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E fu così che Apple scaricò VK, il Facebook russo

Il colosso tech si è allineato alle ultime sanzioni britanniche che colpiscono i dirigenti di Gazprombank e Sberbank, le due banche che detengono poco meno della metà del social
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Marcello Pelizzari
28.09.2022 17:30

Addio, VKontakte o, meglio, VK. Il rivale russo di Facebook, del quale avevamo parlato mesi e mesi fa. Quando la guerra era agli inizi ma cominciavano già a piovere sanzioni su Mosca. Apple, è notizia di questi giorni, ha rimosso l’applicazione dal suo App Store a livello globale assieme ad altre app legate al marchio. Il motivo? Conflitti, evidenti, con le citate sanzioni.

Il ruolo di VKontakte

L’app, ha spiegato direttamente VK sul proprio sito web, continuerà comunque a funzionare sugli smartphone che l’avevano già installata prima del cosiddetto takedown. Gli utenti, tuttavia, potrebbero avere difficoltà «con le notifiche e i pagamenti». Un mezzo disastro, insomma. La società ha pure spiegato che i tecnici sono al lavoro nella speranza di «mantenere e continuare a migliorare l’esperienza dell’utente».

Apple, dal canto suo, ha confermato la rimozione attraverso un comunicato. Nella nota, il colosso tech ha chiarito ulteriormente il concetto: siccome le app di VK sono distribuite da sviluppatori legati a doppio filo a uno o più soggetti sanzionati, nello specifico dal governo britannico, non resta altra soluzione se non la rimozione.

Il rispetto delle sanzioni, leggiamo, ha comportato la chiusura dell’account sviluppatore di VK. Il ministero degli Affari Digitali russo, va da sé, non ha gradito la notizia e ha annunciato un piano d’azione conseguente alla risposta dell’azienda ad Apple. Il ministero, in particolare, si è chiesto i motivi della cancellazione quando il social, in Russia, ha un forte significato per i cittadini.

Le app targate VK comprendono una vasta gamma di servizi: e-mail, consegna di cibo e pagamenti digitali. Secondo alcune stime, la piattaforma VKontakte è il quinto sito web più grande per traffico in Russia. Il social ha 97 milioni di utenti mensili in tutto il mondo, mentre il suo servizio di posta elettronica, Mail.ru, ha 46 milioni di utenti.

L'importazione parallela

Apple, al pari di altre aziende occidentali, si è allontanata dal mercato russo dopo che Mosca ha invaso l’Ucraina lo scorso febbraio. Il gigante californiano, fra le altre cose, ha smesso di vendere i suoi prodotti. Costringendo, di riflesso, la Federazione Russa ad aggiungere gli iPhone a un vasto elenco di beni che possono essere importati e rivenduti senza il permesso del proprietario del marchio, una sorta di regime di importazione parallela.

Dicevamo delle sanzioni britanniche. L’ultima tranche è stata varata lunedì, in risposta ai referendum farsa tenuti dalle autorità russe nei territori occupati in Ucraina. Un’operazione tanto ambigua quanto strategica: da una parte, Mosca vuole dimostrare il consenso popolare in quei territori e, dall’altra, annettendoli avrebbe un pretesto per definire gli ucraini degli invasori. Con tutte le conseguenze del caso in termini di minaccia nucleare.

L’ultimo giro di sanzioni include 39 persone delle dirigenze di Gazprombank e Sberbank, due banche statali che, insieme, detengono poco meno della metà di VK. «I falsi referendum tenuti alla canna di una pistola non possono essere né liberi né equi e non riconosceremo mai i loro risultati» ha affermato il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly. «Seguono un chiaro schema di violenza, intimidazione, tortura e deportazioni forzate nelle aree dell’Ucraina che la Russia ha sequestrato».

E ancora: «Le sanzioni prenderanno di mira coloro che stanno dietro questi voti falsi, così come le persone che continuano a sostenere la guerra di aggressione del regime russo. Siamo con il popolo ucraino e il nostro sostegno continuerà per tutto il tempo necessario per ripristinare la sua sovranità».

Un sostegno che continuerà anche via App Store, con una rimozione forzata e altamente simbolica.

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