Agenda scolastica, «un’occasione da cogliere anziché censurare»

La discussione attorno all'agenda scolastica e le sue due illustrazioni sul tema dell’identità di genere non si è conclusa con l'avvio dell'anno scolastico. A prendere posizione, oggi, sono quattro associazioni che si occupano di giovani, genitorialità e famiglia: Pro Familia, CCG (Conferenza Cantonale dei Genitori), ProJuventute e ATFMR (Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite): «Chiediamo ascolto e dialogo rispettoso. La polemica sulla distribuzione dell’Agenda scolastica ha raggiunto toni e metafore offensive nei confronti di persone, giovani e famiglie che vivono situazioni di sofferenza, che meritano ascolto e rispetto».
Nella lunga nota si parla di «colpi di divieti e censure», «situazione disomogenea» tra gli allievi, «divario infelice riguardo temi di società». Un'occasione sprecata per «aprire la discussione sulla capacità della nostra scuola e dei nostri figli nell’affrontare un dibattito sul giusto momento e le giuste parole per discutere di temi sensibili».
Le associazioni stanno seguendo con preoccupazione il dibattito che si è sollevato sulle interpretazioni e le intenzioni attribuite a 2 delle 170 pagine dell’agenda scolastica 2023-24. «Vogliamo anzitutto ribadire l’importanza di usare toni pacati e termini rispettosi nel parlare di giovani che vivono qualunque tipo di disagio o fragilità. Stigmatizziamo in modo deciso l’uso di parole o immagini offensive, tentativi di umiliare o ridicolizzare gruppi di persone. Crediamo che il dibattito sia utile, se si svolge su un terreno di dialogo e comprensione reciproca. Viceversa si rischia di dividere e relegare gruppi di persone e famiglie a mere minoranze statistiche, generando e acuendo sofferenza e discriminazione».
L'agenda, scrivono ancora, serve agli allievi per calendarizzare compiti e vacanze, e al tempo stesso può essere utilizzata per accennare a temi che toccano il percorso di crescita e la formazione di competenze relazionali tra gli allievi, che durante la scuola dell’obbligo danno forma alla propria identità di cittadini. «Con alcune immagini e brevi dialoghi interiori, nell’Agenda si descrivono esempi di giovani che incontrano ostacoli da superare, ed esempi di giovani che offrono sguardi di sostegno benevolo ai compagni in difficoltà. Gli ostacoli scelti sono la timidezza, l’insicurezza, le difficoltà scolastiche, la difficoltà di gestire la rabbia, la voglia di somigliare a qualcun altro, il sentirsi discriminati, il disagio verso la forma del proprio corpo ed infine il disagio nel riconoscersi nella propria identità sessuale biologica».
Pro Familia, CCG, ProJuventute e ATFMR si dicono «convinti che non sia mai troppo presto per favorire in positivo le competenze relazionali e la ricerca del prossimo, e che non sia ragionevole sostenere che con questa agenda si promuovano tra i ragazzi dei disagi o dei dubbi, tantomeno con riguardo al tema specifico dell’identità di genere, che come gli altri temi viene solamente accennato con parole semplici». La già citata «banalizzazione» «è obbligata dal tipo di documento in cui i temi vengono accennati», appunto un’agenda, ma è giudicata «molto efficace per veicolare il primato della relazione, dell’accettazione e del sostegno del prossimo, a scuola e nella vita».
Riguardo al tema dell’identità di genere, come per quello dell’orientamento sessuale, le associazioni hanno raccolto testimonianze da genitori preoccupati all’idea che si affrontino temi simili in 5a elementare, ma anche la preoccupazione di genitori con figli interessati direttamente dai temi citati che vedono una occasione di prevenzione del clima scolastico e del rispetto delle diversità anche dalla conclusione delle elementari. «A nostro avviso queste preoccupazioni vanno ascoltate e incluse entrambe nel dialogo tra famiglie e istituzioni scolastiche. Proporre questo tema nella scuola dell’obbligo, istituzione pubblica preposta alla formazione di cittadini, consente di non affidare le generazioni scolastiche unicamente alle tendenze e alle agenzie private della rete, e questo sin dalla quinta elementare quando l’uso del telefonino e dei media è già molto diffuso, con le esposizioni del caso. Ci pare poi che la Scuola, con l’accenno al dialogo sull’identità di genere, rifletta quanto presente in società con l’obiettivo specifico di conservare un clima di inclusione (previsto dalla legge) anche su questa differenza tra gli individui. È altrettanto importante riconoscere che ci sono alcuni elementi di ragionevole condivisione, come il rispetto di ogni persona nella sua peculiare e differente condizione, che per via delle proprie condizioni personali (disabilità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), non deve essere in alcun modo essere oggetto di bullismo, violenze, insulti, discriminazioni e metafore svilenti sui media».
In conclusione, Pro Familia, CCG, ProJuventute e ATFMR sostengono i contenuti dell’Agenda scolastica e sollecitano le scuole ad approfondire gli indispensabili aspetti antropologici per comprenderne significati e relazioni, accompagnando il cammino dei ragazzi più disorientati. «Un’occasione da cogliere anziché censurare».