Il caso

Se Milano diventa insostenibile

La Design Week appena finita e i suoi prezzi hanno ufficializzato la trasformazione della città in un polo di attrazione per turisti e imprenditori – Forse anche per studenti, ma con genitori molto ricchi...
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Stefano Olivari
29.04.2023 19:00

Una città per turisti, imprenditori e in generale persone di passaggio, questo è diventata Milano e il boom del Salone del Mobile – Design Week appena concluso lo ha ribadito: 307.418 visitatori in totale da 181 Paesi, contando solo quelli registrati, più 15% rispetto al 2022, taxi introvabili, affollatissimi anche gli eventi più insulsi del Fuori Salone. Unici sconfitti i residenti a Milano appartenenti alla classe media, sul punto di essere espulsi da prezzi ormai simili a quelli di Lugano ma con un reddito pro capite che è la metà.

Il Salone

Ovviamente il problema non sono le persone che vanno al Salone o in generale a Milano per lavoro e studio, ma il fatto che da tutti Milano sia ormai percepita come una città di passaggio, dove almeno qualche volta nella vita bisogna andare. Con effetti evidenti sull’industria e sul commercio: nel perimetro del Comune non esistono più fabbriche e resistono soltanto le attività legate all’alimentazione, dai supermercati (negli ultimi due anni sono esplosi quelli cosiddetti di prossimità, in stile New York, aperti anche alla sera). Chiudono le edicole e aprono sempre nuovi ristoranti, complice il riciclaggio: la Polizia stima che a Milano, come del resto a Roma, almeno il 20% dei ristoranti sia controllato dalla criminalità organizzata, in particolare la 'ndrangheta calabrese, senza contare che almeno metà degli altri deve in qualche modo venire a patti con i delinquenti. Il ristorante o il bar a Milano è uno degli impieghi preferiti dei soldi guadagnati con droga ed estorsioni perché genera flusso di casa immediato e permette l’utilizzo di soldi neri. Non è infatti necessario che l’attività vada bene, anzi non interessa a nessuno. L’importante è che si riempia di clienti che spendano soldi, a questo punto puliti: poi, spesso senza pagare i fornitori, si può fallire e ricominciare da un’altra parte, un giochino che dura un paio d’anni in totale. Chi torna in una zona di Milano dopo essere mancato qualche mese si stupisce per le tante insegne nuove: ecco, non sempre è un indice di dinamismo.

Le case

A Milano i prezzi delle case sono totalmente fuori da ogni dinamica normale di mercato (ne avevamo già parlato) e il Salone del Mobile lo ha fatto scoprire anche ai non milanesi. In questa settimana, assimilabile a quelle della moda e quelle di altre grandi fiere, i prezzi degli affitti brevi sono quasi quadruplicati rispetto alle settimane normali, quindi il confronto corretto è con il Salone del 2022. Un bilocale arredato in zona Brera è costato in media 6.000 euro per sei notti e in altre zone non è che regalassero qualcosa, visto che per scendere (e di poco) a meno di 3.000 (alla settimana…) bisognava andare in una periferia estrema. Rispetto al 2022 si è arrivati ad aumenti fra il 20 ed il 25%, per la gioia di investitori ma anche di persone normali, che ormai hanno l’abitudine di affittare le loro abitazioni in queste settimane di grande richiesta andando a dormire in tristi motel ai bordi dell’autostrada. In generale nell’ultimo anno, nonostante si continui a costruire e nonostante l’aumento dei tassi abbia reso più difficile utilizzare i mutui, i prezzi delle case a Milano sono aumentati del 7% (nel semicentro ormai si è sugli 8.000 euro al metro quadrato, in centrissimo anche in zona 20.000) e una ripartenza, anche lieve, dell’economia italiana potrebbe rendere definitivamente impossibile per la classe media comprare una casa a Milano. A meno di non avere ereditato il classico bilocale della nonna, che però è più conveniente inserire in Airbnb per lucrare sull’architetto norvegese o sul turista giapponese.

La vita

Usciti di casa bisogna anche mangiare qualcosa (non c’è sempre il finger food dei vari eventi in cui non è mai chiaro chi paghi), comprarsi un vestito, andare al cinema, insomma vivere. E ogni statistica dice che Milano è la città con il più alto costo della vita in Italia, anche possedendo giù una casa. I dati di fine 2022 su alimentari e servizi dicono proprio questo: 835 euro a persona di media, a cui aggiungere la casa e i suoi costi di gestione, bollette comprese. Tutto compreso a una famiglia di 2,3 persone (la famiglia media milanese…) la vita costa 3.314 euro al mese, con la prima voce di spesa che ovviamente è l’abitazione e la seconda gli alimentari, con 441 euro. Le statistiche non dicono tutto, perché la vita è fatta anche di spese mediche impreviste, di viaggi, di asili nido, eccetera: impossibile per una famiglia della fu classe media vivere come la stessa famiglia degli anni Ottanta con entrate complessive mensili inferiori ai 6.000 euro. Certo si può rinunciare a quasi tutto, ma allora tanto vale andare nell’hinterland e non avere l’angoscia di non arrivare alla fine del mese. Milano è quindi al tempo stesso una città per giovani, viste le opportunità di studio, lavoro, cultura e divertimento, e una città che i giovani li respinge. Con una soluzione drammaticamente semplice: pagano i genitori, almeno fino a quando ce la fanno.

I residenti

Nonostante tutte queste difficoltà i residenti stabili a Milano intesa come comune sono quasi 100.000 più di quelli di inizio millennio: circa 1.352.000 oggi contro i 1.253.000 del 2001. E non certo perché la natalità sia aumentata, anzi. Nel 2022 gli Under 19 erano il 17% del totale, meno degli Over 70… La situazione è così squilibrata che poco prima dello scorso Natale l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha ritenuto opportuno lanciare un monito: «Milano è una città che corre, la città che riqualifica quartieri e palazzi, la città che fa spazio all’innovazione e all’eccellenza, la città che seduce i turisti e gli uomini d’affari, la città che demolisce le case popolari e costruisce appartamenti a prezzi inaccessibili». In quale altro posto del mondo un cardinale è turbato dal mercato immobiliare? Certo nemmeno l’arcivescovo può impedire a una persona di strapagare appartamenti fatiscenti, ma la direzione che ha preso questa città è chiara.

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