Ecco perché le stazioni rinascono: «Per una Città Ticino più vivibile»

«Il nodo intermodale alla stazione FFS di Giubiasco rivestirà un ruolo strategico per la mobilità dell’intero agglomerato del Bellinzonese. La struttura attuale non corrisponde più ad adeguate esigenze di servizio, funzionalità e sicurezza, soprattutto in ragione dell’aumento dei passeggeri generato dall’apertura della galleria di base del Ceneri. È quindi fondamentale procedere con la sua riorganizzazione, ben consapevoli che la stazione ha una funzione di collegamento tra la rete ferroviaria regionale TiLo e il trasporto pubblico su gomma non solo urbano ma anche regionale». Se al suo predecessore (il consigliere nazionale Simone Gianini) era toccato il compito di inaugurare il nodo intermodale di Bellinzona, il capodicastero Territorio e mobilità della Città Mattia Lepori avrà l’onore - fra poco più di due anni - di tagliare il nastro di quello nel Borgo. Il progetto da circa 7,7 milioni - come abbiamo riferito mercoledì - è in pubblicazione sino al 2 luglio.
La pensilina è «verde»
Già solo confrontando le fotografie di come si presenta oggi la stazione giubiaschese ed il rendering del Dipartimento del territorio di come si trasformerà, ci si può fare un’idea chiara del notevole cambiamento. Tra l’altro l’immagine che abbiamo pubblicato l’altro giorno - allegata al messaggio del Governo approvato dal Gran Consiglio il 21 gennaio scorso - è appena percettibilmente cambiata su richiesta della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB), che da quasi quattro mesi è presieduta da Mattia Lepori. Ebbene, la forma della pensilina che abbiamo soprannominato «astronave» è stata modificata a favore di una soluzione con apertura dove è previsto l’inserimento di una pianta e di una grande panchina. E non è tutto, come ci spiega il municipale, in quanto la larghezza dell’accesso stradale al Park&Rail sud è stata ridotta per «permettere l’ampliamento della zona verde. È inoltre previsto un marciapiede passante per migliorare la viabilità». Un nodo intermodale, insomma, un po’ più «green» e sostenibile con ulteriori alberature. E che è destinato a diventare un’infrastruttura fondamentale della Città Ticino. «Per rendere il nostro Cantone più vivibile ed efficiente serve un sistema di trasporti davvero integrato: collegamenti ferroviari rapidi e ben connessi a bus, Park&Rail e bike sharing. E tutto ciò senza attese o disagi per l’utenza», puntualizza.

«Un comparto più attrattivo»
L’obiettivo, precisa Mattia Lepori, è duplice. Da un lato migliorare l’efficacia operativa del servizio di trasporto pubblico e, dall’altro, «rendere l’area più sicura, accessibile e attrattiva per tutte le modalità di trasporto (treno, bus, bicicletta e automobile) così come per le aree adiacenti alla stazione che verranno riqualificate». Grazie ad AlpTransit nella nostra regione si è registrato un aumento demografico nei comparti dei nodi ferroviari e, in alcuni casi, degli impieghi. L’altro fenomeno è appunto quello dello sviluppo edilizio... attorno ai binari. Ve ne abbiamo parlato diffusamente: l’innovativo quartiere alle Officine FFS, l’Mspace del Gruppo Multi nella capitale dove ha sede anche la nostra redazione, la rivalorizzazione dell’area delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco, la rinascita degli edifici dell’Agricola Ticinese sempre nel Borgo, la fattoria di Castione che lascerà spazio ad un complesso con contenuti misti residenziali, amministrativi e commerciali. Una pioggia di milioni.
La qualità di vita ne guadagna
«Una volta conclusa la procedura d’approvazione del progetto, si inizierà subito con la fase di cantiere. L’obiettivo sarebbe andare in opera nel mese di ottobre. I lavori dureranno circa due anni. Il miglioramento del nodo di Giubiasco, ribadisco, non è solo una risposta tecnica alle più moderne esigenze di mobilità, ma rappresenta una scelta politica e strategica a favore di una città più efficiente, sicura e sostenibile - conclude Mattia Lepori -. Questo sprona ulteriormente le autorità coinvolte a continuare a migliorare l’offerta per una mobilità multimodale, nel segno di una più alta qualità di vita». Il contributo federale, ricordiamo, ammonta a 1,8 milioni nell’ambito del Programma d’agglomerato di terza generazione.