Taca la bala

Un luna park chiamato PSG

La rubrica di Tarcisio Bullo affronta le tante e oramai ricorrenti beghe interne al club parigino
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
14.07.2023 06:00

A prima vista la notizia sembrerebbe aver poco a che fare col calcio vero, non fosse che il chiacchierato protagonista è una delle star del mondo del pallone e porta la maglia di un club che a ben guardare assomiglia più ad un luna park che a una squadra di calcio, il Paris Saint-Germain. Forse di Neymar bisognerebbe parlare in altri termini, evocando una carriera messa in pericolo da una serie di infortuni impressionante, l’ultimo ad una caviglia operata in febbraio che da allora l’ha costretto a disertare i campi di calcio. Ma vuoi mettere il gossip sdoganato a seguito della scoperta di un contratto per lo meno curioso, messo nero su bianco e avente come controparte la sua fidanzata ufficiale? Troppo ghiotta la notizia secondo la quale il brasiliano deve onorare a caro prezzo ogni scappatella, pagando una penale alla ragazza, tale Bruna Biancardi, di professione influencer, la quale conoscendo evidentemente molto bene l’incapacità del suo partner di resistere al fascino femminile, ha preteso congruo indennizzo in caso di corna, autorizzate, ma a condizione che O’Ney non frequenti prostitute, non baci l’altra sulla bocca, usi il preservativo e non renda pubblica l’infedeltà. In questo contratto come non vedere tutta la poesia e l’incanto di un amore? Fossi un follower dell’influencer, per la quale il denaro conta più dell’amore, al punto da accettare dietro compenso il disonore del tradimento, me ne guarderei bene dal concederle fiducia.

Siccome però è di calcio che vogliamo parlare, chiediamo perdono ai lettori per questa sbandata gossippara e restiamo in casa PSG. Nelle intenzioni dei suoi proprietari (Nasser Al-Khelaifi e il fondo Qatar Investment), quella parigina doveva essere la squadra siderale, in grado di conquistare il mondo ingaggiando i migliori calciatori del pianeta. Il trio Mbappé-Neymar-Messi doveva far dimenticare Didì-Vavà-Pelé del grande Brasile, o ancora Di Stefano-Puskas-Gento dell’immenso Real Madrid. Invece nisba: la bacheca dell’ambizioso club degli sceicchi si riempie solo di trofei francesi, dei quali non importa nulla, mentre rimane vuota a livello internazionale. L’acquisto del PSG da parte dei qatarioti si è rivelato un immenso flop economico, la Pulce si è innervosita e ha preso la decisione di far l’americano, Neymar è un’incognita dal profilo dell’integrità fisica e Mbappé è stufo di non riuscire a vincere un trofeo importante. Così ha inviato una raccomandata agli sceicchi dicendo che se ne vuole andare a fine stagione (doppia beffa: a parametro zero) perché stufo del decoubertiano «l’importante è partecipare».

Intanto sulla panchina del club il rosario di allenatori che tentano di portare la squadra al livello delle ambizioni della proprietà non finisce più: Kombouaré, Ancelotti, Laurent Blanc, Emery, Tuchel, Pochettino, Galtier sono resistiti per una o al massimo un paio di stagioni e adesso tocca a Luis Enrique cercare di costruire una squadra vera. Personalmente ho una stima immensa del tecnico spagnolo, considerato l’erede di Pep Guardiola, ma «Luke» con la sua forte personalità, che qualche volta sconfina nella sfrontatezza, è qualcuno di profondamente divisivo. O lo si ama o lo si detesta e vogliamo proprio vederlo andare d’accordo con un direttore sportivo come Luis Campos, incline a intromettersi anche nelle questioni tecniche. Luis Enrique ha già rivoluzionato lo staff tecnico, sfrattando tutti quelli che lavoravano coi suoi predecessori e installando dei fedelissimi. E si mormora che il nuovo tecnico non abbia grande stima del portiere Donnarumma, notoriamente limitato nel gioco di piede, che per lo spagnolo è essenziale. Così il PSG sul mercato sta cercando anche un portiere e l’ombra di De Gea comincia a infastidire Gigio. Al luna park PSG, il divertimento non mancherà nemmeno in questa stagione.