Sui monti di Rima
La passeggiata parte da Broglio, raggiungibile in circa 45 minuti da Locarno. Raccolto attorno alla sua chiesa, che sulla facciata presenta un notevole San Cristoforo del Quattrocento, questo villaggio è circondato da una vasta campagna che era nota per i suoi gelsi, piantati nel XIX secolo per nutrire i bachi da seta che vi si allevavano.
Imboccando il sentiero per i monti (segnaletica marrone «Sentieri di pietra») si passa davanti alla casa dove nacque Giuseppe Zoppi. Sul percorso, che in un’ora circa porta al nucleo montano, si incontrano cinque cappelle – di cui quattro affrescate nella seconda metà dell’Ottocento dal pittore valmaggese Giovanni Antonio Vanoni di Aurigeno – e alcune semplici croci in ferro che ricordano i contadini caduti mentre facevano il fieno di bosco o cercavano le capre.
Una «caraa», cioè un sentiero delimitato da muretti per impedire al bestiame in transito di uscire nei prati, introduce al monte con le sue splendide torbe che si affacciano sul «dolce piano, luogo di sosta, paradiso del ciliegio» cantato da Zoppi. Un tempo soggiornavano qui per buona parte dell’anno gli abitanti di Broglio da una parte e quelli di Prato dall’altra. Delle torbe in legno edificate su uno zoccolo in muratura, usate in passato per la conservazione della segale, ne rimangono ancora una ventina; sono molto ben conservate e anche quelle ristrutturate rispettano in generale il valore architettonico originale. La più antica torba di Rima risale al 1580; il millesimo è scolpito su una pietra angolare dell’edificio.
Su questi monti, privi di acqua, ogni casa era affiancata dalla cisterna, interrata, per raccogliere l’acqua piovana del tetto. Prima delle cisterne in muratura, si usavano grandi vasche ricavate da blocchi di granito. A Rima di Broglio si sono contati anche trenta elementi, tra vasche di pietra e cisterne.
Dai monti di Rima un comodo sentiero nel bosco di larici e faggi scende verso Prato-Sornico. Un villaggio che nel corso dei secoli ebbe un’importanza civile e religiosa particolare di cui conserva le testimonianze: la chiesa parrocchiale, il palazzo della giudicatura, alcuni palazzi signorili.
Seguendo i cartelli per tornare a Broglio si giunge nella splendida campagna di Lovalt. Su un’abitazione si ammirano due interessanti affreschi a soggetto religioso. Proseguendo si attraversa il ponte sospeso sulla profonda gola scavata dal «Ri della Valle di Prato», prima di raggiungere l’oratorio di Vedlà, in un luogo idilliaco immerso nel verde, e rientrare infine a Broglio.