Certara

Case abusive rase al suolo: verso il sì alla guerra legale

Commissione favorevole alla richiesta di stare in lite con il proprietario delle due abitazioni distrutte – Da capire chi dovrà pagare la fattura per la demolizione – E se la Città, nel frattempo, ha verificato altre situazioni
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
06.06.2025 06:00

Lugano può andare per avvocati nella vertenza contro lo zurighese Urs Trachsel, il proprietario delle due case abusive di Certara fatte ridurre in polvere dalla Città nel gennaio dello scorso anno. Nella Commissione delle petizioni sta maturando un sì quasi unanime alla linea del Municipio, secondo cui tocca allo stesso Trachsel saldare la fattura da 272 mila franchi per i lavori di demolizione ordinati da Palazzo civico ed eseguiti da una ditta specializzata. Dato che il privato si oppone, se non altro per i suoi problemi finanziari aggravati dalla distruzione delle proprietà in Val Colla, il caso approderà al Tribunale Distrettuale di Meilen.

Le case, che in base alle norme attuali si trovano fuori dalla zona edificabile, erano state costruite a fine Ottocento, quando ancora non esisteva un Piano regolatore. Trachsel le aveva comprate nel 2005 e nel 2012, fidandosi che tutto fosse in regola. Non lo era. Lui ci aveva messo del suo negli anni successivi con una serie di piccole irregolarità edilizie attorno alle abitazioni, fra cui la realizzazione di un ponticello per attraversare il fiume, la posa di un bacino di contenimento dell’acqua sorgiva nel bosco e l’allargamento di una stradina. Il tutto era confluito in una domanda edilizia in sanatoria, che però era stata respinta. Se si fosse trattato di terreni edificabili, i vari problemi pendenti avrebbero potuto essere risolti con il pagamento di una multa, ma essendo le proprietà fuori zona, la Città ha visto un’unica via possibile: ordinare la demolizione. Il successivo ricorso di Trachsel è stato vano, le ruspe hanno fatto il loro lavoro e adesso si discute sulla fattura.

Prima di andare a Meilen serve il sì del Consiglio comunale, ma è dura che il parere delle Petizioni venga ribaltato. Le uniche riflessioni critiche, per quanto ci risulta, sono giunte dai commissari di sinistra. Luisa Orelli dei Verdi, ad esempio, ha invitato invano i colleghi a considerare un principio non di secondo piano nella legislazione elvetica: la parità di trattamento. «Evidentemente la Città ha dei buoni motivi per rimanere in lite con il proprietario delle case di Certara, ma credo sia un’ingiustizia perseguitare un singolo per un’irregolarità per la quale molti altri rimangono impuniti: non è equo». Detto in altre parole: quello in discussione non è stato l’unico abuso edilizio commesso sul territorio di Lugano, ma di altre demolizioni ordinate dalla Città non se ne ricordano. «L’impressione, in generale, è che se un abuso cammina, ha le gambe. Per molti ha camminato, per il proprietario di quelle due abitazioni no». Interpellato appena dopo i fatti, il municipale responsabile dell’edilizia privata Filippo Lombardi aveva fatto sapere che «progressivamente» sarebbero stati valutati altri casi, «se non altro per parità di trattamento». Per ora tutto tace. Purtroppo o per fortuna?

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