CPI sul caso Hospita, la Lega si difende: «Noi siamo la parte lesa»

La decisione della Sottocommissione speciale di andare verso l’istituzione di una CPI è stata immediatamente condivisa con i commissari della Gestione. E quindi anche con i deputati della Lega, che – lo ricordiamo – come riferito da Sirica avevano «legittimamente» deciso di non prendere parte ai lavori della Sottocommissione. «È una questione di opportunità politica e la legge non ci obbliga», aveva spiegato il coordinatore del movimento, Daniele Piccaluga. In effetti, trattandosi di una Sottocommissione e non di una Commissione, non vige alcun obbligo dei partiti di prendervi parte. Ora, però, di fronte all’ipotesi di creare una CPI, tra i nodi da sciogliere ci sarà anche quello dell’eventuale partecipazione della Lega al gremio incaricato di fare chiarezza sul «caso Hospita». Per il momento, da noi contattato, il coordinatore Piccaluga si è limitato a spiegare che «la Lega ha preso atto della decisione della Sottocommissione di promuovere una CPI» e che «nelle prossime settimane faremo tutte le valutazioni del caso».
Tuttavia, su un punto Piccaluga vuole essere molto chiaro: «Ci teniamo a ribadire che tutta questa situazione è scaturita dall’agire di due ex esponenti del partito (Sabrina Aldi ed Eolo Alberti, ndr) e che quindi la Lega si ritiene parte lesa». Di più, «l’agire del coordinamento (e quindi la decisione di commissionare un rapporto all’avvocato Petrini, ndr) è stato un atto dovuto, per tutelare la Lega, alla luce del comportamento dei nostri due ex esponenti».


