La reazione

CPI sul caso Hospita, la Lega si difende: «Noi siamo la parte lesa»

Il movimento rinvia ogni riflessione alle prossime settimane, ma ribadisce: «Situazione figlia del comportamento di Aldi e Alberti»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
12.11.2025 06:00

La decisione della Sottocommissione speciale di andare verso l’istituzione di una CPI è stata immediatamente condivisa con i commissari della Gestione. E quindi anche con i deputati della Lega, che – lo ricordiamo – come riferito da Sirica avevano «legittimamente» deciso di non prendere parte ai lavori della Sottocommissione. «È una questione di opportunità politica e la legge non ci obbliga», aveva spiegato il coordinatore del movimento, Daniele Piccaluga. In effetti, trattandosi di una Sottocommissione e non di una Commissione, non vige alcun obbligo dei partiti di prendervi parte. Ora, però, di fronte all’ipotesi di creare una CPI, tra i nodi da sciogliere ci sarà anche quello dell’eventuale partecipazione della Lega al gremio incaricato di fare chiarezza sul «caso Hospita». Per il momento, da noi contattato, il coordinatore Piccaluga si è limitato a spiegare che «la Lega ha preso atto della decisione della Sottocommissione di promuovere una CPI» e che «nelle prossime settimane faremo tutte le valutazioni del caso».

Tuttavia, su un punto Piccaluga vuole essere molto chiaro: «Ci teniamo a ribadire che tutta questa situazione è scaturita dall’agire di due ex esponenti del partito (Sabrina Aldi ed Eolo Alberti, ndr) e che quindi la Lega si ritiene parte lesa». Di più, «l’agire del coordinamento (e quindi la decisione di commissionare un rapporto all’avvocato Petrini, ndr) è stato un atto dovuto, per tutelare la Lega, alla luce del comportamento dei nostri due ex esponenti».

Se venisse istituita, quella per fare luce sul «caso Hospita» sarebbe la quarta CPI sull’arco di un ventennio. La prima volta, infatti, questo strumento venne usato per tentare di chiarire i contorni del caso «Permessi facili», lo tsunami politico e giudiziario dei primi anni Duemila. Per quella vicenda, fu chiamato a indagare pure un procuratore straordinario, Luciano Giudici. La seconda CPI venne invece avviata nel 2012 per chiarire le disfunzioni emerse all’interno della Sezione della logistica. Infine, nel 2017, venne istituita una CPI per il «caso Argo1», legato alla gestione della sicurezza nei centri per richiedenti l’asilo.
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