La crisi

«I prezzi salgono e c’è chi sta facendo scorte»

I beni di prima necessità, secondo molti, sono più costosi a causa della guerra in Ucraina - E a Lavena Ponte Tresa c'è chi racconta di ticinesi che fanno incetta di generi alimentari
La corsa dei prezzi scatena la corsa alle scorte. Ma non per tutti
Jona Mantovan
15.03.2022 06:00

A Lavena Ponte Tresa, in Italia—appena oltre il confine—sembra che i prezzi stiano correndo. Verso l'alto, ovviamente. Complice, probabilmente, la guerra tra Russia e Ucraina, che ha dato una bella spallata ai delicati equilibri delle forniture a livello globale. Le cose sembravano poter tornare alla normalità, appena finita la crisi provocata dalla pandemia. E invece no. Ecco che arriva un terremoto, forse peggiore di quello precedente almeno per le conseguenze che potrebbe scatenare. Tra gli scaffali, sono in molti a rendersi conto della nuova tendenza. Ma c'è ottimismo, perché se i prezzi salgono, sono pochi coloro che pensano di accumulare delle scorte. «Ah, non me lo dica!», esclama Ivana. «I miei figli mi ‘rompono’ e insistono affinché pure io faccia le scorte. Mi hanno mandato una foto dall’Esselunga, con gli scaffali vuoti. Ma no, io non faccio scorte. L'ho visto durante la pandemia. Parecchi l'hanno fatto e poi, dopo qualche tempo, si son trovati a buttare via prodotti non ancora aperti».

«Sì, i beni di prima necessità stanno aumentando anche qui in Italia», dice Elisa. «Specialmente la pasta... magari la prendevi a 80 centesimi al chilo. Oggi, per gli stessi soldi, ti porti a casa una confezione grande la metà, mezzo chilo». La confezione da un chilo, dice la giovane, oggi costa un euro e 19. «Ma era già scontata. Anche la salsa... sta aumentando un po' tutto». Elisa dice che, al contrario di molti, in famiglia hanno pensato ad accumulare un po' di scorte. «Abbiamo scorte di acqua, di sugo, di pasta... abbiamo preso la farina, perché anche quella sta aumentando... abbiamo paura che poi non la troviamo. Oppure che i prezzi saliranno ancora di più».

È aumentato soprattutto il pane. Prima ne prendevo a 30 centesimi, mentre ora lo stesso è a 45. Quindi la differenza si vede ed è tantissima.
Giusy

Qualche metro più avanti, Giusy sta raggiungendo la sua auto dopo aver fatto alcune compere. È tra le tante persone che si sono accorte di un improvviso rincaro. «Soprattutto il pane—dice—. Prima ne prendevo a 30 centesimi, mentre ora lo stesso è a 45. Quindi la differenza si vede ed è tantissima. D'altronde si sa, con i tempi che corrono...». Aggiunge che d'abitudine ha sempre una riserva di provviste in cantina e quindi non necessita di accumulare ulteriori scorte di generi alimentari. «Sì, per me è una cosa normale».

Antonio è ancora più drastico nella valutazione sul rincaro. «Il doppio», sentenzia con voce imperativa. Come, il doppio? «Certo, è incredibile. Su tutti i prodotti paghiamo minimo il quindici-venti percento di aumento». E le offerte, le promozioni? Anche quelle non lo soddisfano: «Eh, sull'offerta c'è sempre l'aumento. Sono offerte per modo di dire!», dice con un tono di voce sconsolato. «Non c'è niente da fare».

Ho visto che oggi non ci sono promozioni. Ed è tutto carissimo!
Mariagrazia

Sempre di promozioni parla anche Mariagrazia: «Oggi ho visto che non ce ne sono e tutto è carissimo. La verdura? Tutta carissima», esclama con una punta di stupore nascosta dietro il sorriso. E le scorte? «Hai voglia! Conosco tantissimi ticinesi che arrivano qui e le fanno. Dicono di aver paura... fanno scorte di acqua... di tutto», esclama. Aggiungendo di non essere comunque tra coloro che hanno la necessità di accumulare una riserva in casa propria. «Pensiamo positivo, speriamo che finisca presto questa situazione».

In un altro negozio nelle vicinanze, Giuseppe è di un avviso leggermente differente riguardo la situazione dei prezzi. Ed è comunque in buona compagnia: «Non è che son qui tutti i giorni a vedere se il numero sulle etichette sale o scende», dice gentilissimo. «Comunque non ho notato nessun cambiamento, mi sembra tutto come prima».

No, a me sembra tutto come prima. Non mi sono accorto di nessun cambiamento.
Giuseppe

Luciano, invece, attribuisce un prezzo più alto dei prodotti rispetto ad altre realtà vicino a Lavena Ponte Tresa a causa del confine, proprio lì a due passi. «Sì, qui è più caro perché siamo più vicini al confine con la Svizzera. Se andiamo in altre località più distanti dal confine i prezzi si abbassano di nuovo. Non penso che sia per colpa dell'Ucraina... almeno per il momento. Abbiamo appena cominciato questa nuova crisi, no?». Anche sul tema scorte, Luciano scuote la testa con un chiarissimo «Nooo macché scorte!».

Emilio vive in Ticino e dice di acquistare alcuni prodotti qui a Ponte Tresa ogni due settimane circa. «Certe cose, però, trovo siano migliori in Svizzera e ovviamente non le prendo qui in Italia». Dice di non aver fatto caso a un ipotetico balzo in avanti dei prezzi negli ultimi tempi. «Perché più o meno spendo sempre la stessa cifra, sui cento-centodieci euro». La guerra tra Russia e Ucraina non gli fa temere delle ripercussioni fino alla porta di casa. «Certo, è grave ma non la vedo così tanto da mettermi nella condizione di accumulare scorte».

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