La recensione

I due mondi di Lords of the Fallen

Uno è terribile, mortale, spietato – L’altro, pure peggio
Paolo Paglianti
28.10.2023 19:00

Da quando la casa di sviluppo nipponica From Software ha inventato i videogame comunemente noti come «Souls», non sono pochi i developer che hanno pensato di sfruttare l’incredibile successo di questo genere creando titoli simili e tentare di accalappiare almeno una parte dei milioni di appassionati.

Se è arduo replicare la delicata alchimia escogitata da From Software, in questo autunno decisamente ricco di videogame abbiamo incontrato almeno due titoli che riescono a seguire le orme degli autori di Demon’s Souls senza inciampare. Il primo è stato Lies of P, il «Souls-like» che ha per protagonista un Pinocchio oscuro e steampunk. Il secondo è Lords of the Fallen.

Innanzitutto, facciamo una doverosa schivata all’indietro e spieghiamo ai nostri lettori di cosa stiamo parlando. Nel 2009, mentre la quasi totalità degli sviluppatori di videogiochi stava cercando nuovi modi per coinvolgere un pubblico sempre più vasto, con videogame sempre più accessibili e spiegati in ogni dettaglio, From Software fa inversione di mancia e lancia Demon’s Souls. Un gioco dove si esplora e si combatte, ma soprattutto si muore spesso e volentieri. Non solo: quando un nemico ti accoppa, perdi tutta l’esperienza accumulata, e  devi ricominciare dall’ultimo punto di salvataggio dovendo riaffrontare praticamente ogni nemico. Per avere successo, bisogno impegnarsi molto più che nei normali giochi di ruolo, come The Witcher e NeverWinter Nights. Dimenticatevi mappe automatiche, salvataggi a ogni angolo, qualsiasi genere di spiegazione. Nei Souls nessuno vi dice niente: la trama è più criptica di una tomba dimenticata, la narrazione è oscura e paurosa come una novella di Lovecraft, ogni scontro può essere fatale anche dopo ore di gioco e livelli di esperienza.

Inaspettatamente, Demon’s Souls piace, e tanto. Molti giocatori lo trovano troppo ostico, ma altrettanti adorano la sfida superiore, i combattimenti cadenzati tra parate e attacchi, i boss micidiali che magari ci metti venti tentativi a farli fuori. Ma poi, una volta trovato il modo di eliminarlo, vuoi mettere che soddisfazione.  Un’evoluzione del genere è il titolo «Souls» più recente di From Software, lo stratosferico Elden Ring che a noi è piaciuto molto (anche se chi vi scrive è un maniaco dei «Souls»), che introduce anche un mondo tutto da esplorare in lungo e in largo al posto del classico percorso lineare e prestabilito.

L’emulazione è la più sincera forma di ammirazione

Lords of the Fallen ne è la dimostrazione più lampante. Basta giocare un quarto d’ora per rendersi conto che l’intero gioco è ispirato fortemente a Demon’s Souls, dai menu alle ambientazioni «dark age» oscure e tetre, dall’impenetrabile trama solo accennata dai silenziosi e rari personaggi che incontrate strada facendo, all’imbarazzante facilità con cui si viene uccisi, squartati, infilzati.

Tuttavia, come è già capitato di recente in Lies of P, gli sviluppatori di Lords of the Fallen non si sono limitati a copiare il lavoro di From Software, ma hanno introdotto delle riletture personali. In primo luogo, Lords of the Fallen è un gioco ambientato in due mondi. C’è quello reale, tangibile e pericoloso che esploreremo con il nostro personaggio, e poi c’è quello dell’Aldilà, ancora più mostruoso. Il nostro eroe è un portatore di Lanterna, un artefatto potentissimo che ci permette di  viaggiare (quasi) liberamente tra le due realtà. C’è un abisso davanti a noi? Solleviamo la lanterna e scopriremo un ponte presente solo nel mondo dei trapassati su cui potremo passare per arrivare dall’altra parte. C’è una porta chiusa che ci sbarra la strada? La lanterna può rivelare un passaggio nascosto al mondo «normale». I livelli di Lords of the Fallen sono tortuosi e intricati, dei veri labirinti pieni di passaggi nascosti in due mondi sovrapposti tra loro. Un vero piacere per i giocatori che amano i videogame impegnativi, quelli senza aiuti per la navigazione e mappa automatica – anzi, proprio senza mappa.

L’altra novità è nel sistema di combattimento: sia il vostro personaggio che i nemici, rispetto ai classici «Souls», hanno accesso a un numero sospettosamente alto di armi da lancio o incantesimi (a seconda della classe scelta). Questa differente lettura dei combattimenti unita alla velocità del vostro alter ego quando si tratta di correre gambe in spalla, rende i frequenti combattimenti  simili ma diversi al tempo stesso rispetto ai «souls» più tradizionali. Questo è un po’ il «segreto» di Lords of the Fallen, che in una sola settimana dalla pubblicazione ha già superato il milione di copie vendute nel mondo e si è quindi dimostrato un’ottima alternativa del genere «Souls». Magari non consiglieremmo a chi non ha mai provato un «souls» di iniziare da Lords of the Fallen, ma possiamo tranquillamente raccomandarlo a ogni fan veterano di Demon’s Souls e soci.

Lords of the Fallen è disponibile per PC, PS5 e Xbox Series X|S, è tradotto nella nostra lingua e ha un PEGI età consigliata 18+.

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