Il caso

E così Wimbledon non assegnerà punti

WTA e ATP hanno reagito alla decisione dell'All England Club di escludere giocatrici e giocatori di Bielorussia e Russia – E gli US Open come si comporteranno?
Marcello Pelizzari
23.05.2022 11:07

Il solito, vecchio Wimbledon. Fra rigore, tradizione e giocate d’alta scuola. Quest’anno, però, ci sarà una novità: WTA e ATP, le due associazioni che regolano i circuiti femminile e maschile, non assegneranno punti. La valuta più preziosa, per chi gioca a tennis.

Il motivo? È presto detto: la decisione dell’All England Club, l’organizzatore del torneo, di escludere giocatrici e giocatori di Russia e Bielorussia, complice l’invasione dell’Ucraina. Una decisione ritenuta discriminatoria dalle due associazioni. E, di riflesso, ingiusta.

No alla propaganda

Wimbledon, dicevamo, è un torneo vecchio quanto il mondo. O quasi. La prima edizione risale al 1877. Lo scorso aprile, il citato All England Club ha imposto il veto a Bielorussia e Russia: le vostre tenniste e i vostri tennisti, qui, non giocheranno. Non nel 2022. L’amministratore delegato Sally Bolton aveva motivato la scelta facendo leva sulle direttive del governo britannico. Il timore, allargando il campo, era che l’erbetta londinese facesse da megafono alla propaganda di Putin.

A livello di sport individuali, si tratta di una mossa decisa. Forte e divisiva, anche. La Russia, ad esempio, è stata esclusa (club e rappresentative) dalle competizioni calcistiche internazionali, come la Champions League o i Mondiali. Altre discipline hanno preso provvedimenti restrittivi, diciamo così. Ma il tennis, finora, aveva reagito in maniera più blanda: giocatrici e giocatori di Russia e Bielorussia, finora, hanno potuto giocare come atleti «neutri». Senza patria e bandiera. È così anche a Parigi, al Roland Garros.

Nello specifico, a essere colpiti sono Daniil Medvedev e Andrey Rublev in campo maschile, con il secondo che all’inizio dell’invasione si era schierato apertamente contro la guerra, mentre fra le donne citiamo Aryna Sabalenka e Victoria Azarenka.

La reazione del circuito

WTA e ATP, secondo logica, hanno condannato l’invasione russa dell’Ucraina. Eppure, hanno ritenuto ingiusta la decisione dell’All England Club. Perché, insomma, punire gli atleti per le azioni dei loro governi? «Le nostre regole e accordi esistono per proteggere i diritti dei giocatori nel loro insieme» ha chiarito al riguardo l’ATP. «Decisioni unilaterali di questa natura, se non affrontate, creano un precedente dannoso per il resto del tour».

Taylor Fritz, tennista statunitense, ha sostenuto quanto deciso dall’ATP e lo stesso, pare, ha fatto la maggior parte dei giocatori professionisti. Il divieto imposto da Wimbledon, ha proseguito, è sì un chiaro sostegno all’Ucraina in un momento particolarmente complicato, ma è anche un modo per punire le persone «in base al luogo in cui sono nate».

Paolo Bertolucci, già azzurro di Davis nonché commentatore del tennis per la tv italiana, via Twitter ha espresso un giudizio differente. A suo dire, infatti, la scelta di WTA e ATP farà il gioco di Medvedev e, volendo, di Vladimir Putin visto che il russo – con Wimbledon annullato – ora avrà maggiori possibilità di spodestare Novak Djokovic e conquistare il primo posto della classifica maschile. 

Come funzionano le classifiche?

Il ranking WTA e ATP fu istituito nei primi anni Settanta. Oggi, si basa sui migliori risultati ottenuti da ciascun atleta nelle 52 settimane precedenti. Wimbledon, come gli altri tornei del Grande Slam, assegna 2 mila punti alla vincitrice e al vincitore. Detto che anche i premi in denaro dei vari appuntamenti sono allettanti, le classifiche – banalmente – sono l’indicatore più diretto del livello di un giocatore o una giocatrice. Non assegnare punti, volendo essere cattivi, fa di Wimbledon 2022 un torneo esibizione. Ricco, ricchissimo ma inutile.

Si tratta, manco a dirlo, di una prima storica. Né WTA, né ATP né tantomeno la International Tennis Federation sono a conoscenza di precedenti simili, ovvero di tornei che, per un motivo o per l’altro, non hanno assegnato punti per il ranking.

Detto della sua dimensione differente, l’edizione del 2022 difficilmente verrà snobbata dai migliori. E questo perché, come detto, i premi in denaro sono allettanti. Tanto per i campionissimi quanto per gli elementi di bassa classifica: nel 2021, ad esempio, il solo accesso al tabellone principale garantiva a ogni giocatore 66.272 euro. Mica male.

E gli Stati Uniti?

La domanda, concludendo, è: come si comporteranno gli organizzatori degli US Open, l’ultimo Slam in calendario? Faranno come Wimbledon? Dagli Stati Uniti, per ora, il portavoce della US Tennis Association non ha preso posizione. I dialoghi, in questo senso, sono ancora in corso.

 

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