«Ogni chilowattora conta»
Attualmente l’approvvigionamento elettrico in Svizzera è garantito. In inverno invece - in primis a causa della guerra in Ucraina e della conseguente possibile interruzione delle forniture di gas in Europa - potrebbe raggiungere livelli critici. La Confederazione e gli attori dell’energia hanno fatto il punto a Berna. Sensibilizzando anche le economie domestiche.
1 Qual è la situazione attuale dell’energia in Svizzera e in Europa?
Stando al direttore dell’Ufficio federale dell’energia, Benoît Revaz, «stiamo vivendo la prima crisi energetica globale, di cui l’Europa è l’epicentro». A causa della guerra in Ucraina, il continente è particolarmente colpito. «E se lo è l’Europa lo è anche la Svizzera». Nel nostro Paese però, la situazione è ancora stabile. Il livello di acqua nei laghi artificiali, ad esempio, è nella media. Anche se, a causa dello scioglimento anticipato dei ghiacciai e dell’ondata di caldo, è probabile che quest’anno l’alimentazione dei bacini risulti inferiore. Anche le centrali nucleari nazionali sono normalmente disponibili. Quella di Beznau (in Argovia) è però attualmente costretta a ridurre parzialmente la propria potenza a causa delle temperature elevate. A medio termine, date le previste ulteriori verifiche sulla sicurezza, la disponibilità delle centrali francesi è invece incerta. Ma il grosso punto di domanda riguarda il rifornimento di gas: la sicurezza dell’approvvigionamento in Europa dipende dalla disponibilità di questa fonte d’energia per la produzione di corrente. Dall’11 luglio fino ad oggi, l’Europa non è stata rifornita di gas russo dal gasdotto Nord Stream 1 a causa di lavori di manutenzione. Se la fornitura riprenderà è una questione di decisioni politiche a Mosca. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, la condotta dovrebbe riprendere domani, giovedì, a fornire l’Europa, ma a una capacità inferiore. In caso di interruzione delle forniture, le grandi aziende elettriche potrebbero trovarsi ad affrontare problemi di liquidità. Il Governo ha già preparato un salvagente per le imprese del settore di rilevanza sistemica. Il pacchetto, già adottato dagli Stati, deve essere trattato dal Nazionale.
2 Quanto è grande il rischio di carenza di elettricità?
È «reale e grande», secondo Michael Frank, direttore dell'Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES). Per questo motivo ognuno deve dare il proprio contributo oggi e consumare meno elettricità. «Ogni chilowattora conta, non solo quello prodotto, ma anche quello consumato». La popolazione può risparmiare elettricità, ad esempio riducendo il consumo di acqua calda o riscaldando meno a partire dall'autunno. Sarebbe sbagliato farsi prendere dal panico, ha aggiunto Michael Frank. «Ma se la crisi arriverà, saremo tutti gravemente colpiti». A differenza della Germania, il consumo di elettricità in Svizzera non sembra essere diminuito.
3 Se dovesse verificarsi una carenza di energia elettrica, cosa succederebbe?
In tal caso, i compiti fra il Governo, l’industria e la popolazione sarebbero chiaramente distribuiti: «Come durante la pandemia, il Consiglio federale decide; l’industria elettrica, l’economia e la popolazione attuano», ha spiegato Frank. In caso di carenza di elettricità, entreranno gradualmente in vigore misure sempre più severe. La prima consiste in appelli al risparmio su base volontaria, dopodiché si passerebbe a limitazioni dei consumi per apparecchi e impianti non strettamente necessari (come l'illuminazione delle vetrine o le saune). Non dovessero bastare queste misure, si passerebbe a contingentamenti dei consumi presso circa 30.000 grandi consumatori. Essendo questi tutte aziende, le economie domestiche sarebbero risparmiate dalle limitazioni. Assieme, queste tre prime misure potrebbero consentire un risparmio stimato tra il 25 e il 30%. Sarebbero dure per l'economia e la popolazione, ma potrebbero essere necessarie per dover decidere misure ancora più drastiche. Come ultima risorsa, infatti, la rete verrebbe interrotta in alcune aree per un periodo di tempo che varia dalle quattro alle otto ore alla volta. Simile la strategia in caso di carenza di gas: dagli appelli si passerebbe all’obbligo per le imprese di commutazione del gas al petrolio negli impianti bicombustibili. In caso di penuria persistente si passerebbe a restrizioni come una temperatura massima negli edifici pubblici e gli uffici. Da ultimo si passerebbe a contingentamenti.
4 Quali altre misure son state prese a breve termine?
La Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) sta attualmente lavorando all'ordinanza per la costituzione di una riserva idroelettrica e alla definizione dei parametri di riferimento. L’ordinanza - secondo Urs Meister, direttore dell'ElCom - dovrebbe essere disponibile all'inizio di settembre. Tale riserva - si parla di circa 500 gigawattora - ha lo scopo di colmare le emergenze imprevedibili alla fine del’'inverno. Non è però adatta a colmare una carenza generale, ha puntualizzato. Il Governo impone inoltre al settore del gas di assicurarsi capacità di stoccaggio nei Paesi limitrofi e opzioni per ulteriori forniture da Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi. Si è inoltre conclusa la prima fase dei negoziati tra la Germania e la Svizzera in vista di un accordo di solidarietà sul gas, come annunciato oggi da Bruxelles. Questa dovrà essere sottoposta alla Commissione europea. Sono ora in corso colloqui anche con la Francia e l’Italia.
5 Quali misure sono già state prese a lungo e medio termine?
A giugno il Governo ha adottato la legge su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Il dossier è ora al vaglio della Commissione dell’ambiente degli Stati. L’obiettivo è aumentare la garanzia di elettricità nei mesi freddi. L’Esecutivo vorrebbe inoltre accelerare le procedure per poter realizzare un progetto di impianto idroelettrico o eolico. Un progetto in tal senso è stato messo in consultazione a febbraio.
6 Quanto consumiamo in Svizzera?
L’anno scorso il consumo d’energia nazionale si attestava a 221 terawattora. Il fabbisogno è stato coperto al 15,4% da gas naturale, al 26,3% da elettricità, al 14% da olio combustibile, al 29,3% da altri carburanti fossili, al lo 0,5% da carbone e al 14,4% da altre fonti energetiche come il legno o il biogas.