Passato e futuro

Fra tunnel medievali e viaggi nella storia

Bellinzona, svelati i primi contenuti dell'atteso progetto di valorizzazione della Fortezza - Due fasi distinte, della durata di 7 anni, per un investimento di 25 milioni di franchi - Il primo messaggio pronto entro l'estate
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
22.03.2024 15:45

La valorizzazione della Fortezza di Bellinzona sta finalmente per spiccare il volo. Dopo un decennio di valutazioni e studi di fattibilità, entro l’estate il Municipio presenterà il messaggio per la prima delle due fasi di progettazione. Complessivamente, entro 7 anni, verranno investiti circa 25 milioni di franchi da parte della Città e del Cantone; l’importo dovrebbe essere suddiviso a metà, ma sono ancora in corso delle discussioni. Sta di fatto, in ogni modo, che prima di entrare nel vivo degli interventi (volti a rendere il patrimonio UNESCO il più accattivante possibile per un pubblico più ampio e di tutte le età) i crediti dovranno essere approvati dai due Legislativi. Alcuni dettagli, non molti, invero, sono stati forniti oggi in occasione della presentazione della mostra curata da Domenico Ermanno Roberti ed Eva Carlevaro che sarà visitabile da domani (sabato 23 marzo) al 3 novembre al Sasso Corbaro (si veda più avanti).

Contenuti e tempistiche

Passato, presente e futuro troveranno spazio nell’innovativa offerta museale pensata per il complesso fortificato medievale. Il progetto culturale mira a creare un fil rouge tra i castelli, la cinta muraria e la Murata, dando così un senso di unità. Proprio quest’ultimo elemento - voluto da Ludovico il Moro - verrà impreziosito da una galleria sotterranea che offrirà al visitatore «un’esperienza immersiva», ha sottolineato il direttore del Settore finanze e promozione economica Davide Caccia, che dal 2014 sta seguendo il dossier. L’ala sud del Castelgrande accoglierà invece un’esposizione temporanea dedicata a «La Fortezza dei duchi», per ricordare l’impegno dei Visconti e degli Sforza nella salvaguardia dei manufatti e nella costruzione del Sasso Corbaro e della cinta che sbarrava l’intera vallata. La Torre Bianca sarà arricchita da un’altra mostra che abbraccerà il periodo fra il 1840 (quando il pittore inglese William Turner dipinse i fortilizi) e i giorni nostri, in particolare focalizzandosi sul restauro condotto dal compianto architetto Aurelio Galfetti. L’ultimo intervento importante della prima fase della valorizzazione (della durata quadriennale) riguarderà il Sasso Corbaro, destinato a diventare un osservatorio sul territorio.

Focus sul Montebello

Delle opere, infine, interesseranno anche gli aspetti logistici, nella fattispecie per la gestione degli spazi considerando l’aumento futuro di visitatori (oggi pari a circa 40.000-50.000: quelli paganti, per intenderci). La seconda tappa, per contro, verterà soprattutto sul Montebello. Come abbiamo riferito lo scorso 23 febbraio, si va verso un suo parziale restauro e pertanto - almeno nei prossimi anni - si procederà con degli interventi temporanei a livello di strutture di accoglienza rinviando la progettazione dell’edificazione definitiva alla fase 2, appunto. Che dovrebbe protrarsi per tre anni, ma non è chiaro se si aprirà già appena terminata la prima.

Valore universale eccezionale

«Oltre alla necessità di conservare questo patrimonio riconosciuto internazionalmente, l’obiettivo è quello di far comprendere alla popolazione e ai turisti il valore universale eccezionale della Fortezza e far conoscere la sua storia», ha puntualizzato Davide Caccia. Una storia che ha inizio addirittura nel Neolitico: il primo insediamento umano sulla collina di Castelgrande risale al 5500 avanti Cristo. Un viaggio di più di 7.000 anni che il pubblico potrà compiere nei percorsi espositivi, ammirando «oggetti e reperti che altrimenti rimarrebbero nei nostri depositi», ha affermato il capoufficio dei Beni culturali e Site Manager UNESCO Endrio Ruggiero.

È ciò che conta

Dal canto suo il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli ha ripercorso l’iter che ha portato all’idea di valorizzare il fiore all’occhiello della capitale. Dal 2014 ad oggi tanto è stato fatto, ma moltissimo resta da fare: «Vogliamo diventare un polo, come Locarno e Lugano, anche a livello turistico. Quello della Fortezza è un progetto strategico che il Municipio pone sullo stesso piano, ad esempio, di quelli del rafforzamento del polo biomedico e del quartiere che si svilupperà al posto delle Officine FFS. Non ci dimentichiamo del nostro passato». Due parole, in conclusione, sulla futura governance. L’ente che si occuperà della gestione della Fortezza dovrebbe entrare in vigore alla fine della prima fase: sarà una fondazione e ne faranno parte, naturalmente, tutti i partner istituzionali.

Perché quel nome?

«Non siamo più nel Medioevo. Dai castelli alla Fortezza» è il titolo della mostra visitabile da domani al 3 novembre (tutti i giorni dalle 10 alle 18) al Sasso Corbaro. Si vuole far capire, ai visitatori, perché si è scelta recentemente quella denominazione. Appunto per rappresentare il complesso che dal 2000 fa parte del patrimonio UNESCO e che è l’unico esempio di architettura militare di quel tempo che si può ammirare in tutto l’arco alpino. Video, interviste a varie personalità, attività interattive e reperti storico-archeologici consentiranno al pubblico di immergersi in oltre 7.000 di storia cittadina (e del Ticino).

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