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A Ginevra BYD rivela: «Noi corteggiati dall'Italia per produrre auto elettriche»

L'amministratore delegato Michael Shu: «Troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione su una seconda fabbrica europea, oltre a quella ungherese, la scelta dipenderà dalle vendite»
© KEYSTONE / Cyril Zingaro
Red. Online
27.02.2024 17:45

Il colosso cinese BYD si sta facendo notare. Ancora. Dopo avere superato Tesla quale primo produttore di veicoli elettrici al mondo, la società ha gli occhi puntati addosso anche a Ginevra, al Salone dell'Auto, dove ha scelto di presentare la versione ibrida plug-in della Seal pronta a debuttare in Europa. E oggi, durante un'intervista con Bloomberg, l'amministratore delegato Michael Shu ha aggiunto una novità: l'azienda è stata contattata dal governo italiano come parte degli sforzi del Paese per attrarre un secondo produttore di automobili (oltre a Stellantis). «Abbiamo alcuni contatti per discuterne», ha rivelato Shu. La necessità di un secondo stabilimento europeo «dipenderà dalle vendite». Si parla di secondo stabilimento perché BYD ha già avviato il piano per realizzare la sua prima fabbrica europea in Ungheria, che dovrebbe essere pronta nel 2027.

L'Italia potrebbe quindi affidarsi alla Cina per non restare indietro nella corsa alle auto elettriche. Dopo che Stellantis, il gruppo in cui è confluita l'ex Fiat, ha fatto capire che potrebbe progressivamente ridurre la produzione di veicoli, la necessità del governo di Giorgia Meloni di trovare strade alterative è diventata più pressante. Ed ecco che all'orizzonte spunta BYD. Pochi giorni fa, il ministro dell'Industria italiano Adolfo Urso aveva confermato il piano del governo di attrarre un secondo produttore per fare fronte ai rischi di un disimpegno di Stellantis: «È un progetto su cui stiamo lavorando da mesi con colloqui significativi con partner stranieri», aveva detto. L'asse – scrive Bloomberg – potrebbe essere favorito dai rapporti della premier con il leader ungherese Viktor Orban. Il colosso cinese ha infatti raggiunto un accordo con Budapest, come detto, per aprire la sua prima fabbrica di auto elettriche in Europa. L'Ungheria sta infatti cercando di consolidarsi come una sorta di «Silicon Valley» della mobilità green nell'UE.

Non si conosce ancora l'entità del progetto di BYD, ma il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha assicurato che «sarà uno dei più grandi investimenti nella storia economica ungherese». E l'Italia punta a fare lo stesso. «È troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione», ha messo le mani avanti Shu. Ma se la scelta «dipenderà dalle vendite», «ora stiamo facendo ottimi progressi» ha aggiunto.

L’investimento di BYD in Ungheria arriva pochi mesi dopo che l’Unione Europea ha annunciato un’indagine sui sussidi statali ai produttori cinesi di veicoli elettrici. L'antitrust UE crede che BYV venda veicoli a un prezzo decisamente più basso rispetto ai concorrenti grazie ai sussidi di Pechino. «Il produttore ha collaborato all'indagine», ha detto Shu. E questo potrebbe aiutare l’azienda a evitare ulteriori tariffe di importazione. Se l'accusa sarà confermata, invece, la Commissione potrebbe innalzare le tariffe sulle importazioni di auto dalla Cina.

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