Gysin e Bertoli si chiamano fuori, Marina Carobbio: «Devo ancora pensarci»

«Mi dispiace, perché ci vorrebbero più donne competenti anche in Ticino, tuttavia capisco la scelta di Greta». La consigliera degli Stati socialista Marina Carobbio commenta così la decisione di Greta Gysin di non scendere in campo per la corsa al Consiglio di Stato.
La candidatura di Gysin per le elezioni cantonali del prossimo aprile era stata caldeggiata dall’area progressista rosso–verde, che punta su una lista composta da due socialisti, due verdi e un candidato della società civile. Una scelta che non piace a tutto il partito socialista. Una corrente minoritaria chiede infatti di puntare su tre nomi Ps e due Verdi. La raccolta delle firme necessarie per convocare una conferenza cantonale al posto del comitato previsto per il 7 settembre da parte di questa corrente è in corso. Al di là dei grattacapi in casa socialista, la scelta di Greta potrebbe cambiare diverse cose anche tra i Verdi.
In un’intervista pubblicata da La Regione la consigliera nazionale fornisce tutta una serie di motivazioni che l’hanno spinta alla rinuncia, a partire dal desiderio di non abbandonare i dossier federali che le stanno a cuore. «Se ho deciso di non correre nonostante tutto, è perché non vorrei che il mio lavoro a Berna restasse una toccata e fuga». Insomma, Greta preferisce continuare il suo lavoro sotto la cupola federale.
«Capisco molto bene la sua scelta, perché so cosa significa portare avanti i dossier in cui si crede – prosegue la consigliera agli Stati socialista contattata telefonicamente -, io sono sedici anni che mi batto a Berna per questioni che mi stanno a cuore, anche nell’interesse della popolazione ticinese».
Sulla sua possibile scesa in campo Marina Carobbio non si sbottona. «Devo ancora riflettere se candidarmi per il Consiglio di Stato» taglia corto. Tuttavia una certezza, la consigliera agli Stati, l’ha: «Sono convinta che la mancata candidatura di Greta Gysin non bloccherà l’alleanza rosso-verde».