorista», addirittura. La vicenda è stata ricostruita molto bene due anni fa da Marcello Pelizzari e Bruno Bottaro, giornalista grande esperto di Turchia e calcio turco. «Per capire come si è arrivati ad una simile conclusione è bene partire da lontano», ha spiegato Bottaro. Bisogna tornare indietro, fra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila. L’AKP, il partito di Erdogan, sfruttò il boom economico per salire al potere. E Hakan Sükür non nascose mai le sue simpatie per il citato AKP. La vicinanza a fine carriera si trasformò in militanza, al punto che divenne forse l’esponente più significativo del partito. E poi arrivò il 2013, con una prima, forte, spaccatura in seno all’AKP. Fethullah Gülen era nell’AKP, ma all’interno aveva creato una vera e propria setta. Sükür era, orgogliosamente, parte di questo movimento. Gülen uscì dalle grazie di Erdogan, anche perché fu lui a far scattare un’inchiesta per corruzione che coinvolse molti membri del governo e che spinse Reçep Erdogan ad accentrare il potere e si tradusse poi nelle purghe del 2016. Insomma, «un campione del calibro di Sükür prigioniero della lotta fra due uomini». Ripudiato dal presidente turco, l'ex della Nazionale è finito negli Stati Uniti, dove lavora(va) come autista di Uber.

Mistero svelato. Ai Mondiali in Qatar succede anche questo. La speranza è che le ripercussioni per Alper Bakircigil non vadano oltre il già amaro licenziamento.

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