Per i più giovani

Locarno Kids: là dove «zampettano» i cuccioli del Pardo

Podcast, effetti speciali, video, animazione e robotica: lo «spazio» dedicato ai piccoli non è solo «parcheggio», ma una grande centrifuga di creatività
Jona Mantovan
06.08.2022 06:00

L'appuntamento è nello stabile B, in Piazza San Francesco. Proprio di fronte alla Magistrale. Sulla mappa, l'edificio è marcato come «Locarno Kids Center». «Buongiorno, prego da questa parte». Ad aprire la porta è Francesco De Biasi. Giovane, trent'anni, slanciato e capelli lunghi, è – da qualche anno – l'«anima» di questo «spazio» del Locarno Film Festival dedicato ai più piccoli (fino ai 16 anni). All'interno è fresco, ma non gelido. In lontananza si sentono le voci dei bambini. È qui che, infatti, zampettano i «cuccioli» del Pardo. Alcune aule messe a disposizione dalla SUPSI (questa è la sede del Dipartimento formazione e apprendimento) sono proprio riservate a loro. «Informatica, robotica, effetti speciali, animazione con la tecnica del ‘passo uno’... i ragazzi possono sperimentare e creare sotto l'occhio vigile dei nostri formatori», professionisti dei vari rami coadiuvati da studenti della Scuola universitaria. Una ‘centrifuga’ di creatività.

«Tutto a posto qui?»

Passando vicino a una delle porte del corridoio, si sentono alcuni rumori: oggetti che cadono, grida, passi. «Tutto a posto?». Ma certo che sì, ovvio. «Stiamo realizzando un podcast, nel quale i bambini parlano di un animale immaginario e dei rumori che produce». Laura solleva lo sguardo dallo schermo del portatile togliendosi le cuffie. Avrà sì e no otto, nove anni. Alza la mano, indicando con l'altra la tastiera: «Sai come si fa a dividere la clip?», chiede voltandosi in direzione dell'animatrice più vicina, pronta ad accorrere in aiuto alla giovanissima autrice. 

L'anno scorso abbiamo totalizzato oltre mille presenze, sommando quelle giornaliere. Quest'anno saranno anche di più, per un totale di oltre 200 giovanissimi
Francesco De Biase, responsabile Locarno Kids

«Sì, questo è uno dei tanti laboratori che abbiamo qui. L'anno scorso abbiamo totalizzato oltre mille presenze, sommando le frequenze giornaliere», dice De Biasi. In tutto, quasi duecento ragazzi divisi su più atelier. «Desideravo lavorare al Festival», esclama ricordando i suoi primi passi dopo gli studi in economia dell'arte e cinema.
Oggi, infatti, fa parte del gruppo di persone che lavorano stabilmente per la grande manifestazione. «Sembra impossibile, ma questi giorni richiedono il lavoro di un anno. E anche se durante la manifestazione vera e propria faccio fatica a vedere dei film, nonostante il cinema sia la mia passione, mi appassiona forse ancora di più il fatto di poter operare in questo ambiente», dice sorridente.

Piccoli, ma sempre più forti

La realtà dei «bimbi» al Festival è cresciuta in maniera importante fin dalla sua definizione, avvenuta già nella settantesima edizione del Locarno Film Festival, cinque anni fa. «Allora c'erano solo un paio di laboratori e il ‘Kids Corner’, che sarebbe uno spazio sorvegliato da personale qualificato e dedicato ai più piccolini, per dare ai genitori la possibilità di vivere qualche momento di spensieratezza della manifestazione».

Vogliamo far scoprire il mondo della sala ai più piccoli, ma anche dare loro una sorta di ‘alfabetizzazione’ sul complesso mondo dell'immagine nel quale sono sommersi
Francesco De Biase, responsabile Locarno Kids

Sin da subito si intuisce il potenziale del progetto, nato inizialmente per rispondere a un'esigenza dei professionisti che raggiungevano il Festival con i loro figli. «Ci siamo però accorti dell'importanza delle riflessioni sul futuro del cinema sulle giovani generazioni e abbiamo deciso di ‘metterci del nostro’», dice De Biasi. 

Un gigantesco ventaglio di proposte

Ed ecco che oggi il programma è molto articolato e realizzato su misura per ogni fascia di età. Laboratori ma anche proiezioni gratuite loro dedicate. Già, ma quali sono gli obiettivi di Locarno Kids? «Da un lato, vogliamo far scoprire il mondo della sala ai più piccoli, farli appassionare alla visione condivisa di un'opera. Dall'altro, vogliamo dare una sorta di ‘alfabetizzazione’ al mondo dell'immagine e dell'immagine in movimento. Il panorama mediatico in cui vivono è molto complesso». Il pensiero corre subito ai piccoli e piccolissimi schermi, al mondo delle reti sociali, degli spezzoni su TikTok. «Ecco, vogliamo dare loro una direzione, far loro capire le moltitudini di linguaggi che si nascondono dietro le produzioni di cui possiamo fruire».

Come si scrive la recensione di un film? Come si crea una colonna sonora? Ma anche un ‘dietro le quinte’ del Festival, per scoprire come funziona questa meravigliosa macchina
Francesco De Biase, responsabile Locarno Kids

Le proposte hanno a che fare con il mondo delle immagini in movimento e con lo sviluppo della creatività. «Come si scrive la recensione di un film? Come si crea una colonna sonora? Ma anche un ‘dietro le quinte’ del Festival, per scoprire come funziona questa meravigliosa macchina», sottolinea l'interlocutore. «Ma anche scenografia, effetti speciali... si spazia molto». Il sito internet e il profilo Instagram ospitano i lavori realizzati dai ragazzi. E non è escluso che, diventati grandi, qualcuno di loro potrà poi partecipare alla competizione vera e propria.

L'alleanza con la Mobiliare

«Anche quest'anno i posti sono tutti esauriti, e consideriamo che, grazie alla partnership con la Mobiliare (il nome completo è infatti ‘Locarno Kids la Mobiliare’, ndr) abbiamo delle proposte in più, come l'‘Atelier du Futur’, tre giornate di incontri, workshop, attività artistiche e discussioni sullo sviluppo della creatività, strizzando l'occhio alla sostenibilità e alle sfide del futuro (dedicati a ragazze e ragazze dai 13 ai 15 anni, ndr)».
La componente ticinese è comunque importante. «Non sono solo i figli dei professionisti che raggiungono il Festival. Molte famiglie che vivono qui hanno deciso di iscrivere i loro figli già da aprile, da quando cioè apriamo la possibilità di aderire sul sito internet». Queste attività, infatti si svolgono tutte in almeno due o tre lingue. «Sono pensati per un pubblico internazionale».

Dopo questo Festival abbiamo già un progetto digitale che vogliamo portare nelle classi e che vorremmo si possa poi sviluppare durante tutto l'anno
Francesco De Biase, responsabile Locarno Kids

Francesco De Biasi, poi, azzarda qualche previsione per il futuro: «Qualche tassello abbiamo già iniziato a metterlo negli anni scorsi», spiega. «Dopo questo Festival abbiamo già un progetto digitale che vogliamo portare nelle classi e che vorremmo si possa poi sviluppare durante tutto l'anno. Perché, alla fine, i bambini ne raccolgono i frutti durante il Festival», conclude.

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