Sessione straordinaria

Credit Suisse: «Una situazione che dal 2008 il Parlamento ha voluto evitare»

Berset: «Il Consiglio federale ha cercato la migliore soluzione per evitare una crisi finanziaria dagli effetti incalcolabili» – Secondo l'ordine del giorno, gli Stati dovrebbero concludere la prima lettura del decreto federale entro le 15.00. In seguito - dalle 17.15 con seduta «open end» - si riunirà il Consiglio nazionale
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Ats
11.04.2023 12:01

È in corso al Consiglio degli Stati il dibattito sulla concessione da parte della Confederazione delle garanzie finanziarie, pari a 109 miliardi di franchi, per l'acquisizione di Credit Suisse (CS).

In apertura di seduta, la relatrice della Commissione delle finanze (CdF) Johanna Gapany (PLR/FR) ha ricordato il carattere straordinario di questa sessione. «Ci troviamo in una situazione che dal 2008 il Parlamento ha voluto evitare, in particolare con le regolamentazioni dette too big to fail». Per Gapany il salvataggio di Credit Suisse era un passo necessario: in caso di fallimento della banca le ripercussioni per l'economia svizzera sarebbero ammontate, nella migliore delle ipotesi, a 146 miliardi di franchi.

Illustrando le scelte che oggi il Parlamento è chiamato a prendere, la relatrice della CdF ha spiegato che qualsiasi decisione prenderà, le garanzie finanziarie della Confederazione di 109 miliardi di franchi saranno in ogni caso erogate.

Il Consiglio federale, dopo aver avuto il via libera della Delegazione delle finanze del Parlamento, ha infatti preso, in accordo con l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e la Banca nazionale (BNS), degli impegni «giuridicamente vincolanti». Il margine di manovra del Parlamento è insomma limitato alle condizioni che la Confederazione può esigere dalle due banche.

Le discussioni proseguono. Secondo l'ordine del giorno, gli Stati dovrebbero concludere la prima lettura del decreto federale entro le 15.00. In seguito - dalle 17.15 con seduta «open end» - si riunirà il Consiglio nazionale.

Berset: «La migliore soluzione»

Il Consiglio federale ha cercato la migliore soluzione per evitare una crisi finanziaria dagli effetti incalcolabili che il fallimento del Credit Suisse avrebbe scatenato. Lo ha detto il presidente della Confederazione, Alain Berset, al Consiglio degli Stati in apertura della Sessione straordinaria.

Quindici anni dopo il salvataggio di UBS, il governo è stato di nuovo obbligato ad intervenire per evitare effetti devastanti sulla piazza finanziaria svizzera e internazionale e sulla prosperità economica della Svizzera.

Sono state esaminate diverse opzioni, ha ricordato Berset. La nazionalizzazione della grande banca è stata scartata perché avrebbe fatto pesare rischi incalcolabili sulla Confederazione e sui contribuenti, avrebbe posto questione sulle capacità di esecuzione e non avrebbe permesso di ristabilire la fiducia nel management. Anche il fallimento del CS non era una soluzione praticabile visto che avrebbe avuto ripercussioni sui privati e sulle imprese. Nei giorni precedenti il finesettimana del 18 e 19 marzo è apparso chiaro che il risanamento della banca non sarebbe stato sufficiente, la ripresa del CS da parte di UBS è quindi apparsa come la migliore soluzione per ristabilire fiducia dei mercati.

La perdita di fiducia nel Credit Suisse non è avvenuta in una notte, è stata progressiva. È chiaro che i responsabili non sono stati capaci di trarre lezioni dalla crisi finanziaria del 2008 e di assumersi le loro responsabilità, ha aggiunto il presidente della Confederazione ricordando le migliaia di dipendenti che perderanno il lavoro con la fusione dei due istituti.

Il Consiglio federale accoglie con favore questa Sessione straordinaria delle Camere e ritiene necessaria un'ampia discussione sulle cause che hanno portato a questo nuovo salvataggio e sulle conseguenze. In particolare sarà necessario adattare la legislazione «too big to fail» alle dimensione della nuova banca che nascerà dopo l'integrazione di CS in UBS.

«Viviamo in un'epoca in cui ciò che era ovvio non lo è più», ha aggiunto Berset, ricordando la pandemia di coronavirus e l'invasione russa dell'Ucraina. In questo contesto, è ancora più importante «preservare la fiducia nelle istituzioni, la loro stabilità o il comune senso di responsabilità».

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