Sessione straordinaria

Credit Suisse: «Ha vinto l'emotività sulla razionalità»

Il video-commento del vicedirettore Gianni Righinetti direttamente da Palazzo Federale, dove il Consiglio Nazionale ha nuovamente bocciato i crediti d'impegno della Confederazione per 109 miliardi di franchi (senza incidere sulla loro elargizione)
© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE
Gianni Righinetti
12.04.2023 17:13

Il dissesto di Credit Suisse è entrato di prepotenza dalla porta principale di Palazzo federale con una sessione straordinaria in cui sostanzialmente non si decide nulla di concreto. I crediti d'impegno di 109 miliardi per l'acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS saranno concessi, in quanto già impegnati e giuridicamente vincolanti, già si sapeva. Ieri, il Consiglio degli Stati ha approvato (con 29 voti contro 6 e 7 astensioni) i crediti di garanzia, mentre il Consiglio nazionale (per 102 voti contrari, 71 favorevoli e 2 astensioni) ha respinto il sostegno a questi crediti. Un «no» confermato oggi, mercoledì, dalla Camera del popolo, pronunciato con 103 voti contro 71. Le garanzie saranno fornite senza l'avallo del Parlamento federale.

Che aria si respira a Berna? Vi proponiamo il video-commento del vicedirettore Gianni Righinetti, direttamente da Palazzo Federale: «Il "no" risuonato per due volte in 12 ore è un'opposizione presa troppo alla leggera. Troppo facile opporsi quando dire "no" non vale e non pesa miliardi e non fa piombare la Svizzera e la sua piazza finanziaria in un pericoloso e incalcolabile rischio. Che alla fine poteva anche valere di più dei 109 miliardi che la Confederazione ha deciso di mettere in questa operazione».

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