Tra 100 giorni scatta il nostro Europeo: i dubbi in attacco e quelli in panchina

Cento giorni. Tra cento giorni, in queste ore, i tifosi rossocrociati inizieranno ad avvertire un vuoto allo stomaco. La tensione che cresce. L’euforia, anche. Il 15 giugno, per la Svizzera, farà d’altronde rima con Euro 2024. Sì, al RheinEnergieStadion di Colonia - alle 15 - inizierà il nostro torneo. Contro l’Ungheria. Mancano più di tre mesi, vero. Alcune dinamiche potrebbero cambiare. Lo stato di forma di uno o l’altro progredire o sgonfiarsi sul più bello. Le prestazioni del momento, tuttavia, assomigliano a un avvertimento. A un tracciante in grado di unire presente e futuro. Illuminando o meno - a seconda del caso - la rassegna continentale. E dunque: come stanno i giocatori della Nazionale e soprattutto i suoi primattori? Quale reparto offre maggiori garanzie e quale - invece - merita una sana preoccupazione? Il frangente è opportuno per fare il punto della situazione.
In porta
Beh, se c’è una posizione che può rasserenare il sonno ai sostenitori elvetici è proprio quella del portiere. In barba agli scettici e ai dubbi estivi, Yann Sommer sta vivendo una stagione superlativa all’Inter. L’ex estremo difensore del Bayern è fra i meno battuti in Europa. Per i meriti del collettivo nerazzurro, certo, ma anche grazie a una serie di performance e di interventi da 5,5 in pagella. Il tentativo di montare una lotta fratricida con Gregor Kobel - promossa da alcuni media svizzerotedeschi - ha insomma mancato il bersaglio. Nessuno nega le qualità e l’affidabilità del portiere del Borussia Dortmund - finito nel mirino del PSG - ma le gerarchie non sono in discussione. Yvan Mvogo - sempre titolare al Lorient - sarà il terzo.
La difesa
Buone notizie, tutto sommato, anche sul piano difensivo. Manuel Akanji resta un pilastro della difesa del Manchester City, il club più forte del continente. Il commissario tecnico Murat Yakin ha quasi sempre preferito affiancargli Nico Elvedi, insostituibile al Borussa Mönchengladbach. Fabian Schär, però, non ha mai smesso di esprimersi su buoni livelli al Newcastle: sia in Champions League - in autunno - sia in Premier. E ciò nonostante un rapporto piuttosto tormentato con la maglia rossocrociata. Di alternative, lì nel cuore della retrovia, in ogni caso ve ne sono. Poco importa il modulo che verrà scelto, a quattro o a tre. La duttilità di Ricardo Rodriguez offre infatti una soluzione supplementare. Il capitano del Torino è uomo fidato di Juric e di norma braccetto di sinistra nel suo 3-5-2. Di recente «Ricci» è tuttavia stato schierato anche come quinto.
È sul fronte opposto, ad ogni modo, che si registra il ritorno più gradito. Silvan Widmer, nel 2023, è mancato. Eccome. Da dicembre, il laterale destro del Magonza ha fortunatamente ritrovato il campo (e la «C» sul braccio) con regolarità. Pure l’ex Udinese sa fungere da terzino o da quinto e il suo rientro ha comportato l’ennesimo spostamento al centro della difesa di Edimilson Fernandes, suo compagno di squadra e - negli ultimi mesi - ripiego scelto da Yakin sull’out di destra. Qui si sta destreggiando benino Jordan Lotomba, nell’undici fisso del Nizza, come pure Kevin Mbabu. Sì, proprio l’ex Servette, da qualche mese titolarissimo all’Augsburg. Con l’avvento di Jean-Louis Gasset in panchina - e tornando alla corsia di sinistra -, sembra invece in perdita di velocità Ulisses Garcia, passato dallo Young Boys al Marsiglia durante il mercato invernale.
