Processo

Accoltellamento di Pura, chiesti 4 anni e 10 mesi

Per l’accusa la 35.enne che ha ferito l’ex marito va condannata per tentato omicidio – «Manipolatrice, ha agito per rabbia, umiliazione e frustrazione e l’ex compagno non è una persona violenta»
© Rescue Media
Federico Storni
05.12.2022 13:00

Quattro anni e dieci mesi: questa la richiesta di pena della procuratrice pubblica Chiara Buzzi nei confronti della 35.enne che il 17 marzo 2022 ha accoltellato l’ex marito nell’abitazione di Pura della donna. L’accusa principale è di tentato omicidio: «Sono certa che volesse fargli del male e ferirlo – ha detto Buzzi – ma non ritengo che volesse veramente ucciderlo, anche se l’ha preso in considerazione». A mente dell’accusa la donna -  «intelligente, manipolatrice» avrebbe agito colpita da rabbia, umiliazione e frustrazione che non ha saputo contenere alla notizia che l’ex marito aveva ancora contatti con una sua ex compagna. «Per lei è intollerabile, così come è intollerabile che l’ex marito non faccia quello che lei vuole». La donna, per contro, ancora in aula ha affermato di aver brandito il coltello per spaventarlo perché la stava aggredendo, e di averlo colpito per sbaglio (il suo avvocato difensore Fabio Creazzo parlerà nel pomeriggio).

«In nove mesi di carcerazione e malgrado una terapia non si è mai ravveduta – ha continuato Buzzi. – Non ha mai chiesto scusa alla vittima. Trovo aberrante che abbia dichiarato che in questa vicenda ci sono solo due vittime, lei e suo figlio. Ma è lei la causa di tutti i suoi mali». La procuratrice ha ricordato come fra il 2017 e l’accoltellamento vi siano stati diversi interventi di polizia per mediare i rapporti fra i due, seguiti anche da denunce penali (ma da nessuna condanna). E ha ricordato come da questi incarti emerga che la più violenta fra i due fosse proprio la 35.enne: «L’ex marito non è un violento, ce lo hanno confermato anche i testimoni. Al massimo alza un po’ la voce».

Un’affermazione ribadita anche dalla legale dell’uomo, Micaela Negro, che chiede un risarcimento di 15.000 franchi a mo’ di torno morale e che si è soffermata sulle conseguenza fisiche e psichiche di quella sera sul suo assistito: «Ha creduto di morire e ancora oggi segue una terapia farmacologica per il forte dolore causato tuttora dalla ferita. Inoltre soffre di una patologia paragonabile al disturbo da stress post traumatico per cui è anche stato ricoverato per tre mesi alla Clinica psichiatrica cantonale».

Nella presunta colluttazione fra i due della sera dell’accoltellamento (la donna afferma che l’ex marito le avrebbe messo le mani addosso, lui che la 35.enne l’avrebbe prima preso per il bavero della giacca) la donna si è rotta la falange di un mignolo. Per l’accusa però la ferita potrebbe essere autoinflitta: «Nessuno mi toglie il dubbio che si sia fatta male da sola», ha detto ad esempio Negri. E Buzzi ha ricordato che già in passato la donna avrebbe picchiato la testa contro il muro per poi provare ad addossarne la colpa all’ex compagno.

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