Il caso

Gli allievi oltre ai senzatetto: «Vogliamo dare una mano»

Bellinzona: dal 1. settembre un’intera ala di Casa Marta, quella a nord, sarà a disposizione degli alunni delle scuole superiori che necessitano un alloggio – Trovata dunque una soluzione dopo la chiusura della Casa dello studente – Il direttore: «Siamo un luogo aperto, da noi c’è spazio per tutti»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
01.07.2025 15:02

La decisione era andata di traverso, in particolare al Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (SISA) e ai granconsiglieri Massimiliano Ay e Lea Ferrari (Partito comunista), i quali lo scorso marzo avevano inoltrato un’interpellanza al Governo poi trasformata in interrogazione. Ancora prima di rispondere all’atto parlamentare, il Consiglio di Stato ha individuato una soluzione per far fronte alla chiusura della Casa dello studente di Bellinzona, effettiva da alcuni giorni (cfr. il CdT del 20 marzo). Sarà un po’ più distante dal Liceo e dalla Scuola cantonale di Commercio, visto che era integrata nel Centro Gioventù e sport, tuttavia rimane nei paraggi, nella capitale: l’alternativa si chiama Casa Marta. E sarà accessibile agli alunni che necessitano di un alloggio già dall’anno scolastico che si aprirà il prossimo 1. settembre.

Al via il progetto pilota

«Riconoscendo l’importanza di garantire pari opportunità alle allieve e agli allievi che risiedono lontano dalla sede scolastica, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ha accolto con favore la proposta della Fondazione Casa Marta, con la quale è stato definito un accordo per l’accesso alla struttura nell’ambito di un progetto pilota», si legge nella nota diffusa ieri dallo stesso DECS. Che aggiunge che si tratta di una «soluzione concreta e sostenibile» che consente agli studenti che lo desiderano - soprattutto delle valli dell’Alto Ticino - di evitare di rincasare la sera sorbendosi lunghe trasferte in treno e/o in bus. Ad occuparsi della gestione e dei soggiorni sarà la struttura per senzatetto di via Henri Guisan (dietro BancaStato, per intenderci) inaugurata nel novembre 2023 dopo un investimento di 5 milioni di franchi e poco più di due anni di cantiere. «I rapporti contrattuali saranno stipulati direttamente tra le famiglie interessate e la Fondazione, secondo le condizioni stabilite», puntualizza il comunicato del dipartimento. I prezzi rimarranno pressoché stabili, ci risulta.

La mano tesa della fondazione

Casa Marta può accogliere una trentina di ospiti; per la precisione i posti letto sono 32. Le 13 camere individuali si trovano ai piani superiori unitamente ad altri spazi condivisi (come la cucina e la lavanderia), l’ufficio e due appartamenti per coppie e famiglie. Al pianterreno ci sono la mensa, la cucina professionale e due sale. Una per le riunioni, a disposizione di enti, società od associazioni cittadine, e l’altra per conferenze, eventi e manifestazioni. Senza dimenticare il giardino ed il fatto di trovarsi ad un tiro di schioppo dal centro storico e poco lontana dalla stazione ferroviaria e dalle fermate di AutoPostale. L’ideale per gli studenti, insomma. Dalla sua apertura le richieste sono state costanti, a dimostrazione di come anche in Ticino siano viepiù indispensabili dei complessi simili, anche se non vi è mai stato il pienone. «Gli studenti alloggeranno in un’ala solo per loro, quella a nord, che dà sulla scuola dell’infanzia, provvista di un accesso autonomo e di una sala comune, e godranno della mezza pensione. A dipendenza delle richieste potremo meglio capire quante camere serviranno», ci spiega il direttore Giordano Cusini.

Il nostro interlocutore intende inoltre offrire un tetto pure agli apprendisti, «proprio perché noi siamo aperti tutto l’anno, mentre la Casa dello studente seguiva il calendario scolastico e loro erano svantaggiati. Abbiamo sempre detto che la nostra struttura è un luogo aperto, che dialoga con la Città e con il territorio. Abbiamo dunque pensato di andare in soccorso degli allievi che abitano lontano. La società civile deve dare qualcosa».

Occupazione del 50%

La Casa dello studente di Bellinzona si trovava presso il Centro Gioventù e sport dal 2015. L’obiettivo era quello di offrire vitto e alloggio agli allievi delle scuole post-obbligatorie durante l’anno scolastico. Nonostante le diverse iniziative adottate - tra cui la pubblicizzazione dell’offerta nelle scuole, il coinvolgimento di associazioni studentesche, il confronto con il SISA - l’interesse non è aumentato, con un tasso di occupazione del 50%. Vi è pure stato il tentativo (vano) di «ottimizzare» l’utilizzo, cercando altri enti attivi nel contesto formativo interessati a occupare almeno parte degli spazi liberi. Il Governo ha pertanto deciso di chiudere il complesso. Gli spazi verranno riconvertiti in alloggi.

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