Il centrocampo
Granit Xhaka sta vivendo una stagione clamorosa con il Leverkusen. È il faro di Xabi Alonso e sarà chiamato a esserlo pure all’Europeo. Trascinare il Bayer alla conquista della Bundesliga, va da sé, permetterebbe al capitano di affrontare il torneo tedesco sulle ali dell’entusiasmo Poco importa - e ci arriveremo - se le indicazioni da bordo campo non giungeranno da un tecnico stimato in modo sincero. Al fianco di Xhaka - in un’ipotetica mediana a tre - vi sono oramai due certezze. Remo Freuler ha progressivamente conquistato la fiducia di Thiago Motta e con il Bologna sta plasmando un sogno. Dopo i flop al Chelsea e alla Juventus, Denis Zakaria ha invece ritrovato le migliori sensazioni al Monaco.
A pagarne le conseguenze sarà verosimilmente Djibril Sow, finito tra le seconde scelte malgrado l’impiego regolare al Siviglia e dopo aver disputato da titolare il Mondiale in Qatar. A picco le quotazioni di Fabian Rieder, attualmente infortunato e comunque tutto fuorché protagonista al Rennes. Maggiori garanzie dovrebbe invece fornirle Michel Aebischer, compagno di Freuler al Bologna, dove di tanto in tanto veste anche la fascia di capitano.
L’attacco
I dubbi principali - al solito - interessano l’attacco svizzero. Breel Embolo, centravanti di riferimento in Qatar, non ha disputato un minuto con il Monaco nella stagione 2023-24. Non uno, complice la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Il 27.enne ha ripreso ad allenarsi, ma il debutto in Ligue 1 non è previsto prima di aprile. Difficile, dunque, immaginare in quali condizioni - atletiche e a livello di rendimento - Embolo si presenterà all’Euro. I piani B, ai quali Yakin ha ricorso durante le qualificazioni, sono due: Zeki Amdouni e Noah Okafor. L’ex Losanna sta conoscendo una stagione in chiaroscuro al Burnley, in Premier League. Gioca praticamente ogni weekend, ma la via della rete è stata trovata «solo» quattro volte. Sono cinque, per contro, i gol firmati da Okafor al Milan, a fronte però di spezzoni di partite. Solo tre le gare iniziate dal 1’.
Sugli esterni - dove per altro può esprimersi lo stesso Okafor - si confermano in pole position Ruben Vargas e l’intramontabile Xherdan Shaqiri. Accostato per qualche settimana alla Fiorentina, Vargas accende con una certa regolarità le partite dell’Augsburg. «XS», lui, ha per contro abbracciato la nuova annata della MLS da capitano dei Chicago Fire. Nel suo ruolo, comunque, è presente una valida alternativa. Un pungolo, se vogliamo. Si tratta di Dan Ndoye, altro «bolognese» in rampa di lancio, reduce da un leggero infortunio ma sovente utilizzato da Motta. L'ex Basilea potrebbe essere l’arma a sorpresa a Euro 2024. Molto di più dei redivivi Renato Steffen o Steven Zuber.
L’allenatore
Le scelte definitive, va da sé, spetteranno a Murat Yakin. E, inutile girarci attorno, il ruolo più controverso della delegazione svizzera rischia di essere proprio quello del selezionatore. Il rinnovo sino all’Europeo strappato grazie alla deludente campagna di qualificazione - chiusa alle spalle della Romania - non ha diradato le nubi che aleggiano sull’attuale gestione tecnica. Nubi che interessano sia il gioco e l’impostazione tattica della Nazionale, sia i rapporti all’interno dello spogliatoio.
In questo senso, le imminenti amichevoli esterne con Danimarca (sabato 23 marzo) e Irlanda (mercoledì 26 marzo) potrebbero fornire già delle risposte importanti circa l’aria che si respira in casa rossocrociata e la volontà dei senatori di remare in modo convinto insieme a un allenatore che lo scorso anno ha smarrito tocco magico e credibilità.