Sotto la lente

Grande punto interrogativo sull’accademia per sportivi

Dichiarato il fallimento della società disposta ad investire tra i 120 e i 150 milioni nel Comune di Quinto per la formazione di giovani talenti di disco su ghiaccio e pattinaggio artistico – Davide Gendotti: «Ora è tutto fermo, attendiamo notizie dai promotori per capire come muoverci»
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
29.07.2025 06:00

Sul futuro del progetto volto a realizzare in alta Leventina un campus sportivo d’élite per la formazione dei giovani talenti si scrive un grosso punto interrogativo. La scorsa settimana è stato infatti dichiarato il fallimento della società Ice Sport International Academy, con a capo l’imprenditore kazako Timur Azimov. Sciolta - come riportato sul Foglio ufficiale - in seguito alla decisione della Pretura di Lugano dove ha sede la SA. Da chiarire, ora, cosa succederà sul piano organizzativo all’iter dell’importante progetto per cui era stato prospettato un ingente investimento, tra i 120 e i 150 milioni di franchi. È previsto che vi sia un’altra società pronta a subentrare a quella fallita e a portare avanti l’idea? Oppure l’iniziativa è da considerarsi definitivamente naufragata? Una risposta in tal senso, al momento, non c’è ancora come ci spiega il sindaco di Quinto Davide Gendotti. «Siamo in attesa di capire come si vorrà procedere. Per il momento non abbiamo alcun aggiornamento sulla situazione». Il Comune, che è sempre in contatto diretto con il gruppo di investitori kazaki, è naturalmente al corrente del fallimento della SA e ha chiesto subito lumi in merito ad Azimov. «Abbiamo domandato loro una presa di posizione per comprendere quali siano gli intenti in modo da sapere come procedere con il progetto». Per poter valutare, insomma, se ci sia l’intenzione di andare avanti o no. Ma per ora tutto è ancora fermo. Un possibile sviluppo sulla vicenda è invece atteso per inizio settembre, aggiunge Gendotti: «A quel momento dovremmo sapere qualcosa di concreto su come evolverà questa iniziativa».

Campus e posti di lavoro

Un progetto che sarebbe senza dubbio di grande importanza per tutta la regione dell’alta Leventina, secondo il quadro che era stato prospettato qualche anno fa. Fulcro delle opere sarebbe, infatti, l’edificio dell’ex Sanatorio di Piotta, ormai in disuso dal 1962. Di proprietà del Cantone, è stato acquistato per 750 mila franchi nel novembre 2016 dalla Ice Sport International Academy SA. L’obiettivo era di ridare una nuova vita all’ormai fatiscente complesso, dapprima con una ristrutturazione di tutto l’edificio e, in seguito, insediando al suo interno un centro di formazione per giovani atleti dedicato agli sport invernali, come hockey su ghiaccio e pattinaggio artistico. Una sorta di campus di élite sul modello di quelli che si trovano in Canada e negli Stati Uniti. Oltre all’accademia nell’ex Sanatorio sarebbe infatti prevista pure la realizzazione di diversi dormitori nell’area della centrale del Ritom ed impianti sportivi in zona industriale. Complessivamente l’iniziativa dovrebbe portare alla creazione di un centinaio di posti di lavoro. Il Municipio di Quinto, dal canto suo, nel 2023 aveva chiesto (dopo un primo esame preliminare da parte del Cantone) l’allestimento di uno studio di fattibilità relativo, appunto, all’insediamento del campus sportivo nel villaggio altoleventinese. Un’analisi dettagliata che si era resa necessaria per valutare in particolar modo l’eventuale inserimento nel territorio e nel paesaggio degli edifici previsti. Oltre ad altri aspetti rilevanti, per poter avere una visione aggiornata sull’impatto del progetto.

Una lunga storia

Fondato dal dottor Fabrizio Maffi nel 1905, il Sanatorio di Piotta accoglieva i pazienti con la tubercolosi, detta il «mal sottile»: nella regione, a quei tempi, una morte su quattro era dovuta alla malattia infettiva cronica. Nel 1919 fu rilevato dal Cantone per 470 mila franchi. Due anni più tardi la struttura riprese la propria attività sotto la direzione del medico Martino Allegrini. Il complesso, dotato di 76 camere, occupava una superficie di ben 47 mila metri quadrati. La struttura chiuse i battenti, come detto, nel 1962; la diffusione delle malattie polmonari si era infatti arrestata. Infine, nel 2016, il Sanatorio è stato ceduto, come detto, dal Cantone alla società del gruppo kazako.

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