La Davis di Corrado Barazzutti

LUGANO - Dallo stupendo Tennis Club Napoli con vista sul Golfo ci arriva una cartolina che dice tutto, scattata domenica a pomeriggio inoltrato. Cinquemila persone che cantano «'O surdato 'nnammurato», l'inno storico della città partenopea. Più in basso, sulla martoriata terra rossa, piena di buche e di sudore, una squadra che si abbraccia, dirige la voce del pubblico, urla di gioia. È quella dell'Italia, pochi secondi dopo aver eliminato la Gran Bretagna nei quarti di finale di Coppa Davis. Andy Murray, il grande sconfitto, esce a testa bassa. La festa, stavolta, gli passa solo accanto. Fabio Fognini, Andreas Seppi, Simone Bolelli e Paolo Lorenzi: sono loro gli eroi da celebrare, i quattro giocatori che hanno trascinato gli Azzurri in semifinale dopo un digiuno durato 16 anni.In mezzo agli abbracci e ai baci del popolo napoletano c'è anche lui, Corrado Barazzutti. Non vuole ammetterlo, perché è abituato a lasciare agli altri il palcoscenico. Ma buona parte del successo contro la Gran Bretagna è merito suo. Lui, in fondo, una Coppa Davis l'ha già vinta sulla terra rossa del Cile di Pinochet. Correva l'anno 1976 e allora, assieme a Panatta, Zugarelli e Bertolucci, l'Italia alzò, per la prima e ultima volta, la leggendaria Insalatiera. Quella, era una squadra di campioni veri.Oggi, il friulano è il capitano degli Azzurri, prossimi avversari della Svizzera in semifinale.
Signor Barazzutti, avete vissuto un fine settimana sull'ottovolante: battere 3-2 la Gran Bretagna non è da tutti. Ci racconti le sue sensazioni.«Sono stati tre giorni intensi, duri, emozionanti. Sapevamo sin dall'inizio che sarebbe stato così perché quando ti trovi ad affrontare un giocatore come Andy Murray non sai mai cosa può succedere. Devo ammetterlo: dopo il doppio perso sabato (Fognini/Bolelli sono stati battuti in quattro set da Flemming/Murray, ndr) eravamo parecchio dispiaciuti. Era una partita che potevamo vincere, perché conosco il valore dei nostri doppisti. Diciamo che avevamo il 50 percento di possibilità di fare risultato. Ebbene, dopo il 2-1 in molti pensavano fosse finita. E invece...».
A settembre, l'Italia affronterà la Svizzera in semifinale. Quale il suo giudizio?«Quest'anno, Roger Federer ha deciso di andare fino in fondo. Vuole vincere la Coppa Davis, oramai lo sanno tutti e nemmeno lui si nasconde. È chiaro che se Stanislas Wawrinka e il campione renano giocheranno al meglio delle loro possibilità, per noi le chance di accedere alla finale diminuiranno parecchio. Sulla carta, la Svizzera è una delle squadre più forti. Noi, però, siamo intenzionati a dare battaglia. Disponiamo di un gruppo solido, equilibrato, unito. Possiamo dare fastidio e faremo di tutto per sorprendere ancora. Giocheremo le nostre carte».