Guerra

Morire in Ucraina per un pugno di rubli

La maggior parte dei soldati russi uccisi nel conflitto arriverebbe dalle regioni più povere del Paese: molti avrebbero meno di 23 anni - Il numero ufficiale di decessi è ancore un mistero, Putin evita sempre l'argomento
Michele Montanari
27.04.2022 12:04

«Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire». Le parole di Sartre invece non muoiono mai, e ora che iniziano ad esserci sempre più dati disponibili sui soldati russi caduti sul campo di battaglia, appare chiaro che l'«operazione militare speciale» in Ucraina, non ha nulla di speciale. È guerra. Banalissima, come tutte le altre: il sangue che scorre è quello dei civili e della «manovalanza» mandata al fronte a fare lo sporco lavoro. A parlarne è il sito di informazione indipendente russo Mediazona, che ha pubblicato un nuovo rapporto sulle vittime militari russe in Ucraina: la maggior parte di loro arriverebbe dalle zone più povere del Paese, dove lo stipendio medio è di poco superiore ai 20.000 rubli al mese (circa 260 franchi).

Quanti morti tra i soldati russi?

Il portale di news ha raccolto 1.744 segnalazioni di vittime militari russe, un numero superiore rispetto al bilancio ufficiale fornito dal Cremlino lo scorso 25 marzo: il Ministero della Difesa parlava di 1.351 caduti in battaglia. Le fonti ucraine invece stimano un bilancio decisamente più pesante, con più di 22.000 soldati morti, mentre gli Stati Uniti parlano di circa 10 mila vittime tra le file delle truppe di Putin. Il presidente russo evita sempre l'argomento: si è limitato a parlare di «morti eroiche» di singoli soldati, annunciando indennizzi alle famiglie delle vittime. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, a inizio aprile, aveva usato il termine «tragedia», dichiarando che la Russia aveva subito perdite «significative». In seguito Peskov ha corretto il tiro, spiegando che si riferiva agli ultimi dati del Ministero della Difesa, ossia 1.351 morti. Rimane invece un giallo il presunto annuncio del Cremlino messo in rete dal sito filo-governativo Readovka, ma cancellato poco dopo: si parlava di oltre 13 mila soldati russi uccisi e altri 7 mila dispersi.

Molti giovani dalle zone più povere

Ma torniamo al rapporto di Mediazona. Stando ai dati raccolti dai giornalisti, la Russia avrebbe perso almeno 317 ufficiali, un terzo dei quali sarebbero maggiori, tenenti colonnelli e colonnelli. Il dossier cita anche la morte di due generali maggiori e di un capitano di primo grado. L’ elevata percentuale di morti note tra gli ufficiali russi potrebbe essere dovuta al fatto che i loro decessi sono generalmente segnalati pubblicamente e i loro corpi sono i primi ad essere rimandati a casa per la sepoltura, viene evidenziato nell'articolo. Almeno 500 morti sarebbero combattenti «d'élite», tra cui 351 truppe aviotrasportate, 91 membri della marina e 45 ufficiali delle forze speciali Spetsnaz. I reggimenti che hanno subito il maggior numero di perdite sono il 331° reggimento aviotrasportato delle guardie di Kostroma (almeno 49 soldati) e la 76a divisione d'assalto aereo delle guardie di Pskov (almeno 40 soldati). Secondo la BBC, quest'ultimo reggimento avrebbe preso parte all'offensiva su Kiev, dove è rimasto «impantanato» nei combattimenti nella parte settentrionale della regione: a Bucha, Hostomel e Irpin. Nel conflitto in Ucraina sarebbero inoltre morti 5 agenti di polizia e 78 agenti della Guardia nazionale russa (Rosgvardiya), inclusi 15 agenti antiterrorismo dell'OMON (Unità Speciale Mobile della Polizia) che, secondo i giornalisti, sarebbero stati schierati per reprimere le proteste dei civili.

Come detto, le vittime sarebbero in larga parte originarie delle regioni più povere della Russia e, alla luce di questo, non sorprendono le notizie di continue razzie e furti ai danni della popolazione ucraina. Tra i morti totali, 125 sarebbero del Daghestan e 85 della Buriazia: in queste zone lo stipendio medio mensile è di circa 260 franchi. Secondo il sito di news Meduza, proprio dal Daghestan arriverebbe la maggior parte dei giovani soldati, che addirittura pagherebbe tangenti per entrare nell'esercito ed avere un contratto. In Daghestan c'è un livello enorme di disoccupazione e il servizio militare rappresenterebbe non solo la possibilità di avere uno stipendio, ma anche l'opportunità più importante di scalata sociale. I cittadini di Mosca e San Pietroburgo, dove vive oltre il 12% della popolazione russa, sarebbero praticamente assenti dai rapporti. In circa 1.000 casi è stata resa nota l'età delle vittime: 243 avevano tra i 21 e i 23 anni, 195 avevano tra i 24 e i 25 anni e 139 avevano meno di 21 anni. Questa cifra includerebbe anche soldati di leva. Gli uomini mandati in Ucraina sarebbero dunque soprattutto giovani con redditi al limite della povertà: disposti a uccidere e pronti a morire, per un pugno di rubli.

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