Un Mondiale da bassotto

È il mio primo Mondiale con un cane. Chissenefrega, certo. Ma ormai parlo solo di lui. Di Vincent. Bassotto nano a pelo duro, un anno compiuto da poco. Quattro zampe, una coda, un orecchio. Storia lunga. Non è vero che lo tratto come un figlio e infatti non ho scambiato le figurine Panini con la scusa che fossero per lui. Prima di Qatar 2022, Vincent non aveva mai manifestato interesse per il calcio in televisione. Ha sempre preferito praticarlo in corridoio, rigando il parquet. Dalla «costruzione dal basso» alla «distruzione del bassotto». Nella fase a gironi, però, ha improvvisamente mollato l’osso sul tappeto per seguire la palla sullo schermo. Ha abbaiato a Messi, il bassotto dell’Argentina. «Lanciamela, Leo, lanciamela!». Durante l’esordio della Svizzera, Vincent ha imparato a pronunciare il nome di un difensore del Camerun: Christopher Wooh. Continuava a ripeterlo con fierezza: «Wooh! Wooh!». Al postino: «Wooh! Wooh!». Al barboncino dei vicini: «Wooh! Wooh!». Che cucciolo intelligente. Quando il Toni, spalla dell’Armando, ha detto che «Ronaldo ormai lo conosciamo», Vincent ha subito annuito e scodinzolato pensando al signor Ronaldo del terzo piano. «Certo che lo conosciamo!». Vedendolo così coinvolto dall’evento, ho cercato di assecondarlo. Purtroppo, non è andata a buon fine la ricerca di gadget rossocrociati adatti alla morfologia di un salsicciotto. Un calzettone di Shaqiri, largo sul polpaccio, sarebbe stato un maglioncino perfetto. Ma ormai è tardi, la Svizzera è tornata a casa. «Come Lessie», suggerisce Vincent. Poco prima dell’ottavo con il Portogallo, moglie e quadrupede sono usciti per una passeggiata. Al rientro eravamo già sotto 2-0 e lui mi ha fulminato: «Chi abbiamo in difesa, quattro gatti?». No Vince, stasera solo tre. A quel punto ha sperato inutilmente in una finale tra la Croazia di Domagoj Vida e l’Inghilterra di Harry Kane. In omaggio a questa meravigliosa Vida da Kane.