Strategia

Dal «giradischi» al Mosin-Nagant, in Ucraina si combatte anche con armi vintage

Non solo droni, lanciarazzi e missili ipersonici: sul campo di battaglia invasori russi e difensori locali utilizzano anche diversi residuati della Seconda Guerra mondiale, se non prima....
@ The Ukrainian Week
Nico Nonella
28.04.2022 21:22

Droni Bayraktar, droni «suicidi», missili ipersonici Khinzal, lanciarazzi anticarro Javelin. Il conflitto in Ucraina ha portato sotto i riflettori tutta una serie di armi moderne, alcune delle quali, come il velivolo di fabbricazione turca o l'arma anticarro americana, ne sono diventati un vero e proprio simbolo. A riprova del ruolo sempre più importante rivestito in guerra dal progresso tecnologico.

Spesso, però, in guerra bisogna fare di necessità virtù e può capitare che insieme agli ultimi ritrovati dell'industria bellica facciano la loro comparsa anche armi più «vintage». Delle flechettes utilizzate dai russi ne avevamo parlato stamane (clicca qui), ma oltre a questo residuato del primo conflitto mondiale le parti in causa stanno utilizzando diverse armi ormai dimenticate.

Il Mosin-Nagant

Sin dalle prime fasi dell'invasione russa, sono circolate fotografie di militari equipaggiati nientemeno che con un Mosin-Nagant, un fucile a ripetizione manuale prodotto tra il 1891 ed il 1959 e usato in maniera estesa dall'Impero russo nella Prima Guerra mondiale e dall'Unione Sovietica nella Seconda. È uno dei fucili più prodotti della storia con oltre 37 milioni di esemplari. Il Mosin-Nagant, che utilizza munizioni calibro 7,62x54 (ancora d'ordinanza in Russia e in Ucraina) è un'arma molto affidabile e precisa e per questo è particolarmente apprezzato nella versione da cecchino, ossia con un'ottica per il tiro di precisione. In Ucraina è stato visto in mano alle milizie separatiste filorusse del Donbass. 

Il PPSH

Restando nell'arsenale dell'ex Unione sovietica, forze ucraine e i separatisti filorussi hanno fatto uso anche dei fucili mitragliatori PPSh-41 e PPSh-43. Costruiti in pieno secondo conflitto mondiale, questi mitra sono stati utilizzati dalle forze del blocco ex sovietico per decenni e in Ucraina sono ancora utilizzati da separatisti e forze irregolari. L'iconico PPSh-41 è stato prodotto in circa 6 milioni di esemplari e durante l'assedio di Stalingrado si è rivelato molto efficace nei combattimenti urbani grazie alla sua impressionante cadenza di fuoco di circa mille colpi al minuto.

La Maxim 1910

Rimanendo in tema di cadenza di fuoco, non è certo passata inosservata la presenza sui campi di battaglia di una vera e propria reliquia bellica. Parliamo della mitragliatrice Maxim 1910, adottata dall’esercito zarista appunto nel 1910. È raffreddata ad acqua e utilizza proiettili calibro 7,62x54. Le mitragliatrici immortalate in ucraina montano l'affusto sovietico Sokolov a ruote e appartengono verosimilmente alle corpose riserve strategiche dell'URSS. Stando a diversi media, questa mitragliatrice è impiegata dalle forze di difesa territoriale. La Maxim, va inoltre precisato, è stata utilizzata anche nel 2014 nel corso delle operazioni compiute dalle forze ucraine nelle regioni del Donbass. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass ci sarebbe un decreto del ministro della Difesa ucraino del 2016 che ha disposto ufficialmente il rientro in servizio attivo delle Maxim 1910 nelle forze armate di Kiev.

Il "giradischi"

Seppur meno famosa della Maxim, anche la mitragliatrice leggera Degtjarëv DP-27 è ancora in uso tra le forze ucraine di difesa territoriale. Prodotta dal 1927 al 1950 e dotazione standard dell'Armata Rossa, usa anch'essa la cartuccia 7,62×54. Era soprannominata «giradischi» dall'Armata Rossa a causa della forma del caricatore che ricordava un disco in vinile.

Equipaggiamenti inadeguati?

Ma perché queste "armi dimenticate" vengono ancora utilizzate in Ucraina? Innanzitutto va precisato che molte sono in servizio nelle forze di difesa territoriale, ossia la componente di riserva militare dell'Esercito di Kiev, o nelle file dei separatisti filorussi. Non sono quindi utilizzate dalle truppe "regolari" di prima linea. Secondo il Sun, tuttavia, diversi giovani coscritti russi sarebbero stati equipaggiati in maniera inadeguata (della situazione dei soldati di mosca ne avevamo parlato qui). I militari citati dal tabloid britannico, in questo caso, hanno però in dotazione almeno un AK-47, un fucile automatico prodotto negli anni Quaranta ma in servizio ancora oggi, seppur in versioni (molto) più aggiornate e moderne. 

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